Nessuno è una categoria!

Nessuno è una categoria!


Ultimamente si leggono e sentono sempre più discussioni e commenti che cercano in tutte le maniere di valorizzare alcune categorie di persone che, per motivi diversi, si trovano ad essere svantaggiati rispetto ad altri. Nel mondo del lavoro la polemica dilaga rispetto agli over 50, alle donne in età "interessante" e ai giovani che non hanno esperienza. Il risultato di tutto questo è un continuo tentativo di dimostrare il valore di queste suddette categorie.

E quindi si inizia con gli stereotipi positivi: gli over 50 portano esperienza e saggezza, le donne sono multitasking, i giovani sono tabula rasa e quindi si possono inserire più velocemente perché non hanno preconcetti ...

Attenzione! Tutto questo non basta, troppo semplicistico. Ecco quindi che ci vengono in soccorso le sottocategorie che pian piano sollevano i primi dubbi sulle categorie stesse. Ecco quindi che gli over 50 sono esperti ma faticano ad inserirsi in un contesto nuovo, le mamme sono multitasking ma rischiano di non dare continuità al lavoro, i giovani possono essere formati ad immagine e somiglianza dei valori dell'azienda, ma poi scappano ...

Niente, non basta ancora! Serve dettagliare meglio la sottocategoria, quindi gli over 50 ma che non abbiano lavorato sempre nella stessa azienda, che abbiano già vissuto il cambiamento; le mamme ok, ma che siano già rientrare nel mondo del lavoro ed abbiano già riorganizzato la loro vita; i giovani da formare vanno benissimo ma che non abbiano troppe pretese di crescita ... e così si può continuare all'infinito!

Perché è così difficile parlare solo di persone? Di quello che sanno fare, delle loro esperienze, dei loro interessi, del percorso che hanno fatto o vorrebbero fare?

Un ruolo non può essere ricoperto da una "categoria" deve essere ricoperto da una competenza, da una capacità o da un potenziale. Ragionando in questo modo il trentenne può essere senior e il cinquantenne un potenziale, non credete?

E allora perché si ragiona così poco sulle persone, soprattutto quando si deve fare una selezione? Cosa porta a delineare il profilo da ricercare partendo dalle categorie per poi sfociare in un processo di selezione basato sui nostri stereotipi?

Io ho in mente un paio di spiegazioni.

La prima è molto semplice: definire un ruolo e selezionare una risorsa basandosi sulle categorie è ... più facile! E' oggettivo, non servono analisi troppo accurate e i data base sono a disposizione per semplificare il processo. Le categorie sono la "confort-zone" di chi deve definire ruoli e gestire processi di selezione. Andremo a ricercare il candidato migliore solo all'interno della categoria ... perché uscirne prevede uno sforzo nell'analisi dell'organizzazione e del ruolo, una ricerca più ampia, una selezione più profonda ma soprattutto un on-boarding più articolato con feedback costanti nel tempo

Chi è deputato a mettere in campo gli sforzi per uscire dalla confort-zone in questo caso? Forse questo è la spunto per la seconda spiegazione che però merita un approfondimento a parte.


Zeno Merlin

Coordinatore amministrativo presso COOPERATIVA SOCIALE CERCATE

5 anni

Ragionare per categorie spesso é limitante e limita le persone , a volte occorre uscirne per trovare l'originalità e quel qualcosa in più che diventa la soluzione dei problemi o dell'azienda...

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