Cosa significa essere un Advertising Specialist? - La storia di Marco

Cosa significa essere un Advertising Specialist? - La storia di Marco

Marco è sempre stato appassionato di Marketing, in particolare Digital Marketing e Advertising, applicando fin da subito concetti e strategie in diversi contesti, dalle piccole e medie imprese fino a multinazionali. Da un paio di anni è diventato freelance e in questa intervista risponderà a qualche domanda sul suo lavoro!


Partiamo dall’inizio: com’è nata la passione per il tuo lavoro? cosa ti da soddisfazione quando costruisci delle campagne sui social?  

La passione per il mio lavoro nasce parecchi anni fa, già durante gli studi tra liceo e università ma senza un evento in particolare. Sono sempre stato una persona curiosa e intraprendente, e questo mi ha portato a fare diverse esperienze, dall’organizzazione e promozioni di serate ed eventi, fino ad alcune esperienze in ambito sales. Già in quel periodo (7/8 anni fa) mi dilettavo nella gestione di pagine social per attività locali e proprio facendo questo ho iniziato a scoprire il mondo dell’advertising, in particolare le Facebook Ads.

Nel corso degli anni chiaramente con più esperienze alle spalle, anche con clienti interessanti, ho deciso di allargare la mia visione anche su altri canali, fino ad arrivare ad oggi dove tendo quasi sempre a ragionare su tutto l’ecosistema pubblicitario digitale a 360°: Meta, Google e Youtube, Tiktok, Snapchat, Twitter ecc. Poi sta nel mio lavoro di consulente quello di analizzare la situazione e capire quale canale o mix di canali è l’ideale per il mio cliente, per intercettare al meglio i suoi utenti.


Qual è la difficoltà più grande che incontri quando devi raggiungere l’obiettivo prefissato con i tuoi clienti? Cosa rischia inoltre di far fallire il progetto?

 La difficoltà quando si tratta di advertising sta sempre nella fase precedente alla creazione delle campagne, che possiamo definire fase strategica. In questo momento bisogna studiare il prodotto, il target, analizzare la concorrenza, capire punti di forza e debolezza, individuare angle comunicativi e dare indicazioni sulla produzione dei contenuti. Una volta definito tutto questo insieme alle aspettative del cliente, mi sento di dire che la strada, per chi sa cosa sta facendo anche da un punto di vista tecnico, è tutta in discesa.

Per quella che è la mia esperienza un progetto può “fallire" per una moltitudine di motivi, interni ed esterni.

Chiaramente i fattori esterni sono difficilmente controllabili (covid, guerra, inflazione ecc) ma allo stesso tempo ragionando più a 360° in ottica business si possono predisporre delle azioni correttive.

Per quanto riguarda elementi interni, magari con campagne che hanno costi troppo elevati o creatività poco performanti, non mi sento mai di definire un fallimento, perché lo diventa se smetti di testare e ottimizzare. Fa parte del gioco, per ogni business, avere delle campagne meno performanti di altre. L’importante è analizzare cosa sta succedendo e ottimizzare.


Per quale motivo hai deciso di intraprendere questo percorso come freelance piuttosto che lavorare per un’agenzia?

Ho deciso di intraprendere un percorso come freelance perché ho sempre sentito di dover creare qualcosa di mio (come libero professionista o anche di più strutturato, chissà cosa riserverà il futuro). Ho avuto comunque esperienze sia in agenzia e in azienda, sempre con focus su marketing, Ecommerce e ads e questo mi è servito per guardare la tematica con occhi e punti di vista diversi.

Devo dire che lavorare come freelance si porta dietro dei pro ma anche dei contro e dipende da ognuno di noi capire quello che si sente di fare. A differenza di quello che si sente spesso in giro, dove viene quasi “demonizzato” il lavoro da dipendenti (almeno nel nostro settore), ritengo che l’essere freelance non sia per tutti. Devi trovare clienti, vendere, gestire i clienti, vendere, gestire fiscalità e burocrazia… e poi magari ti rimane un po’ di tempo per lavorare. E non hai margine di errore.

Se posso però permettermi di dare un consiglio a chi sente di volere fare qualcosa di suo e lavorare come freelance…Provaci! Perché si è sempre in tempo per tornare indietro, e vivere con i rimpianti in futuro non è il massimo.


Infine, come vedi il futuro dell’advertising sui social? Cosa aspettarci nei prossimi 2-3 anni?

Il futuro dell’advertising sui social per quanto mi riguarda sarà sempre di più incentrato sui video formato verticale, e penso (anche per quello che vedo dai dati pubblicitari attuali) che i contenuti come UGC o realizzati con content creator saranno quelli che andranno per la maggiore.

Personalmente non voglio toccare temi come i criteri di targeting o la precisione del tracciamento perché ritengo sia inutile lamentarsi di una condizione che, con qualsiasi grado ed impatto, sarà estesa a tutti. Piuttosto, credo fermamente che a tendere non si dovrà puntare su un solo canale ma, come dicevo poco fa, sulla creazione di un ecosistema pubblicitario intorno alla customer journey dell’utente.

Ricordiamo che l’advertising è un mezzo che amplifica un messaggio verso un pubblico. Se questi non sono studiati, non c’è tecnicismo che regga, l’adv funzionerà sempre male.

Camilla Brenzoni

Creative Content Strategist freelance | Copywriter | LinkedIn Content Creator | Storyteller gentile a impatto sociale | Author & Community Leader @WomenX Impact

2 anni

Molto interessante!

Matteo Basile

Digital Strategist | Growth | Meta, Google & Youtube ADS Bud. 2Mln | Data Informed | Mission: lasciare un impatto.

2 anni

Hai creato un bel contenuto Michele, complimenti per l'idea e per la realizzazione 💪

Marco Bormetti

Head of Marketing @AlanWalker 📈 Advertising Consultant, Docente

2 anni

É stato un piacere Michele!

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