In classe sì che ci divertivamo...
In questi giorni si fa un gran parlare di come ripartirà la scuola a settembre e in giro si discute in toni spesso negativi della famigerata Dad o didattica a distanza che dir si voglia. Personalmente credo che per un docente nessuna videolezione sia lontanamente paragonabile a una lezione in aula insieme ai propri studenti: con la distanza è inevitabile perdere il contatto sociale, l'atmosfera particolare che caratterizza ogni classe, le battute e le parentesi che accompagnano l'azione didattica. Non ritengo però che tutto sia da buttare di quello che ci siamo inventati per andare avanti in questo periodo inquietante (e unico, auguriamoci) che abbiamo appena vissuto e che purtroppo non è ancora finito. Nel mio piccolo ho cercato di vivacizzare le mie videolezioni con piccoli dibattiti, con esercitazioni interattive, con giochi didattici come Kahoot e con laboratori di scrittura (in uno, davvero pazzesco, i tre gruppi in cui avevo diviso la classe hanno scritto altrettanti articoli per fare un servizio per la Nazione). Ho anche cercato di riciclarmi come improbabile youtuber per continuare a lavorare con le storie insieme ai miei alunni, a partire dal mio racconto preferito sulla scuola, quello che leggo in ogni classe dove mi capita di passare anche una sola ora di supplenza nella vita, quel breve racconto in cui Asimov ci racconta in modo irresistibile che la vera scuola è in classe. Se non altro l'emergenza Covid ci ha dimostrato l'importanza strategica dell'istruzione (e ovviamente della sanità) in uno stato: dovremmo cercare di non dimenticarlo mai.