Il leader: un faro nella notte
Fonte: Photo by William Bout on Unsplash

Il leader: un faro nella notte

Oggi ho avuto un interessantissimo dialogo con Mauro Cerni, professionista nel settore HR. Fino a qualche giorno fa non ci conoscevamo e, fino ad oggi, non avevamo mai parlato.

Dalle prime parole ho avuto subito l'impressione di sentirmi in sintonia: parlavamo la stessa lingua! Infatti, in pochi minuti ho iniziato a raccontargli le mie esperienze e i miei sogni professionali.

Lui mi ha ascoltato e ha immediatamente alzato il livello della conversazione con due frasi che porterò con me per molto tempo.

  1. "Sai, noi HR, siamo come un faro nella notte";
  2. "Ho letto il tuo articolo sulla Vision e ti chiedo: ci credi davvero che servano i leader? E, se ne sei sicuro, quanti leader credi debbano esserci in un'organizzazione?"

Queste domande sono molto intelligenti perché mi hanno provocato.

Pro-vocato: "chiamato fuori". Ho dovuto dare le mie ragioni scoprendo le mie carte sin da subito ed ho dovuto necessariamente parlare di me.

La mia esperienza professionale e la mia storia personale mi hanno insegnato che i leader servono, eccome.

Io ho un continuo bisogno di avere un punto di riferimento. 

Perché? 

Perché sono una pecora da gregge?

Oppure perché ho bisogno di migliorare continuamente?

Sono estremamente convinto che, se miglioro, ho l'opportunità di far notare il mio miglioramento e, quindi, di ispirare il miglioramento del mio collega, del mio vicino, del mio "prossimo".

In questi giorni di remote working, inoltre, sto ragionando molto sul secondo punto della mia personale Vision che è strettamente connesso al concetto di ascolto nella leadership.

"Desidero un luogo in cui la vera sfida sia quella di ascoltare le persone, entrare in relazione con loro, dialogare con passione".

Il tema dell'ascolto è uno degli aspetti della mia professione che mi affascinano di più. Perché?

Perché è quello più difficile e, allo stesso tempo, più semplice.

Il vero leader, infatti, ascolta prima di ispirare.

Ascolta, prima di agire.

Quando ascolto, entro in sintonia con chi mi parla, sono tutto teso a ciò che mi dice. L'ascolto non è un atteggiamento passivo, ma implica allenamento, impegno ed azione.

Ascoltare vuol dire guardare negli occhi chi mi parla (e quando non si tratta di un collega con cui ho affinità è davvero dura) e prendersi del tempo per dare una risposta.

Cadiamo spesso nella tentazione di dare una risposta impulsiva all'interlocutore per fare emergere il nostro Io o per paura di risultare "impreparati", oppure per difendere un nostro territorio.

Troppo spesso i rapporti tra colleghi sono conflittuali perché il pensiero dominante è quello di dover primeggiare a tutti i costi e far vedere che non ci facciamo mettere i piedi in testa da nessuno.

Il leader, dopo aver ascoltato, si mette in discussione e coinvolge.

Cresce e fa crescere.

Mauro Cerni

Hr Recruiter Specialist

4 anni

Buonasera Sacha Emiliani! E' un piacere leggerti e soprattutto rievocare quella chiacchierata. Ad oggi dire che la mia idea non è cambiata, ma forse si è un poco modificata: sono sempre abbastanza convinto che tutti possano essere leader e che questo dipenda dalla capacità d'ascolto e di comprensione; ma anche da come un leader rende la vision qualcosa di proprio e da come di conseguenza riesca a trasmetterlo agli altri. Da qualche tempo ho in mente l'immagine del leader come "fratello maggiore" che ti sprona ad esser meglio ma che ti fa notare le mancanze. Per rispondere alla tua domanda: ammetto che non saprei dirti. Il tema della leadership in questo particolare momento storico dovrebbe essere riconsiderato. Si può essere dei leader in remoteworking? E se si, ha davvero efficacia?

Michela Ruffa

🔸Promuovo il Project Management X.0 per il successo dei progetti e l'espressione del potenziale di Aziende e Professionisti. Metodo e relazioni inter-personali insieme, per fare la differenza fra provarci e riuscirci🔸

4 anni

Grazie per la riflessione, condivido l'importanza dell'ascolto dell'altro, il "sentire" con attenzione, per "esserci" e poter dare un contributo, non solo e non necessariamente di leadership. Ma l'ascolto più difficile, e forse più importante, è l'ascolto di sé. Quanto davvero sappiamo ascoltarci? E quanto questo è importante per un Leader?

Maria Cristina Koch

epistemologa, filosofa della scienza, psicoterapeuta, formatrice, scrittrice

4 anni

Forse, Sacha Emiliani, è compito di ciascuno di noi elaborare e mettere a disposizione una vision, poi, sarà la Vision migliore, quella che sarà capace di nobilitare tutti e ciascuno a indicare e caratterizzare il Leader

Marcello Minuti

Coach | Esperto in Retail People Management | 1° Human Guide in Italia | Autore del libro "Elevazione a Potenza" 📚 | Imprenditore 📈 | Docente 👨🏫 | Founder AltoLato

4 anni

Leadership e Vision, a chi è deputata la Vision a chi la leadership? Credo a tutti . I leader collegano il significato personale a uno scopo più alto per creare un valore condiviso e indicare una direzione, oggi potrebbe essere quello di migliorare il nostro mondo affermando i comportamenti più virtuosi di tutti.

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