Covid-19 e Climate Change: nessuno tocchi la transizione energetica
La conferenza mondiale sul clima, CoP26, che avrebbe dovuto svolgersi a novembre a Glasgow è stata rinviata a seguito dell’emergenza Coronavirus.
Lo si legge in una nota dell’ONU che afferma che, a causa di Covid-19, “non è più possibile organizzare una CoP26 ambiziosa e inclusiva a novembre”.
Pur rispettando le direttive dei Governi sul contenimento sanitario e pur tributando tutto il rispetto dovuto al dramma umano, sociale ed economico che stiamo vivendo, non è possibile non notare come questo stop, con rinvio al 2021 (data da destinarsi…), sia un duro colpo per la lotta al riscaldamento globale.
Il precedente vertice internazionale, CoP 25 di Madrid, era stato un sostanziale fallimento, con il mancato accordo tra gli stati per la stipula di misure più dure contro le emissioni inquinanti.
Il rischio è concentrare tutte le risorse e tutta l’attenzione, peraltro dovuta e sacrosanta, per risolvere l’emergenza pandemica e dimenticare un’emergenza ancora più grande che incombe come una spada di Damocle sul nostro futuro e quello dei nostri figli: il Climate Change.
Per questo motivo, l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA, International Energy Agency), attraverso le parole del suo direttore, Fatih Birol, lancia un campanello d’allarme affinchè i governi non perdano di vista l’obiettivo di agire contestualmente anche contro la crisi climatica.
L’emergenza Covid-19 potrebbe, secondo Birol, far contrarre drammaticamente gli investimenti in fonti rinnovabili, stoppando il meccanismo di transizione energetica avviato da tempo su scala mondiale.
Sempre secondo Birol, ha poco senso festeggiare il calo delle emissioni inquinanti dovuto al lockdown e alla chiusura delle attività produttive e dei trasporti: passata la buriana, gli inquinanti torneranno pericolosamente a salire…
L’obiettivo a cui tendere deve essere giocoforza di medio-lungo termine ed è questo il momento adatto per adottare politiche e strategie utili a stimolare l’economia circolare basata sulle fonti rinnovabili.
L’emergenza pandemica è una sorta di “stress-test” per i governanti e le istituzioni internazionali: ad esempio, si legge nel commento, il crollo dei prezzi del petrolio potrebbe diminuire gli sforzi a investire in efficienza energetica, perché i carburanti a basso costo non sono mai stati uno stimolo a utilizzare l’energia in modo più efficiente.
E’ questo il momento, secondo Birol e la IEA, di sospendere i sussidi e i finanziamenti alle fonti fossili per sviluppare politiche di sviluppo per le rinnovabili su scala globale.
Peraltro, i costi delle stesse rinnovabili sono diminuiti fortemente rispetto ad altri periodi passati in cui governi avevano lanciato piani di supporto all’economia.