SI ENTRA NEL VIVO DEI MESI CRUCIALI PER IL DOLLARO

Con il mese di settembre, solitamente, si entra nel periodo cruciale per i mercati valutari e, così è accaduto spesso, il primo periodo determina poi l’andamento dei tre mesi successivi che è culminato spesso con la continuazione del movimento dell’anno che va a concludersi. Se così fosse anche in questa occasione, allora dovremmo attenderci una ripartenza del trend generale contro il dollaro, che dopo un inizio d’anno sugli scudi, ha non solo perso tutto il terreno guadagnato, ma ha mollato i supporti e rischia di scendere ancora e in modo deciso. Ovviamente, dovremo rompere dei supporti e soprattutto i minimi precedenti prima di dare per morta la divisa Usa, ma la tendenza sembra ben avviata. E le incertezze sul futuro prossimo, relative anche alle elezioni Usa, in un periodo di contagi ancora significativi, non aiutano certo gli investitori a rafforzare le proprie posizioni sugli asset denominati in valuta americana. Detto poi che i mercati azionari, dopo gli ultimi sell off, sembrerebbero essere all’inizio di una correzione e soprattutto sembrerebbero aver confermato la presenza di una bolla speculativa di un certo rilievo (la perdita di 180 miliardi di capitalizzazione di Apple in una sola seduta da -8% ne è parsa una ulteriore conferma), tutto ciò sembra essere contro un recupero della divisa americana, se non esclusivamente correttivo e parziale. In ogni caso, inizia un’altra settimana con un lunedì che rischia di essere spento e poco volatile, causa la festività americana del labour day, con molti mercati, specie quelli delle commodities, chiusi e con chiusure anticipate dei listini azionari, mentre il solo Forex rimarrà attivo ma probabilmente poco mosso fin dal primo pomeriggio. Questa notte, l’unico movimento interessante si è visto sulla sterlina, che ha mollato qualche punto in concomitanza con la dichiarazione di Boris Johnson che avrebbe messo una deadline alla Brexit, ovvero al definitivo accordo commerciale con la Ue, per il 15 ottobre che non è così lontano, specialmente in relazione a quanto dichiarato più volte dal negoziatore Europeo Barnier, che ha espresso preoccupazione per le difficoltà riscontrate durante la trattativa. Se non dovesse esserci alcun accordo, la Gran Bretagna potrebbe optare per un accordo di tipo australiano, con l’Unione Europea, ovvero un agreement che assomiglierebbe a quello attivo all’interno del Commonwealth, che oggi comprende accordi tra i 52 stati accomunati dalla passata appartenenza all’Impero britannico, che è di fatto su base volontaria. EurGbp che e’ salito a 08950 e potrebbe continuare verso i target fissati a 0.8965 70 e 0.8980 90 nel breve termine, mentre nel medio non possiamo escludere 0.9050 e neppure 0.9160. Sulle altre valute, poco da segnalare, se non che ci pare che l’EurUsd abbia trovato una base a 1.1780 1.1800 che non riesce a sfondare, così come le oceaniche tengono e il UsdCad non riesce a violare la resistenza posta in area 1.3130 60. UsdJpy ancora sopra 106.00 e nessun segnale di risk off, almeno per il momento, con l’oro che rimane in area 1930, consolidando da qualche giorno a questa parte. Per quel che riguarda il risk off, molto dipenderà dalle borse. Buona giornata e buon trading 

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