#Lecce, gestione del Castello Carlo V: non fu peculato. Assolti tutti gli imputati
Non fu peculato. Lo ha deciso nelle scorse ore il GUP del Tribunale di Lecce Alcide Maritati che, all’esito del rito abbreviato ha assolto con formula piena tutti e sei gli imputati finiti sotto processo per la gestione dei servizi di informazione e accoglienza turistica al Castello Carlo V di Lecce.
La vicenda giudiziaria ha riguardato i biglietti per gli ingressi al castello di Lecce: secondo l’accusa le società che avevano il gestione il contenitore culturale nel cuore della città (Theura e Oasimed, costituite in un raggruppamento temporaneo d’impresa) avrebbero trattenuto delle somme indebitamente, oltre ad aver gonfiato le spese gonfiate per dimostrare costi non sostenuti nella mostra dedicata al fotografo Elliot Erwitt ed infine di mancati versamenti all’erario. Episodi avvenuti dal 2018 al settembre del 2019.
Il PM aveva invocato aveva invocato la condanna a 4 anni e 8 mesi per Stefano Ramires, presidente della coop Oasimed, e 3 anni e 4 mesi per Marina Quarta, presidente della cooperativa Theutra, per Paolo De Rinaldis,, vicepresidente della stessa Theutra, Anna Maria Cafiero, consigliera della Theutra, Raffaella de Luca, vicepresidente della Oasimed e Marco Bianchi. A comporre il collegio difensivo gli Avvocati Luigi Quinto, Amilcare Tana e Ivana Quarta.
“Finalmente giustizia circa l’operato delle associazioni che si sono dedicate in maniera encomiabile nella gestione e valorizzazione di un contenitore culturale così importante per i leccesi e non solo - commenta l’Avv. Luigi Quinto. È stata fatta così piena luce anche a fronte di un’accusa così grave qual era quella mossa dagli inquirenti di aver sottratto somme di spettanza pubblica”.
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Secondo la Procura, nel dettaglio, le società che avevano in appalto la gestione del Castello, avevano omesso di dichinare alcuni incassi, peraltro per cifre che nel complesso superavano i 100mila euro. Ebbene, all’esito dell’udienza celebrata innanzi al GIP Maritati con il rito abbreviato tutti gli imputati sono stati assolti.
“L’accusa - spiega ancora l’Avv. Quinto - prendeva le mosse da un’indagine della Guardia di Finanza che, all’esito di un’analisi dei conti delle società, ha ipotizzato i reati di peculato e truffa per via di una presunta contabilità parallela dove, si pensava, che le società avessero inserito taluni incassi delle visite al Castello non dichiarati e, quindi, sottratti alle casse pubbliche. Tale ipotesi oggi si è rivelata non veritiera. Siamo soddisfatti dell’esito del giudizio e ora attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza che saranno depositate nell’arco di 90 giorni”.
Ora però ci si interroga sul futuro del Castello Carlo V.
“La cosa più triste è che queste società nel frattempo hanno subito una serie di contestazioni e illazioni con cui, inevitabilmente, bisogna confrontarsi quando emergono tali notizie. Il ciò ha comportato una rinuncia, da parte loro, di beneficiare di una proroga che era già prevista per la gestione del Castello per l’anno corrente. Il Castello oggi è gestito provvisoriamente dalla Lupiae Servizi, fino al prossimo 31 gennaio. Ma dal 1 febbraio, a causa di questa vicenda e dei suoi strascichi, il rischio, più che mai concreto, è che questo splendido luogo possa rimanere chiuso fino a quando non si troverà un nuovo soggetto gestore. Anche perché l’esperienza ci insegna che non è facile rintracciare operatori in grado di conciliare al meglio attività imprenditoriale e valorizzazione dei beni culturali di cui è pieno il nostro territorio”, conclude l’Avv. Luigi Quinto.