★ Innovazione, tecnologia e società: ecco dove e come rischiamo di fraintendere tutto.

★ Innovazione, tecnologia e società: ecco dove e come rischiamo di fraintendere tutto.

Il tuo pensiero sarebbe prezioso. Buona lettura!

Troppo spesso ci scontriamo con la convinzione collettiva che l'innovazione sia dipendente solo dalla tecnologia. Meglio, che la tecnologia sia un punto di partenza anziché d'arrivo. Gli scienziati hanno coniato il termine "innogenetico" per definire quel processo di innovazione che è all'origine di un continuo rinnovamento di conoscenze, specialmente di carattere tecnologico. Bisogna qui però distinguere tra quello che sostanzialmente noi percepiamo, cioè di visibile e tangibile e quello che permette di alimentare la nostra percezione; cioè la convenienza e la strategia che stanno dietro alla tecnologia e ai processi di cambiamento socio-tecnico-culturali e quello che questi possono apportare alla qualità, o meno, del nostro vivere quotidiano.

Innovare dovrebbe significare sostanzialmente fare meglio e non solo fare o inventare qualcosa di nuovo.

Soprattutto, se si focalizza il pensiero ad una tecnologia. Infatti, non tutte queste riescono a cambiare la nostra vita in meglio (premettendo che ognuno di noi ha una propria percezione individuale di cosa sia meglio per noi stessi). Lo stimolo per innovare dovrebbe essere la convenienza: vivere meglio, trovare gratificazione in ciò che si fa, sentirsi parte dell'avanguardia, curare se stessi e la società, stimolare o favorire il cambiamento di benessere di una società, classe sociale o parte di essa.

Capita però spesso che l'innovazione venga associata al contesto hi-tech. Nelle aziende, soprattutto di piccola/ media dimensione e di qualunque settore, prevalentemente nel mondo delle startup che nascono quasi sempre con un focus tecno-centrico e una business idea, ma scarso orientamento strategico ai processi di cambiamento sociali, è infatti ancora troppo radicato il credere che un processo di innovazione (e di successo) debba iniziare dalla tecnologia. Personalmente penso che questo sia piuttosto ingenuo perchè il successo, quello che le aziende cercano spesso con ottusa e bieca ostinazione invece che con intelligenza e visione, dovrebbe partire da uno scambio reciproco di convenienze tra domanda e offerta; win-win factor.

Nonostante sia sotto gli occhi di tutti, spesso rispondiamo alle domande con leggerezza e facilità: "ovvio che sia così, o ..già lo sapevo..ma in quel momento pensavo che andasse fatto" sono risposte che si danno frequentemente, anche se non si è capito. La risposta a questo, va detto, è che serve consapevolezza; l'idea non va confusa con la soluzione e un meccanismo di pensiero, seppur strutturato, con un progetto che si pensa di comperare sugli scaffali del supermercato dell'innovazione.

L'innovazione non si può comperare è un percorso di cambiamento che si affronta. Si co-costruisce con la consapevolezza, la mutua accettazione, la volontà e la capacità di mettersi in gioco.

Vi faccio un esempio, la maggior parte delle persone pensa che il genio di Steve Jobs derivi dall'aver inventato iPhone. Quindi associando a quel device il proprio concetto di innovazione. Così non è, infatti il telefono cellulare già esisteva e nemmeno l'aver pensato ad uno telefono con un display più grande del solito e touch-screen centra con la grandezza di quella persona. L'illuminazione di Jobs è stata quella di capire per primo che quello strumento tecnologico, che oramai era diffusamente nelle tasche di tutti avrebbe rappresentato un modo nuovo di vivere, di comunicare e di fare relazione. Per ottenere questo lui capì che doveva far si che una comunità indipendente di persone e di strategie avrebbe potuto svilupparsi e, contribuire in modo fondamentale allo sviluppo di strategie e di azioni in grado di trasformare la sua "scatola" tecnologica in un valore aggiunto indissolubile per la comunità; egli aveva capito che serviva creare una community mondiale racchiusa in un sistema aperto. Sono così nate migliaia di aziende che hanno creduto, scommesso e contribuito con le loro strategie, creatività e know-how a sviluppare un ecosistema che potesse racchiudere strategie finite; le applicazioni. Automazioni che potessero contribuire a sviluppare in modo incondizionato un nuovo modo di vivere l'interazione tra le persone e la macchina tecnologica ; iTunes. Così è nato il concetto: smart-phone to smart living

Uno smartphone senza la community sarebbe semplicemente un telefono ..non smart.
Internet o i social network senza la community, cioè senza le persone, sarebbero il nulla.

Elettroni che illuminerebbero un monitor che proietterebbe il vuoto. Proviamo ad immaginare facebook o whatsapp senza le persone, cosa rimarrebbe? Rimane la tecnologia. Quella cosa che ci accorgiamo che esiste solo quando non funziona. Il resto, è processo di innovazione e cambiamento socio-tecnico-culturale che entra nel nostro vivere quotidiano, quasi per osmosi. Il futuro e le nuove frontiere dell'interazione uomo macchina saranno sempre più la fusione di tecnologia e biologia umana. L'intelligenza artificiale [A.I.] e intelligenza umana. Assisteremo sempre più all'interconnessione tra cose e uomo e uomo con uomo in modalità bio-cibernetica.

Nella semplicità quotidiana, l'insuccesso nel trovare una via nuova è spesso figlio della nostra paura di lasciare la vecchia, l'incapacità di rompere gli schemi classici, la mancanza di visione alternativa e di creatività individuale che impediscono l'emergere delle competenze dei singoli - empowering people - dalla produzione seriale e fotocopiata di piani strategici, di protocolli metodologici standardizzati calati dall'alto (top-down) ma che al braccio operativo mai arrivano. Molto spesso domina l'effetto pecora; dove corre una pecora, solitamente tutto il branco la segue alla cieca, senza curarsi di dove stia andando e perché. Questo è il frutto di una specie che si è abituata nel tempo a comprare soluzioni preconfezionate ed è purtroppo avvilente, perché non aiuta le persone a trovare la bussola, non stimola la creatività e il ragionamento individuale. Questo ci porta a copiare le azioni per quello che vediamo o leggiamo, senza ragionare in autonomia o facendoci aiutare, copiando così anche errori e insuccessi.

"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” - Marcel Proust

Le soluzioni preconfezionate non vanno bene per tutto e per tutti. Per innovare è soprattutto necessario avere coscienza sociale e integrità morale. L'evoluzione della specie, - il processo di speciazione - come direbbe Igor Sibaldi fa parte della selezione naturale della specie. Il processo contrario alla speciazione è però l'estinzione. Ognuno di noi ha davanti a sé un bivio, seguire il branco come pecore o deviare prendendo una via nuova, sconosciuta e sicuramente in salita, ma ci può portare ad evolvere e a non estinguerci.

Paolo Borroi

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