Nella economia delle idee #formazione e #innovazione sono i fattori abilitanti
Formazione, innovazione, ricerca, ma anche coraggio imprenditoriale e creatività. Queste la strada che il Mezzogiorno deve percorrere per vincere la sfida della crisi, crescendo in competitività, generando ricchezza e nuovi posti di lavoro.
Tutti temi e soluzioni emerse dall’incontro “Il mezzogiorno alla sfida della crisi: formazione ed innovazione leve per la crescita” tenuto nello splendido teatro di Corato e promosso da Maiora, centro distribuzione Despar del sud Italia.
Dopo l’introduzione di Pippo Cannillo e Marco Peschechera, A.D. e CFO di Maiora, che hanno raccontato l’esperienza di una realtà dalla forte presenza sul territorio e proiettata versa il futuro, ho partecipato un panel insieme ad Antonio Felice Uricchio – Rettore Università “A.Moro” Bari, Pasquale Casillo – A.D. di Casillo spa, Carmela Lamacchia – ricercatrice del Dip. Scienze Agraria dell’Università di Foggia e Diego Antonacci – Impact HUB, Bari.
Sul tema della formazione e lavoro, ho posto l’accento sull’importanza dello sviluppo dei talenti, poiché l’educazione va pensata quale stimolo a riconoscere e sviluppare le proprie qualità ed è la vera chiave per aprire le porte della competitività.
E’ ormai urgente aggiornare il sistema formativo italiano, ancorato ad aspetti tradizionali, sia di infrastrutture, sia di metodologie didattiche, che non sono cambiate negli ultimi decenni. La scuola di domani deve essere un istituto vicino ai ragazzi in ogni momento della loro vita, senza confini fisici o limitazioni di sorta; una scuola che, attraverso strumenti digitali ed una nuova metodologia della didattica, possa ampliare il proprio essere a supporto della vita e dello sviluppo degli student.
Formare cultura e competenze digitali negli studenti e realizzare una scuola digitale è una sfida impegnativa nel breve periodo. Tuttavia prendendo a riferimento il 2020 è possibile realizzare innovazioni significative, a partire soprattutto dal riconoscimento della centralità nella didattica di “Cultura e Competenze Digitali”, intesa questa definizione in modo duale. Da una parte come insieme di “conoscenze fondamentali ICT”, vale a dire conoscere, essere in grado di contestualizzare nel proprio ambiente lavorativo ed infine saper usare le tecnologie e le applicazioni; avere consapevolezza non solo sui temi di sicurezza e privacy, trattamento dei dati e delle informazioni in modo critico, ma, in generale su cosa vuol dire un progetto di innovazione digitale. Dall'altra, queste conoscenze devono coniugarsi con le fondamentali competenze trasversali quali curiosità, pensiero computazionale e, nel caso dei docenti e dei dirigenti scolastici, anche capacità di fare emergere i talenti, di comunicare efficacemente, di promuovere il cambiamento, di coinvolgere e mobilitare le persone, di imparare dagli altri.
La scuola è alla base dell’innovazione del processo culturale, pertanto è proprio nella scuola che bisogna pensare di agire per inserire i semi della trasformazione che possano diventare domani i frutti del cambiamento. La direzione da intraprendere allora, diviene quella di una “democratizzazione della formazione”, poiché l’abilitazione di una base diffusa di cittadini consapevoli e coscienti oggi, significa creare le migliori condizioni di impiego domani, fornire competenze dalla validità internazionale e, in una parola, dare reali opportunità di crescita al nostro Paese.
Vice President at Age Platform Europe
8 anniMolto interessante Enrico