Articolo 33 - L'OBIETTIVO PENSIONISTICO : La previdenza pubblica dalle origini ad oggi

Articolo 33 - L'OBIETTIVO PENSIONISTICO : La previdenza pubblica dalle origini ad oggi

“Studia il passato se vuoi prevedere il futuro”

cit. Confucio


Conoscere l’evoluzione del nostro sistema previdenziale può aiutarti ad acquisire maggiore consapevolezza di quanto i cambiamenti socio-demografici siano determinanti per la tua futura pensione.

Non vi è dubbio che le riforme pensionistiche susseguitesi negli anni siano un riflesso dei mutamenti strutturali che hanno riguardato la società italiana.

La previdenza sociale nasce con la rivoluzione industriale.

I bassi livelli salariali, lo smembramento della famiglia patriarcale e del suo sistema di reciproca assistenza, a seguito del fenomeno dell’inurbamento, la scomparsa dei mestieri tradizionali e della solidarietà professionale nata nell’ambito delle corporazioni, crearono una classe di lavoratori in gravi condizioni di disagio.

La prima risposta di tutela previdenziale si ebbe con le Società di Mutuo Soccorso, associazioni di lavoratori fondate sul principio mutualistico di ripartizione, tra gli associati, delle conseguenze economiche dannose legate a situazioni di inabilità al lavoro.

La progressiva scomparsa delle mutue avvenne a causa del ristretto ambito della mutualità e dell’invecchiamento degli associati, ma anche per l’assunzione di comportamenti scorretti.

Lo Stato cominciò ad interessarsi direttamente dei problemi sociali del lavoro quando prese consapevolezza della necessità di disinnescare le tensioni sociali che si andavano diffondendo.

Nel 1898 fu stabilito l’obbligo, a carico degli imprenditori, dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, da molti considerato l’atto di nascita della previdenza sociale italiana.

Dello stesso periodo è l’istituzione della Cassa nazionale di previdenza per la vecchiaia e l’invalidità degli operai, al cui finanziamento partecipavano anche i datori di lavoro.

L’impianto del sistema previdenziale italiano risale al periodo fascista.

Il sistema di finanziamento adottato all’epoca era basato sulla capitalizzazione dei contributi versati, i quali venivano accantonati per poi essere trasformati in pensione.

L’iperinflazione dovuta alla seconda guerra mondiale, mise in crisi il sistema a capitalizzazione, sostituito, negli anni ‘50, dal sistema a ripartizione, basato sul principio di solidarietà intergenerazionale con il quale i contributi dei lavoratori finanziano le pensioni degli anziani.

Sul finire degli anni ’60 fu mutato il metodo di calcolo dell’assegno pensionistico; prima era contributivo, legato all’ammontare dei contributi versati, fu strasformato in retributivo, che tiene conto della retribuzione media percepita dal lavoratore in un determinato arco di tempo ed è pertanto più generoso.

Grazie allo sviluppo economico del nostro Paese, il sistema previdenziale amplia in quegli anni le sue prestazioni in maniera significativa.

Con il tempo, a causa del forte indebitamento dello Stato, dell’invecchiamento della popolazione e della riduzione delle nascite, a cui si accompagnano l’abbassamento dei tassi di crescita economica e l’aumento della disoccupazione, si pongono seri problemi di sostenibilità del sistema pensionistico, oramai non più in equilibrio.

Gli interventi correttivi, a partire dagli anni ’90, si muovono sulle seguenti direttrici:

  • innalzamento dell’età pensionabile, con l’adeguamento automatico alla speranza di vita;
  • contenimento delle prestazioni, calcolate, nuovamente, sulla base dei contributi versati, a loro volta rivalutati in base all’andamento dell’economia ed il cui montante viene convertito in rendita pensionistica attraverso dei coefficienti aggiornati, periodicamente, all’aspettativa di vita, che solitamente aumenta;
  • introduzione e rafforzamento delle forme di previdenza complementare, ad adesione volontaria, il cui scopo è quello di compensare la forte riduzione del tasso di sostituzione, ossia alla percentuale del reddito percepito prima del pensionamento che viene coperto dalla pensione.

Come abbiamo visto, il sistema previdenziale italiano ha subito nel tempo numerose trasformazioni.

Gli interventi normativi hanno tenuto conto dei diversi rischi a cui il sistema è soggetto, considerando i vari scenari sociali, economici e demografici.

A causa di questi fattori, i tempi e gli importi delle prestazioni pensionistiche subiscono una certa variabilità, per cui dovrai monitorare periodicamente, con l’aiuto dell’Educatore Finanziario, la tua situazione pensionistica.

Nell’articolo di mercoledì prossimo affronteremo esattamente queste tematiche.

Gianluigi Iuliano

Antonio Niccoli

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