Finanza & caffè - 27 agosto

Finanza & caffè - 27 agosto

Le previsioni più cupe si stanno avverando.

L’Afghanistan, oltre alla tragedia umanitaria, si avvia verso una nuova guerra. Gli attentati di ieri rischiano di essere solo i primi segnali di una fase drammatica. La liberazione, da parte dei talebani, di oltre 1.500 detenuti nelle carceri del Paese, accusati di terrorismo dal precedente Governo, non fa che aggravare una situazione in cui la violenza e la mancanza di qualsiasi forma di libertà si sono già impadronite della vita dei cittadini.

Difficile che il mondo, USA e UE in testa, si limitino a guardare. A maggior ragione nel momento in cui muoiono anche cittadini (per di più militari)americani.

Tralasciando qualsiasi considerazione politica e guardando ai mercati, gli attentati di ieri, ma più in generale le condizioni in cui si trova l’Afghanistan non hanno, per il momento, conseguenze. Ieri le chiusure dei mercati, compresi quelli americani, sono state leggermente negative (anche per ragioni diverse, che di seguito vedremo), ma già nella notte la risposta degli indici asiatici è stata moderatamente positiva e anche i futures, questa mattina, sono in crescita. Come abbiamo avuto modo di dire nei giorni scorsi, appena emersa la crisi dovuta all’uscita dal Paese delle truppe americane (decisione maturata già ai tempi di Obama, confermata da Trump, ma di cui si ritiene responsabile Biden per come l’ha portata avanti, in totale autonomia, senza consultare gli alleati e fidandosi di report dell’intelligence USA evidentemente poco attendibili), quel Paese non ha, da un punto di vista economico, praticamente alcun valore (PIL $ 19-20 MD), mentre, invece, ha una “simbologia” politica piuttosto forte, se non altro perché, prima degli Stati Uniti, ha visto il coinvolgimento, a fine anni 80-primi anni 90, dell’allora URSS (ed è costato caro anche a lei). Le ricadute sui mercati potrebbero arrivare in caso di “escalation” nelle tensioni tra gli USA (e gli alleati europei)e potenze come la Cina e la Russia. Come noto, soprattutto con la prima, dai tempi della Presidenza Trump i rapporti sono diventati più difficili a causa delle contrapposizioni economiche, evidenziate dalla guerra dei dazi. E se a questa si aggiungesse una evidente contrapposizione politica, la cosa probabilmente non aiuterebbe. Non a caso il nostro Premier Draghi (non dimentichiamo che l’Italia, in questo semestre, guida il G20)insiste in un coinvolgimento maggiore dei 2 Paesi.

I mercati, in maniera molto pragmatica, sono senz’altro più sensibili alle vicende puramente macro-economiche e di politica monetaria. Gli occhi, quindi, da ieri sono rivolti al simposio di Jackson Hole, ed in particolar modo a quanto dirà oggi il Presidente FED Jerome Powell, nella conferenza stampa conclusiva (il vertice è stato ridotto a soli 2 giorni, ed in teleconferenza, a causa del Covid).

Le attese, come più volte accennato, sono che si vada verso una riduzione degli stimoli monetari (e quindi inizi il cosi detto “tapering”). I “falchi” all’interno della FED cominciano ad essere diversi (se ne contano almeno 3), convinti che il positivo andamento economico USA, la ripresa dell’occupazione e il forte rialzo dell’inflazione non giustifichino più gli acquisti di $ 120 MD di asset obbligazionari (in prevalenza titoli governativi). Il compito di Powell non sarà semplice, dovendo mediare tra posizioni più “estreme” come quella appena descritta e altre più “moderate” di diversi Consiglieri. E, allo stesso tempo, “strizzare un occhio” ai mercati, cercando di non deluderli per non creare l’effetto panico e quindi la ritirata degli investitori. Alla fine, quindi, sarà prestata moltissima attenzione alla comunicazione, lasciando aperte più strade, in funzione di quanto accadrà nei prossimi mesi su temi come inflazione, occupazione, crescita, emergenza sanitaria, senza quindi arrivare a decisioni definitive e date certe.


Come detto, mercati asiatici tranquilli, alla fine di una settimana comunque positiva (la migliore da qualche mese a questa parte), grazie soprattutto al recupero dei titoli del tech cinese.

Ieri sera a Wall Street indici negativi, dopo i record del giorno precedente, anche per l’attesa delle conclusioni del vertice di Jackson Hole: in questi casi, infatti, gli operatori sono soliti non prendere posizione.

Futures ovunque positivi questa mattina.

Segnali positivi anche dal petrolio e dall’oro: il primo si porta a $ 68,6 (WTI), con una crescita di circa l’1,70% nei primi scambi della giornata.

Il secondo torna sopra i $ 1.800 ($ 1.804), + 0.53%.

Si stabilizza lo spread, che scende a 106 bp, mentre, a causa della discesa del Bund tedesco, il cui rendimento è salito (il rendimento si muove in maniera contraria al prezzo)a - 0,42% (anche se può sembrare un paradossa parlare di “salita” quando i rendimenti sono negativi), il nostro BTP è passato a circa + 0,64%.

Sale anche il rendimento del Treasury, questa mattina intorno a 1.34%.

Stabili i cambi, con €/$ a 1.176.

Bitcoin a $ 47.200, dopo che nella notte era sceso sotto la soglia dei $ 47.000.

Grazie come sempre dell’attenzione e, come ogni venerdì, buon week end.

E buona giornata, ovviamente.

Roberto


Ps: il “rito” del caffè è sacro. La conferma arriva dalla Cassazione, che ha annullato una precedente sentenza di colpevolezza a seguito della denuncia verso 2 impiegati pubblici che si erano assentati, appunto, per la “pausa caffè”. Rimane la colpevolezza, ma il reato è punibile solo se è provata “l’abitualità”, accompagnata da un allontanamento per un tempo, diciamo, non giustificato. Ma qual è il tempo “giustificato”? Nella commedia Questi fantasmi il grande Eduardo De Filippo impiega 4’45” per bere il caffè e illustrare l’esegesi della bevanda e della relativa pausa. Ma non è tanto il tempo l’elemento qualificante, quanto piuttosto proprio la “necessità” del ritrovarsi a parlare con una tazzina in mano. Se poi il caffè è anche buono non è male (anzi, dovrebbe essere la condizione imprescindibile).

Buon caffè a tutti.

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