La crisi del vicinato: Despar e Crai in discesa, crescono Coop e Conad. Tutti i dati dei principali protagonisti

La crisi del vicinato: Despar e Crai in discesa, crescono Coop e Conad. Tutti i dati dei principali protagonisti

Quando si dice prossimità si apre uno scenario in cui convivono tutti i punti vendita da 0 a 2.500 mq i quali, a loro volta, rappresentano modelli di business differenti in una stessa accezione, creando confusione e sottovalutazione di problematiche da analizzare in profondità.

La questione è di assoluto interesse sia per gli operatori della #gdo, che per l’industria perché è importante conoscere le differenze di prestazioni tra i diversi canali di vendita.

In Italia i negozi che misurano da 0 a 800 metri quadrati storicamente assolvono alla funzione del vicinato, e rappresentano circa il 70% dei punti vendita totali. La domanda è: questo cluster sta incrementando la sua quota di mercato oppure no?

Tradotto in parole semplici: si può investire su di loro oppure ci sono altri cluster le cui prestazioni sono in maggiore ascesa?

Oramai ci siamo assuefatti a concentrarci sulla “lotta commerciale” tra supermercati e discount, ma in verità alla base di questa distinzione ve n’è una di fondo: quali sono le performance delle diverse superfici di vendita? Qual è stata la loro recente evoluzione?

Nell'articolo, tra le altre cose, si specifica che quest'area della GDO rappresenta un comparto consistente perché occupa il 33% del mercato, una quota certamente rilevante sebbene in calo rispetto al 34.6% del 2016. Una sua caratteristica peculiare, e poco conosciuta, è rappresentata dal fatto che in media, il fatturato dei discount, è molto differente da quello dei supermercati di pari metratura. Tutti i dati, suddivisi per area geografica, sono riportati nella pubblicazione.

In un altro articolo, dedicato sempre all'ultra prossimità, ha messo in luce come le sue quote di mercato siano variate negli ultimi anni, territorio per territorio. Il dato non è di poco conto in un mercato rappresentato da player regionali o, al massimo, interregionali. Qui sotto l'articolo con tutti i dati.

Come si è scritto, le imprese della GDO sono, per la maggior parte, regionali o interregionali. In un altro articolo abbiamo dettagliato le prestazioni dei principali protagonisti, e messo tutti a confronto tra loro.

Conad , Coop Italia , Carrefour Italia , ma anche Despar Italia , CRAI Secom Spa , Gruppo VéGé èGè, tutte queste insegne sono messe a confronto tra loro su fatturati medi, evoluzione del fatturato di gruppo nel periodo 2016-2022, evoluzione della numerica dei punti vendita e della quota di mercato in tutti i territori. L'articolo chiude la trilogia sul formato facendo i nomi e per ognuno indicandone le prestazioni.

Esiste un nutrito gruppo di imprese che hanno abbracciato il modello di business dell'ultra prossimità e che lo perseguono con molta linearità. Imprese che prendono coscienza che una parte del mercato ha virato verso formati di vendita più grandi ma che per diverse ragioni non vogliono inseguire. Nella maggior parte dei casi si tratta di imprese cooperative oppure di imprese che hanno come core business l'attività di vendita al dettaglio, vivendo di affiliazione.

Durante l'anno 2022 molte pubblicazioni si sono rivolte proprio a queste imprese. Lo schema seguito per raccontare lo stato dell'essere di queste aziende è stato sempre lo stesso: si analizza prima di tutto il Cedi, cioè l'azienda che fattura ai fornitori. Solo successivamente si è proceduto ad analizzare i suoi clienti, ovvero gli affiliati oppure i soci nel caso di analisi di una cooperativa. Infatti, non è sufficiente verificare lo stato dell'essere dei Cedi per comprendere la solidità di un gruppo della DO. E' doveroso approfondire lo studio entrando nel merito della qualità dei suoi affiliati/soci.

Abbiamo analizzato Ergon SpA , oggi trasformata in una Spa unica. Il rating che il nostro esperto Giuseppe Di Napoli aveva attribuito al gruppo è stato pari a BB, spiegando che si posizionava nella zona centrale (per questo si parla di “normale” rischiosità finanziaria), insieme al 20% delle aziende retail del settore.

Nella regione Marche esistono due imprese della DO che si fanno concorrenza da decenni e sono entrambe ancorate ad un modello cooperativo di tipo classico, sebbene uno dei due apra negozi di dimensioni superiori negli ultimi tempi; stiamo parlando di Coal e Cedi Marche.

Coal ha ricevuto un rating pari a BB+ motivato dal fatto che l'azienda riflette una politica finanziaria meno aggressiva della media, ma con un assetto qualitativo molto positivo, grazie alle dimensioni, alla notorietà ed all’abilità commerciale raggiunte che la porta a pochissimi passi dall’area della “distinzione”, segno di una qualità del credito sopra la media.

Sì con Te (Cedi Marche) ha invece ottenuto un rating finanziario pari a BBB-, sintomatico di azienda capace di pagare le proprie obbligazioni grazie ad una buona sostenibilità dei debiti, che riflette una politica finanziaria con un livello di conservatività nella media (analoga coerenza dei livelli di debito rispetto a quelli di reddito e di cash flow, in confronto con le imprese più virtuose del settore), ed un assetto qualitativo molto positivo, grazie alle dimensioni, alla notorietà ed all’abilità commerciale raggiunte.

Il rating - ha spiegato nell'articolo il dott. Di Napoli - si fonda sul presupposto che il valore dei crediti finanziari concessi alle imprese controllate (prestiti finalizzati esclusivamente alla realizzazione d’investimenti in attività commerciali da affidare in affitto di azienda ai soci), pari a 80 milioni di Euro a fine 2020, sia pienamente esigibile, non essendo note al momento circostanze o fatti di segno contrario.

Un altro gruppo che appartiene al mondo del cooperativismo e che opera nell'ambito dell'estrema prossimità è VEGA Soc. Coop. di Treviso. Il suo rating è stato pari a BB-, così motivato da Di Napoli: " Si tratta di un’ azienda con una normale rischiosità finanziaria, capace di pagare le proprie obbligazioni ma più soggetta rispetto ad altre realtà, cosiddette investment grade, ad eventuali mutamenti del contesto economico e competitivo. Il rating riflette una politica finanziaria conservativa, che bilancia performance operative al di sotto della media che sono l’effetto della natura mutualistica della cooperativa, ed un assetto qualitativo molto positivo, grazie alle dimensioni, alla notorietà ed all’abilità commerciale raggiunte”. 

Dal gruppo Vega siamo poi passati ad analizzare una cooperativa che opera in Toscana, Masterfranchisee di Carrefour, Etruria Retail. Il rating che Di Napoli ha attribuito all'azienda è stato BBB- con la seguente motivazione: "Etruria ottiene un rating finanziario pari a BBB-, sintomatico di un’azienda con una minore rischiosità finanziaria, associata a performance operative in parte buone e in parte lievemente al di sotto della media per effetto della natura mutualistica, ed un assetto qualitativo molto positivo, grazie alle dimensioni, alla notorietà ed all’abilità commerciale raggiunte”.

Infine abbiamo analizzato una storica cooperativa dell'Emilia Romagna, la Realco Società Cooperativa . Il rating dell'analista è stato B+. eccone le motivazioni: "E’ sintomatico di un’azienda più vulnerabile, capace di pagare le proprie obbligazioni ma più soggetta rispetto ad altre realtà ad eventuali mutamenti del contesto economico e competitivo I margini sono compressi dalla natura mutualistica, ed un assetto qualitativo molto positivo, grazie alle dimensioni, alla notorietà ed all’abilità commerciale raggiunte”.

Insomma la fotografia della storica DO non è differente da un gruppo all'altro. Di sicuro non sono imprese capaci di crescere nei ricavi alla pari di quelle che si concentrano su formati di vendita superiori ma, ad oggi, hanno una vulnerabilità non così alta da dare allarmi.

Fausto Indelicato

Avvocato | Real Estate | Edilizia-Urbanistica | GDO

1 anno

Il successo dei negozi di vicinato (per legge fino a 250 mq di superficie di vendita), dipende molto dalla realtà locale dove opera l'azienda. Ad esempio a Milano in questi ultimi anni #Esselunga ha investito molto, cambiando il sua format originario, su questa tipologia di negozi (con la Esse). Il negozio di vicinato, inoltre, può essere la risposta o l'alternativa al delivery, consentendo una spesa veloce in prossimità della propria abitazione.

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