Marketplace - riflessioni sugli scenari futuri

Marketplace - riflessioni sugli scenari futuri

"L'inesorabile destino dei marketplace" - di Gianluca Diegoli

"Da sempre mi occupo di marketing e vendite in salsa digitale. Ho sempre sostenuto che i marketplace, se non frenati da normative giuridiche, si mangeranno il mercato. Dove per marketplace intendo intermediari che vendono e che fanno vendere a terzi sulla propria piattaforma. Amazon, ma anche ePrice, Manomano, ecc. Il loro vantaggio competitivo è determinato da:

·     godono, passata la soglia critica, di traffico di destinazione indipendente da Facebook e Google, quindi più a buon mercato

·     sono preferite dai consumatori, pigri, che si abituano prima a un'unica interfaccia, anziché comprare da n siti diversi

·     la maggior parte dei brand non sono davvero brand, quindi hanno un traffico sul proprio sito molto basso

·     come sottoprodotto, ma spesso decisivo per i margini, guadagnano economie di scala nella logistica (vedi FBA di Amazon), ma soprattutto accesso ai dati dei consumatori, di prima parte, sulle vendite “vere”, non sulle visite a un sito o un mi piace a una pagina.

Ci sono quattro trend di fondo, secondo me:

·     i generalisti: ne rimarrà uno solo, e sapete quale

·     gli specializzati: possono avere un loro pubblico, ma per settore, se differenziano abbastanza il loro target e il loro bisogno, ne rimarrà uno solo, di nuovo. Questo vale anche per i settori industriali, in cui Alibaba è l'Amazon. E in cui siamo ancora all'età della pietra.

·     Shopify: nasce per i siti e il Direct to consumer, ma diverrà presto una piattaforma, almeno a livello logistico e di dati. La sua crescita sarà inarrestabile per le PMI e il D2C

·     Reseller selezionati (davvero): tra eBay, che accetta tutti e non garantisce troppo il compratore, e Farfetch c'è posto, forse. E sulla “certificazione” dei prodotti non contraffatti

·     Servizi: ePrice ha il principale differenziatore nel trasportare al piano e montare il frigo o il forno.

·     Grande distribuzione food e specializzati: become marketplace or die. Usate quei dati e quel traffico, per segmentare e vendere advertising. Esselunga, Coop, ecc.

La scelta di brand se essere su Amazon o sul proprio sito ha solo una risposta:

·     entrambi (se non sei Nike, e non lo sei)

Questo perché non puoi non pescare dove sono i pesci.

Ma il ragionamento sarà sempre più: qual è l'esca per pesci diversi? Chi sono quelli che compreranno sul mio sito, quali prodotti? Quali prodotti sono più vendibili sui marketplace?

Salvare brand e vendite è il nuovo dilemma capra e cavoli della vendita online, tra D2C e marketplace."

Mi è piaciuta questa analisi. Alcune cose mi sono chiare, su altre ci rifletterò, e per altre la domanda è " in che che tempo avverranno queste transizioni?" perchè questo è rilevante per gestire la strategia di un'azienda.



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