Finanza e caffè - 2 febbraio
In Italia, nel 2020, si sono persi oltre 444.000 posti di lavoro, con un’occupazione in calo di 426.000 unità. Solo nel mese di dicembre, sono stati 101.000, di cui ben 99.000 erano occupazioni femminili. La disoccupazione giovanile è tornato al 30% (29,7 per l’esattezza), triste primato in cui siamo preceduti, a livello europeo, solo dalla Spagna (40,7%)e dalla Grecia (35%). In Germania la disoccupazione giovanile è al 6,1%. Il numero complessivo degli occupati è sceso sotto i 23ML (22,8ML): i contratti di lavoro temporanei sono diminuiti di oltre 393.000 unità.
Il bilancio demografico rende fotografa molto bene la situazione emergenziale: i morti, sempre nel 2020, sono stati oltre 700.000, contro solo 400.000 nascite. Numeri simili si sono visti, nel ns Paese, solo nel 1920, nel pieno dell’influenza spagnola, e tra il 1942-44, e quindi al culmine della devastazione bellica. Si calcola che, nell’anno che si è appena concluso, i decessi giornalieri siano stati di 223 unità superiori alla media giornaliera dell’ultimo quinquennio.
Chissà se questi numeri sono a conoscenza delle delegazioni dei partiti che oggi si incontreranno nuovamente per trovare un accordo tale da convincere il Presidente Mattarella ad affidare l’incarico per la formazione del nuovo governo.
Suscita, peraltro, un certo sconcerto leggere di veti e controveti, di contratti scritti, di programmi che spaziano dalla giustizia alla riforma elettorale, dall’utilizzo del MES alla riforma fiscale in un momento in cui, come ben ha riassunto il Capo dello Stato nel momento in cui ha deciso di affidare l’incarico esplorativo al Presidente della Camera, 3 sono le priorità che vanno affrontate: crisi economica, emergenza sanitaria, emergenza sociale. Pensare di trovare un accordo su tutte le annose problematiche che caratterizzano il ns Paese nell’arco di 2 giorni e, soprattutto, risolverle nel tempo che manca da qui a fine legislatura (circa 2 anni), assume quasi la parvenza di una via di fuga per chi, forse, non ha tutta questa voglia di trovarlo l’accordo che, vale la pena di ricordarlo, probabilmente può avvenire con la conferma di Conte in qualità di primo ministro.
Nella giornata di ieri i mercati sembrano essersi messi alle spalle lo “shock” Gamestop.
Grazie anche ai dati macro sull’attività manufatturiera, che hanno confermato un buon andamento pe l’Eurozona a gennaio, mentre negli USA sono stati addirittura superiori alle aspettative, abbiamo assistito alla miglior performance dei listini USA dallo scorso novembre, con l’indice Nasdaq che ha completamente recuperato il “sell-off” di venerdì (+ 2,6%)e il Dow Jones a + 0,76%. A confermare una ritrovata serenità il drastico calo del VIX, sceso di oltre 8 punti.
Questa mattina si confermano positive le piazze asiatiche, tutte con buoni rialzi: Shanghai + 1%, Nikkey + 0,9%, Hong Kong + 1,6%. Un discorso a parte merita l’India. Dopo il + 5% di ieri, anche questa mattina l’indice Sensex è in rialzo del 2%. A scatenare gli acquisti il consistente aumento della spesa sanitaria annunciato dal Governo (+ 135%)e l’incremento del 35% degli investimenti, che confermano la volontà delle autorità locali di voler attuare un profondo piano di riforme che dovrebbe toccare molti settori.
Futures in rialzo, con variazioni nell’ordine del mezzo punto percentuale, mentre continua la debolezza del VIX, che si porta sotto i 30 punti.
Non si è fermata, per il momento, l’attività dei “millennials” (ormai diventati noti come “traders digitali”), che pare abbiamo preso di mira l’argento, materia prima un po’ dimenticata in questi anni, facendola balzare a circa $ 30, il massimo dal 2013.
Petrolio ancora in rialzo, con il WTI che supera i $ 54.
Venduto l’oro, in calo di 0,60% a $ 1.853.
Stabile lo spread, che si conferma in area 113bp, con il rendimento del decennale a 0.62%.
$ sempre tra 1.20 e 1.21 vso €.
Calma relativa per il Bitcoin, che staziona intorno ai $ 34.000