Il capo è sempre il capo...

Il capo è sempre il capo...

Il colonnello Mark Anarumo dirige la Norwich University, un college militare del Vermont. A fine gennaio si è trovato con quasi cento casi di coronavirus su mille cadetti. Il cinquantenne veterano dell’Aviazione, sopravvissuto alle guerre in Afghanistan e in Iraq, a malincuore ha ordinato una quarantena ferrea: tutti isolati nella propria stanzetta, lezioni da remoto, nessuno contatto. Fatto questo, è andato anche lui a vivere nel dormitorio degli allievi, stanza 512. Era l’unica libera, e presto ha capito il perché. La 512 è quella più vicina ai bagni, oltre la parete lo scroscio dello sciacquone. Il minore dei problemi, per un uomo che ha provato a vivere per notti intere al buio in una buca in Afghanistan, senza neppure la possibilità di accendersi la pila frontale. Ma anche l’isolamento da Covid presenta insidie mortali (non solo per i 26 milioni di ragazzi americani che vanno al college) e il colonnello lo sa bene: l’anno scorso durante il primo lockdown, mentre lui fresco di pensione si preparava alla nuova carriera, due ragazzi della Norwich si sono suicidati.

E Anarumo ricorda il giorno di qualche anno fa quando dovette bussare alla porta di una madre per annunciare che il figlio, un soldato del suo reggimento, si era tolto la vita. Così per stare vicino ai «suoi ragazzi» e alle loro esigenze, il colonnello-rettore ha vissuto come loro la quarantena, da fine gennaio, prima che i casi di coronavirus si riducessero a zero. Come se il dormitorio del Vermont fosse una buca in Afghanistan. O quasi: alla Norwich nei momenti di relax la musica non si è mai spenta. Ma quando è arrivato «il comandante», gli studenti hanno smesso di sparare rap a manetta nelle docce: «Hanno cominciato a mettere certa musica anni Cinquanta — ha raccontato Anarumo al New York Times — al che ho dovuto divulgare una nota per tutti: guys, ascoltate quello che vi pare. Ma quanti anni pensate che abbia? Fate finta che non ci sia». Quasi: il giorno dopo la nota del colonnello, qualcuno ha messo su l’Ave Maria. Il colonnello è stato in contatto con i ragazzi da remoto. E se qualche volta ha trovato qualcuno che lo aspettava in fondo a un corridoio o in bagno, con la voce incrinata e gli occhi lucidi, è rimasto ad ascoltare. Come in certi film hollywoodiani a volte bastano poche parole del capo, la sua presenza nella buca accanto o dietro la parete del bagno, per superare i momenti più difficili.

di Michele Farina - Newsletter Corriere della Sera

giuseppe noce

Indipendent researcher

3 anni

David i tuoi trascorsi militari ... comunque è vero la presenza del capo di colui che in definitiva è il responsabile di tutto aiuta e non ti fa sentire solo

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