Empatia e neuroni specchio
L’ultima affascinante scoperta dei neuroni specchio consente di analizzare il concetto di empatia da una prospettiva differente rispetto a quella tradizionale e, ritengo, sia un nuovo punto di vista che non può passare inosservato per chi fa della comunicazione con gli altri lo strumento professionale prevalente. I neuroni specchio sono quelle speciali cellule del nostro sistema nervoso che ci fanno reagire, in modo automatico e involontario, alle azioni di chi abbiamo di fronte. È un’attitudine a interiorizzare il comportamento dell’altro e cioè le sue azioni e le sue emozioni, come se quelle azioni e quelle emozioni fossero provate personalmente.
Hai presente lo sbadiglio in risposta allo sbadiglio di chi hai di fronte?
Ti capita di tirare un calcio a un inesistente pallone dal divano di casa mentre guardi la partita in TV?
Ti capita di versare una furtiva lacrima di fronte a uno spettacolo cinematografico che sai essere una costruzione artificiale per lo più creata al computer?
Si tratta di un’imitazione implicita degli altri che rimane potenziale ma che attiva nella persona gli identici percorsi neuronali: insomma è come se quell’azione o quell’emozione fossero svolte o provate personalmente. La scoperta (tutta italiana!) dei neuroni specchio dà quindi una base biologica all’empatia, a quell’attitudine della psiche, prevalentemente umana, per cui siamo portati a sentire dentro di noi le emozioni, i sentimenti e le intenzioni che vivono le persone con le quali entriamo in contatto e che è stata studiata, nel passato, con un approccio più umanistico che biologico.
Ora sappiamo che l’entrare in contatto con l’altro e condividere uno spazio d’azione implica una reciproca e involontaria interiorizzazione che opera “a nostra insaputa” ma che crea la cornice positiva o negativa della nostra comunicazione. È come se comunicassimo costantemente all’altro le nostre intenzioni, come se il nostro cervello creasse dentro di sé una copia di quella persona, allo scopo di capire il suo pensiero e di entrare in piena sintonia con lei. Insieme entusiasmante e devastante!
Si immagini, per esempio, come le “aspettative” di negligenza o incapacità del Capo diventano esattamente la sua realtà e l’atmosfera di cui, involontariamente, satura l’ambiente, ricevendo in cambio dall’ambiente ansia, paura, insicurezza, demotivazione.
Oppure il venditore che, interagendo in modalità proattiva o, al contrario, svogliata, contagia il cliente che ha di fronte predisponendolo allo stesso stato d’animo.
Consapevoli di questi fantastici meccanismi, possiamo adottare un uso consapevole e strategico della nostra comunicazione non verbale per produrre in chi abbiamo di fronte l’impressione e l’immagine che desideriamo produrre, cioè influenzarlo positivamente. Non c’è niente di magico, di metafisico o di mistico: ci sono “solo” cellule nervose che comunicano con altre cellule nervose per cui creiamo la realtà sociale in quanto ci specchiamo nell’altro come l’altro si specchia in noi e il tutto a un livello che non arriva alla nostra consapevolezza. Per essere comunicatori di successo possiamo solo decidere di essere osservatori attenti degli altri: tutto il resto, prima del linguaggio verbale, avviene automaticamente!
----------------------------------------------------------------------------------------
Ercole Renzi, laurea in Economia e Psicologia, inizia la sua carriera come uomo d'azienda in importanti aziende nazionali e multinazionali a diversi livelli di responsabilità fino a quello dirigenziale. La passione per la comunicazione e il marketing lo porta a lasciare il mondo aziendale e fondare la sua prima agenzia come formatore e consulente di direzione con specializzazione nel Retail. Decide di concentrarsi sulla comunicazione e la psicologia del consumo e, ad oggi, collabora con importanti aziende nazionali e internazionali come Formatore e Business Coach, abbinando a questa attività quella di Analogista e Life Coach.
Business Coach, formatore e analogista
8 anniGentile Sig.Giaconi, i neuroni specchio sono stati SCOPERTI non teorizzati e identificati all'interno del cervello dei primati prima e dell'uomo poi. Le consiglio di approfondire il tema leggendo le pubblicazioni del Prof. Rizzolatti (che ho avuto l'onore di conoscere e seguire personalmente). Nel frattempo cito da Treccani, che presenta un'ampia spiegazione sul tema al link sottoriportato: "Un’importante scoperta neurofisiologica avvenuta negli anni Novanta del 20° sec. ha messo in luce l’esistenza di un tale meccanismo di comprensione, grazie al quale le azioni eseguite dagli altri, captate dai sistemi sensoriali, sono automaticamente trasferite al sistema motorio dell’osservatore, permettendogli così di avere una copia motoria del comportamento osservato, quasi fosse lui stesso a eseguirlo. I neuroni che compiono questa trasformazione dell’azione da un formato sensoriale a uno motorio sono stati chiamati neuroni specchio." http://www.treccani.it/enciclopedia/neuroni-specchio_(XXI-Secolo)/
Psicologo
8 anniho visto questo articolo consigliato, e mi permetto di segnalare che i cosiddetti "neuroni specchio" sono ancora una ipotesi, che non è stata confermata da nessuna metaanalisi in neurologia. si tratta probabilmente di una funzione diffusa tra varie aree cerebrali, ma non altro. cordiali saluti
Medico Veterinario ⭐️Strategie di comunicazione on- offline per veterinari e mondo pet
8 anniWow Ercole Renzi ! Questa teoria non la conoscevo proprio e mi piace davvero tanto!! E' illuminante. Mi ha impressionato soprattutto l'implicazione negativa che può avere nella comunicazione verbale con il cliente. Ho appena pubblicato un post che, nell'incipit ha proprio a che fare con questo. Adesso vado a mettere a posto qualcosina e ti linko se non ti spiace! Grazie per queste lezioni che mi dai!! A presto