Ritrovare ed essere se stessi è il reale Cambiamento.

Ritrovare ed essere se stessi è il reale Cambiamento.

"Io accetto la grande avventura di essere me stessa." Simone de Beauvoir

Quando ci accettiamo così come siamo, allora possiamo cambiare. Paradossale, vero? Accettarci per cambiare, tutto qui…e mi dici tutto qui? 

Per fare questo abbiamo bisogno di allontanarci dalle aspettative degli altri, dalle aspettative che ci costruiamo guardando i nostri “miti” alla tv e sui social (ah i social…), da quello che amici e familiari pensano sia giusto per noi, da ciò che per gli altri conta…e mi dici tutto qui?

Per accettarci così come siamo, abbiamo bisogno di “smantellare” tutto questo. 

"Lloyd sento che sto per crollare." "Sir, solitamente i crolli che si possono prevedere si chiamano demolizioni." "Stai dicendo che mi sto distruggendo?" "Sto dicendo che forse è pronto per ricostruirsi, Sir."

Come?

Il primo passo è quello di chiederci se il malessere che sperimentiamo sia causato da una scelta errata degli obiettivi che ci siamo posti. 

Voler diventare qualcun altro provoca malessere. 

Mantenere il divario tra ciò che siamo e ciò che pensiamo dovremmo essere provoca malessere.

Mettere in atto un cambiamento per raggiungere qualcosa che non sentiamo nostro provoca malessere.

Il secondo passo riguarda la possibilità di guardarci, osservare noi stessi, conoscerci con occhi privi di giudizio. Questo vuol dire osservare i nostri pregi, le nostre aree di miglioramento, i nostri talenti e le nostre debolezze. Si tratta di dedicare tempo a disegnare una mappa mentale di tutto quello che ci rende NOI.

Il terzo passo riguarda l’accettazione. Accettando di essere noi stessi e ciò che ci circonda, si dà uno strappo a tutte le illusioni che ci hanno inculcato e che abbiamo seguito sino ad ora: il voler essere come questo o quello, il vestirsi in un certo modo, il seguire un certo tipo di musica o di film, mangiare certi cibi. Lasciar andare le aspettative degli altri e quelle che abbiamo creato in base a dettami esterni. 

Questo permette di comprendere: Come sono fatto, Cosa è Importante PER ME e, in base a questo, Cosa voglio PER ME. 

Quello appena descritto è un processo impegnativo, perché occorre lasciar andare alcuni punti fermi, che allo stesso tempo rappresentano, a lungo andare, delle catene, dei limiti.

Ci si accetta così come si è, si pensa con la propria testa e in tal modo si conquista una reale libertà che è uno stato interiore. Ciò vuol dire concepire se stessi come un essere umano, un individuo OK, dotato di valore e dignità, di competenze per poter decidere della propria vita.

In questa ottica ci rendiamo conto di quanto siamo responsabili di noi stessi, responsabilità da intendere come potere personale. 

Ogni giorno nel mio studio mi confronto con persone che disperdono le proprie energie pensando che forse “se faccio come la mia amica”, o “se cambio facoltà e scelgo il percorso di studi suggerito dai miei genitori” o che si proiettano in un futuro in cui avranno raggiunto obiettivi scelti senza comprendere bene se siano adatti o meno alle loro caratteristiche. 

Mi capita anche di confrontarmi con persone che cambiano spesso lavoro, amici, partner e lo fanno credendo che grazie a tali cambiamenti troveranno la “felicità”. Tuttavia la rapidità con cui agiscono è tale da non consentirgli di comprendere se queste scelte siano adatte a loro o meno.

Quella di cui parlo è un’affannosa ricerca di cambiamento fatta guardando all'esterno, mossi dall'idea che se l'altro è felice con quello che ha, se anche io raggiungo quello status, allora sarò appagato. Si innesca un cambiamento in quella direzione, si raggiunge la meta e le aspettative vengono disattese. Ci sentiamo scomodi e la soddisfazione immaginata non si prova. A questo punto crediamo che sia sbagliato il punto di arrivo, invece a essere sbagliato è il punto di partenza. Perché? Perché abbiamo stabilito il cambiamento guardando gli altri, guardando fuori, e non guardando all'interno, a noi stessi.

Se ti trovi in questa situazione, se qualcosa che hai letto in questo articolo ti suona familiare, allora una buona idea può essere quella di seguire i seguenti passaggi:

  1. Se sperimento malessere forse i miei obiettivi non riflettono i miei reali bisogni
  2. Chi sono io? Quali sono le mie caratteristiche, le mie risorse, le mie fragilità?
  3. Osservo me stesso, mi accetto senza giudizio e a questo punto posso cambiare

In questo modo smetterai di essere qualcun altro, di fare ciò che è altro da te. Solo a questo punto potrai iniziare a comprendere e sentire: Come sono fatto, Cosa è Importante PER ME e, in base a questo, Cosa voglio PER ME.

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