La classe non è acqua (soprattutto per chi è nato analogico)
Un paio di giorni fa, assieme ad una collega delle Risorse Umane, ho incontrato due dei fondatori di una giovane società di consulenza, Strategike, che volevano presentarsi alla nostra azienda.
Per inciso, si sono presentati molto bene: identità chiara, professionalità ben mixate, ottimi materiali di comunicazione (cosa tutt'altro che scontata, per molti consulenti), e una proposta formativa per manager e liberi professionisti davvero ricca e suggestiva, Altavia Camp.
Non so se in futuro collaboreranno con la nostra azienda, e non spetta a me deciderlo, ma di sicuro Enrico Florentino e Andrea Bettini si sono giocati bene le loro carte, in questo primo incontro.
Andrea lo conoscevo già: è stato mio docente nello Storytelling Lab organizzato lo scorso novembre da Ninja Academy, è autore del libro "Non siamo mica la Coca Cola, ma abbiamo una bella storia da raccontare", è veneziano (d'adozione e di isola) quasi come me (che lo sono dalla nascita, ma di terraferma), e soprattutto è tifoso dell'Umana Reyer: se anche non avesse il bel bagaglio professionale che si porta appresso, lo stimerei già per questo.
Enrico, invece, è stato una scoperta, e di quelle piacevoli: mi sono annotata mentalmente di approfondire con lui il tema "business model".
Devo riconoscere a Strategike, come accennavo più su, la capacità di distinguersi da tante altre società di consulenza per quanto riguarda la comunicazione.
E ne ho avuto la conferma questa mattina, quando sulla mia scrivania è arrivata una busta, affrancata e scritta a mano, con un biglietto di ringraziamento.
Capitemi: io sono nata negli anni '60. Fino a tutte le scuole medie avevo amici di penna, in Italia e all'estero, con cui intrattenevo una corrispondenza abbastanza regolare. Carta da lettera, penna, busta, francobolli: quelle cose lì, insomma, che ormai non si usano più. Ogni tanto ho ancora l'impulso di comprare della carta da lettera, per il semplice gusto di farlo.
Sul lavoro - auguri di Natale a parte - non ricevevo un biglietto di ringraziamento dalla fine degli anni Novanta, credo.
Questo gesto mi ha colpita, non tanto perché è una cortesia nei miei riguardi (non dovuta e di fatto "a fondo perduto"), ma appunto perché è ormai inusuale, e soprattutto perfettamente coerente con l'immagine che l'agenzia aveva dato di sé nel corso dell'incontro.
Dovessi definire questo gesto in due parole: singolarità e classe.
A volte basta poco, per emergere in una marea di offerte anche valide, ma troppo spesso indistinguibili. La cura dei dettagli (però e purtroppo) sembra ormai essere una virtù di pochi. Chapeau a Strategike.
Experienced Sales & Marketing Manager| Largo Consumo | Grande Distribuzione| Fractional/Temporary Manager |Business development & Innovation|Business coaching
8 anniBravi loro e grande Michela . Dimostri sempre grande acume e intelligenza . Prerogative non sempre facili da ritrovare specialmente in alcuni contesti aziendali ......
Amministratore delegato presso SES Italy Srl - spar european shopping centers
8 anniChapeau a loro, e chapeau a te per quello che scrivi, e per come lo scrivi