Comprendere il Disturbo Bipolare

Comprendere il Disturbo Bipolare

Comprendere il Disturbo Bipolare



Il Disturbo Bipolare colpisce ogni aspetto della vita degli individui che ne soffrono, dalle attività lavorative a quelle sociali.

Esso è caratterizzato da forti alterazioni dell’umore, tali per cui chi ne soffre sperimenta lunghi periodi di depressione e altri, di solito più rari, di forte euforia (i cosiddetti episodi maniacali).

Ci sono dunque fasi depressive, in cui si osserva umore triste, perdita di interesse o piacere per quasi tutte le attività, faticabilità in generale, e fasi maniacali, che attivano fortemente la persona, ma in modo così estremo da offuscarne il giudizio: le persone in questa fase sentono un’eccessiva fiducia in sé stesse e nelle proprie capacità, ciò le porta ad intraprendere progetti ambiziosi in ambiti in cui sono totalmente privi di esperienza (come scrivere libri, praticare sport estremi…) o buttarsi in missioni irrealizzabili (cercare finanziamenti per invenzioni impossibili) o, ancora, praticare attività pericolose o insensate (ad esempio, abusare di sostanze stupefacenti, investire in borsa o giocare d’azzardo con grandissime quantità di denaro).

Nei casi più gravi, la fase maniacale può anche essere caratterizzata da manifestazioni psicotiche con allucinazioni e deliri; più raramente, questo può accadere anche in fase depressiva.

Infine, in entrambe le fasi, e per motivi diversi, si possono osservare problemi di memoria: nella fase maniacale la mente viaggia ad una velocità maggiore, e questo impedisce un’adeguata codifica degli stimoli e, di conseguenza, il loro immagazzinamento in memoria; al contrario, la fase depressiva induce il soggetto a concentrarsi solamente su sé stesso e sui suoi pensieri negativi, orientando l’attenzione su di sé, piuttosto che verso l’ambiente, di conseguenza, anche in questa fase, gli stimoli esterni non vengono memorizzati correttamente.

Esistono due tipologie principali di disturbo bipolare: il Disturbo Bipolare I e il Disturbo Bipolare II. Nel primo si alternano fasi depressive e maniacali, nel secondo si osservano periodi più lunghi di depressione e fasi ipomaniacali. Quest’ultime hanno caratteristiche simili alla mania, ma sono inferiori in termini di durata e pervasività e non includono manifestazioni psicotiche.

Questo, tuttavia, non rende il Disturbo Bipolare II meno grave rispetto a quello di tipo I, in quanto le fasi depressive spesso sono più lunghe e si osserva più spesso ideazione suicidaria o tentativi di suicidio.

Questi disturbi devono necessariamente essere trattati con una terapia farmacologica ben monitorata, che risulta significativamente più efficace quando accompagnata dalla psicoterapia.

La psicoterapia, in particolare quella cognitivo-comportamentale, risulta tra le più efficaci: essa, infatti, contribuisce ad aumentare l’aderenza alla terapia farmacologica (spesso difficile da gestire), aiuta il soggetto a riconoscere e monitorare i sintomi e, quindi, ad assicurare interventi tempestivi per evitare le conseguenze negative degli episodi (tentativi suicidari, ricoveri ecc…) in modo da diminuirne durata e intensità. Le sedute di psicoeducazione al paziente e ai suoi familiari, che consistono nel fornire informazioni sul disturbo e proporre strategie per gestire i sintomi e le varie fasi del disturbo, sono fondamentali per migliorare lo stile di vita di coloro che soffrono di disturbo bipolare.

La terapia farmacologica e la psicoterapia garantiscono al soggetto la possibilità di vivere normalmente, sebbene alle problematiche psicofisiche, si aggiunga spesso lo stigma sociale legato al disturbo. I pazienti frequentemente si preoccupano dell’allontanamento di amici e parenti.

Questo succede perché il Disturbo Bipolare e tutti i disturbi mentali in generale non vengono riconosciuti come alterazioni dovute a cause organiche: spesso, viene data la colpa al soggetto stesso per i suoi comportamenti stravaganti, o lo si accusa di non sapersi prendere cura di sé.

Perciò, è importante istruire su questa malattia non solo chi ne soffre, ma anche i parenti e gli amici più stretti, in quanto un buon sostegno emotivo facilita la gestione dello stress, soprattutto, lo stress legato allo stigma, e migliora, di conseguenza, lo stile di vita del soggetto.

Infine, oltre ad amici e familiari, si auspica che anche il resto della popolazione cominci a conoscere questi disturbi al fine di creare una società sempre più inclusiva.

A questo proposito, da qualche anno il 30 Marzo si celebra la Giornata Mondiale dedicata al Disturbo Bipolare, in cui vengono organizzati eventi per sensibilizzare i media e l’opinione pubblica su questo importante tema.

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