BCE: Il debito tedesco è uguale a quello italiano

BCE: Il debito tedesco è uguale a quello italiano

Nell’immaginario comune, creato dai media, la Bce aiuta l’Italia comprando il debito pubblico che altrimenti avrebbe difficoltà a collocarsi, alle condizioni attuali, sul mercato. Ma è vero che la Germania non sia egualmente aiutata dalla Bce, al pari del nostro Paese?

1) Prima del QE del 2015 gli acquisti del debito tedesco erano sotto il 2%. L’unico paese la cui banca centrale non detiene attualmente debito pubblico è la Svizzera.

Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

2) I paesi a maggior quota di debito pubblico detenuta dalla propria banca centrale sono: Giappone 44% e UK 37%, mentre la Germania 22% e l’Italia 22%, Usa 18%, Grecia 8%

Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

3) La quota di debito pubblico in mano alle banche domestiche: Giappone 22% e Svizzera 21%, Germania 20% e Italia 25%, Usa 16% e Grecia 7%

Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

4) Il vero problema è invece relativo al peso del debito pubblico sul totale degli attivi delle banche: Italia oltre 16% a fine 2021, Spagna a 11%, Euro Area al 5,2%, Germania e Francia al 3%. I tassi negativi e il merito creditizio rendono meno appetibili i titoli più sicuri e solidi ma, avere una quantità elevata di debito interno ad alta duration, è un pericolo alto in caso di aumento dei tassi di mercato (inflazione) intenso e repentino

Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

5) Il debito pubblico globale è iniziato a lievitare a fine anni ’70 (shock petrolifero), quando i tassi sono saliti a due cifre e la forchetta “tassi di interesse/costo servizio del debito” si è notevolmente allargata dagli anni '50 per poi riavvicinarsi negli anni ’00 e tornare a coincidere oggi: siamo tornati ai livelli di debito mondiale simili a quelli della seconda guerra mondiale con convergenza del “tassi di interesse/costo del servizio del debito”. Praticamente siamo tornati alla monetizzazione dei debiti pubblici di fatto, al periodo pre divorzio del 1981 tra politica monetaria (indipendenza banca centrale) e politica fiscale (Tesoro), solo che all’epoca avevamo debiti bassi e tassi altissimi, oggi è il contrario: come se ne esce?   

Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

Perché allora il debito italiano fa paura? Le agenzie di rating temono la qualità non la quantità del debito: la scarsa crescita del pil generata da un “debito non buono” , insieme all’elevata percentuale di btp su asset nei bilanci delle banche italiane, potrebbe fare da mix micidiale in caso di aumento dei tassi repentino e incontrollabile dalla Bce. Bce e rispettive banche domestiche detengono il 47% del debito italiano e il 42% di quello tedesco, anche in questo caso è la qualità e non la quantità il problema: la Germania cresce e le banche hanno poco debito pubblico in pancia, anche se sono scarsamente redditizie come quelle italiane.

Guido Gennaccari

info@tradingroomroma.it


Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Guido Gennaccari

Altre pagine consultate