Nel business la comunicazione deve essere contenuto
“Content is king”, il contenuto è il re. Lo diceva Bill Gates alla fine degli anni ’90 e oggi, vicinissimi al 2023, questa affermazione è quanto mai attuale. Tuttavia nel mondo del business l’assunto non può essere dato per scontato.
Comunicare è infatti ormai diventata una pratica comune per chi fa affari. Possiamo partire dalle grandi aziende, dalle multinazionali, dai brand ormai parte integrante della nostra cultura che fanno pubblicità e possiamo arrivare agli studi professionali, alle società di investimento, ai consulenti, a tutte quelle realtà professionali che fino a poco tempo fa facevano della riservatezza un valore aggiunto del loro servizio ma che si sono dovuti arrendere alla social era.
Esserci, oggi, è imprescindibile. Far parte della piazza, contribuire al rumore, prendere posizione e posizionarsi, partecipare al flusso comunicativo significa esistere. Chi resta fuori rischia di perdersi parte della conversazione e di rendere invisibile una parte di sé.
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Va però ricordato che questa presenza deve essere finalizzata allo sviluppo del business: bisogna avere ben chiari i propri obiettivi e ragionare su come la comunicazione, che sia essa sotto forma di un’intervista su una testata, un post social o la partecipazione a un convegno, possa aiutare a raggiungerli. Il rischio è di una sovra esposizione o peggio ancora di trasmettere un’immagine erronea di sé.
Per questo la domanda che mi sono posta in questi giorni è, vale la pena esserci a tutti i costi? Quale può essere il riscontro pratico e oggettivo del “fare presenza”, magari partecipando a serate di gala solo perché ci sono tutti? In questo caso la presenza può fungere da forma di accreditamento all’interno della community e per fare networking ma una strategia seria di comunicazione non può finire qui. Il motivo è semplice: la presenza in quanto tale non lascia alcun messaggio, non trasmette niente se non quella, appunto, di presenza. Per fare davvero la differenza e uscire dall’anonimato della stretta di mano bisogna avere qualcosa da dire. E nel dirlo porci come esperti di una determinata materia o di un tipo di attività.
La presenza senza contenuto, soprattutto nel momento in cui tutti vogliono esserci, è fuggevole e questo vale anche nel networking perché un contatto può diventare una relazione solo se la persona che abbiamo davanti sa quali sono le nostre qualità e cosa possiamo offrire loro. Altrimenti resteremo una delle tante mani strette e non recuperate.
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2 anniE poi bisogna sapere comunicare nei modi, tempi e canali giusti. .... "Content is king....but distribution is queen and she wears the pants ", Jonathan Perelman, VP of Agency and Industry Development at BuzzFeed.