Arte Contemporanea e degustazione alla cieca.
Chi non ha mai “visto” un’opera dei coniugi Christo e Jaenne-Claude? Ok, magari così solo dal nome a qualcuno può non venire in mente.
E se vi dicessi: Land Art (operazione artistica sul paesaggio naturale e urbano), ancora niente? Ok.
E se insisto: “degustazione alla cieca” di monumenti. Sì, esatto. Ho scritto proprio “DEGUSTAZIONE ALLA CIECA DI MONUMENTI”
Il duo artistico impacchettava monumenti come noi lo facciamo con le bottiglie. Perché? Che senso ha?
Nascondere per tornare a vedere.
La coppia Christo-Jeanne Claude sicuramente trova nella storia dell’arte degli antesignani (Man Ray con il suo “Enigma di Isidore Ducasse” per citare forse il più importante) ma sono loro a fare di questa pratica dell’impacchettamento (scusatemi il termine poco tecnico) una programmatica operazione artistica.
Questi folli impacchettavano monumenti, ponti e addirittura isole.
Abbiamo poco da strabuzzare gli occhi noi che andiamo in giro con sacchetti a forma di bottiglia, o più spesso con rotoli di carta alluminio in borsa perché, “non si sa mai”: impacchettatori, nasconditori seriali di etichette!
Quando nascondiamo qualcosa, paradossalmente la evidenziamo. La nostra attenzione aumenta, viene catturata dall’oggetto che prima davamo per scontato a tal punto di non vederlo più per quanto evidente.
Sembra controintuitivo.
Nascondendo agevoliamo un approccio diverso rispetto quello consueto, che si sofferma a volte non volendo sull’etichetta (di una bottiglia, di una persona, di una situazione) invece di valutarne il "contenuto" (tra virgolette perché la forma è parte stessa del contenuto, ma questa è un'altra storia).
Rovistiamo nei ricordi per cercare e ritrovare la forma conosciuta, e cercando di ridelinearla ne troviamo nuove sfumature.
Quando si toglie il telo ci riappare nel suo esserci: “Eccola è lei, ora la riconosco”, ma nello stesso tempo nella memoria è già cambiata.Arte