Il trend dell'Hybrid Cloud e del Multi Cloud nell'analisi dell'Osservatorio del Politecnico di Milano

Il trend dell'Hybrid Cloud e del Multi Cloud nell'analisi dell'Osservatorio del Politecnico di Milano

Si è tenuto a Milano il nono convegno dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico, dedicato allo stato dell’arte del mercato afferente a questa tecnologia.

A livello internazionale il Cloud non conosce crisi, registrando anche per il 2018 una crescita del 26% per un valore di mercato di circa 120 miliardi di dollari complessivi (dati Gartner 2018).

Secondo le stime dell’Osservatorio, nel 2018 il mercato italiano del Cloud vale 2,34 miliardi di euro, con una crescita del 19% rispetto al 2017 e con il Public & Hybrid Cloud che presenta un tasso di crescita ancora più elevato (28%). Dal punto di vista della spesa, a crescere è soprattutto la componente PaaS (+49%: oggi in Italia 3 aziende su 10 adottano soluzioni PaaS), seguita dalla quota di spesa dedicata all’analisi dei dati (+45%).

Per quanto riguarda i settori merceologici, in termini di spesa troviamo nell’ordine:

  • Manifatturiero (25%), con l’Industria 4.0;
  • Bancario (20%), con la gestione del rischio legato al lock in con il fornitore;
  • Telco & Media (+15%), con l’utilizzo delle architetture serveless per la gestione dei carichi e con l’adozione dell’intelligenza artificiale.

Seguono, in misura minore (10-5%) servizi, utility, pubblica amministrazione, grande distribuzione ed, ultimo, il mondo delle assicurazioni.

Oggi non è più in discussione l’adozione del Cloud (nel 2016 il 54% delle aziende italiane aveva adottato il Cloud, oggi siamo all’82% delle imprese medio-grandi), ma esso è visto come vero e proprio abilitatore necessario all’introduzione di nuove tecnologie in azienda.

Il campione di aziende italiane preso in esame ha riguardato entità di grandi, medie e piccole dimensioni.

Nell’83% dei casi gli intervistati hanno ritenuto l’Hybrid & Multi Cloud come uno dei principali trend 2018. Le motivazioni di questo forte interesse sono essenzialmente le seguenti:

  • Esigenze funzionali (è possibile accedere ad un’offerta di applicazioni più ampia, componendole dai vari provider);
  • Maggiori elasticità e flessibilità per quanto afferisce carichi e sensibilità dei dati trattati;
  • Garanzia di continuità del servizio;
  • Ottimizzazione dei costi (grazie alla flessibilità di spostamento dei carichi su diversi provider a seconda del prezzo);
  • Riduzione del rischio di lock in dei dati da parte del fornitore.

La soluzione Hybrid Cloud (integrazione infrastrutturale e/o applicativa tra sistemi interni e Public Cloud) è adottata dal 72% delle aziende, mentre il Multi Cloud è adottato dal 25% delle aziende italiane: si tratta dell’integrazione infrastrutturale e/o applicativa tra risorse di Public Cloud di provider differenti (in media 3 in Italia contro i 5 all’estero) e sistemi interni. Hybrid e Multi Cloud vengono impiegati per una serie di attività specifiche:

  • 42% :sviluppo e produzione (sviluppo in Public e produzione on premise);
  • 39%: backup e disaster recovery: è questo anche uno dei settori più in crescita nel futuro;
  • 32%: applicazioni composite, che usano sia servizi interni che esterni all’azienda;
  • 20%: portabilità e carichi di lavoro, ambito questo fra i più promettenti per il futuro;
  • 14%: Cloud bursting.

Con le soluzioni Hybrid & Multi Cloud é destinata a crescere la rilevanza del ruolo del System integrator lungo la filiera ICT, quale abilitatore dell’ecosistema Cloud, ed inoltre si rileva da più parti una forte esigenza di soluzioni di orchestrazione, per la quale oggi non esiste ancora sul mercato una suite unica (per lo più infatti vengono messi a disposizione strumenti dei fornitori, nel 52% dei casi) e che attualmente riguarda principalmente i seguenti ambiti:

  • 50%: gestione identità ed accessi;
  • 42%: monitoring dei livelli di servizio (anche per gestire il problema dell’eventuale spreco di risorse);
  • 34%: monitoring dei consumi;
  • 27%: gestione degli utenti;
  • 20%: monitoring del servizio.

Solo il 9% delle aziende intervistate utilizza strumenti che orchestrano più ambienti in maniera unificata: il 6% attraverso soluzioni disponibili sul mercato, il 3% attraverso applicazioni sviluppate internamente. Un ambito di grande interesse per la tematica dell’orchestrazione è in particolare quello delle Multinazionali che devono garantire elevati livelli di servizio in aree geografiche eterogenee dal punto di vista regolatorio.

Dopo il trend dell’Hybrid & Multi Cloud, il 75% degli intervistati ha suggerito quello dell’intelligent Cloud, vale a dire l’utilizzo dell’economia di scala del Cloud per accedere a grandi moli di dati ed analizzarli, mentre la security (tema chiave nell’Hybrid & Multi Cloud) si attesta sul 50%, IoT & Edge computing (elaborazione dei dati in prossimità ad esempio del sensore di rilevazione) sul 42% e approccio Agile sul 25%.

 In generale varia è la scelta aziendale della strategia di adozione del Cloud :

  • nel 56% dei casi è selettiva: il modello  (Public, Private, o ibrido) è scelto in base alla convenienza d’uso;
  • il 25% delle aziende è Cloud first;
  • il 13% predilige l’on-premises;
  • il 6% è addirittura Cloud only.

In generale le aziende adottano più strategie insieme, e così l’82% adotta il Public Cloud (di cui 59% SaaS e 44% IaaS), il 49% adotta Private Cloud e il 36% punta sui datacenter, con ampie zone di sovrapposizione funzionale.

Si è detto di come il Cloud venga oggi visto essenzialmente come abilitatore di nuove tecnologie (nel 69% dei casi sviluppate internamente, nel 68% dei casi con partnership in ecosistemi), che al momento attuale sono:

  • Analytics
  • Collaboration (dove UcaaS si trasforma sempre più in comunicazione cognitiva: non più solo audio, video e messaggistica, ma anche AI, sensori, robot e analytics)
  • Industria 4.0
  • Security

mentre in futuro si prevede la crescita di:

  • Intelligenza artificiale
  • Blockchain
  • Realtà aumentata

Il Cloud in realtà è un vero e proprio abilitatore del cosiddetto “IT fluido” come nuova chiave di efficienza: dalla specializzazione alla trasversalità, dalla supervisione alla orchestrazione, dalla linearità alla iterazione , dalla stabilità organizzativa alla liquidità organizzativa. Grazie alla Cloud transformation, l’IT può uscire dal ruolo di centro di costo per rendersi promotore e abilitatore dell’innovazione aziendale. E’ in effetti interessante notare come il Cloud, per il 73% delle imprese intervistate, non abiliti necessariamente una riduzione dei costi (ma per il 79% incrementa scalabilità e prestazioni delle applicazioni aziendali). Con l’adozione di Hybrid & Multi Cloud diventa peraltro ancora più necessaria l’adozione di software che consentano il controllo dei costi.

L’impatto del Cloud coinvolge tutto il modello operativo dell’azienda. Il customer management è la principale linea di business decisore per i progetti Cloud: in questo contesto SaaS permette di sperimentare nuovi servizi velocemente ed a costi contenuti. Nel project delivery, PaaS consente di aumentare la produttività ed è leva per la gestione dei progetti in modalità agile, mentre IaaS consente provisioning più veloce di ambienti di sviluppo, test e produzione. Nell’operation management il Cloud consente attività di misurazione delle performance, di identificazione di nuove esigenze che possono essere semplificate dal Cloud, di change management, manutenzione, help desk.


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