Un decalogo della "cattiva"​ comunicazione in azienda

Un decalogo della "cattiva" comunicazione in azienda

Non so quale sia il segreto per vincere, ma so bene cosa posso fare per perdere” (cit. Bebe Vio)

Qualche mese fa, nel corso di un nostro webinar, abbiamo incontrato Bebe Vio; tra i tanti spunti che questa grandissima campionessa ci ha lasciato ce n’è uno in particolare che mi ha colpito. Alla domanda su quale fosse il segreto delle sue vittorie Bebe ha risposto dicendo di non sapere quale fosse il segreto per vincere, ma di conoscere bene quali siano le cose che la possono portare alla sconfitta: non allenarsi con impegno e costanza, non ascoltare le indicazioni dell’allenatore, non seguire una dieta rigorosa e via dicendo.

Questa frase che Bebe ha detto di aver preso a prestito da un suo allenatore, ha ispirato in me una serie di riflessioni su tanti altri possibili campi di applicazione: le nostre prestazioni lavorative, il completamento di progetti personali o professionali, la gestione delle nostre relazioni personali.

Tutti noi sappiamo bene che cosa possiamo fare affinché i nostri progetti, le nostre esperienze, le nostre relazioni falliscano!

Possiamo allora applicare questa stessa riflessione anche al nostro modo di comunicare in Azienda? Vediamo se questo metodo può funzionare.

Allora volendoci impegnare un po’ cosa potremmo fare per produrre una "cattiva" comunicazione nella nostra Azienda?

Ecco di seguito alcuni suggerimenti per diventare dei “bravi” cattivi comunicatori:

  1. potremmo ad esempio comunicare senza interrogarci preventivamente su quale sia l’obiettivo che vogliamo raggiungere con il nostro messaggio
  2. potremmo trasmettere messaggi distanti o poco coerenti ai valori, alla cultura e al contesto aziendali
  3. potremmo comunicare senza chiederci chi sono i nostri destinatari effettivi e quali siano le loro aspettative verso l’azienda
  4. potremmo comunicare usando un linguaggio indifferenziato e solo gli strumenti a noi più comodi
  5. potremmo continuare a lasciare che nella nostra organizzazione le comunicazioni siano prodotte da chiunque verso chiunque
  6. potremmo sovrabbondare di comunicazioni perché è sempre meglio dirlo una volta in più piuttosto che una in meno
  7. potremmo ignorare i segnali di ritorno che arrivano dal nostro interlocutore
  8. potremmo continuare a non sentire la necessità di valutare e misurare l’efficacia della nostra comunicazione
  9. potremmo continuare a dire “io comunico bene, non capisco perché non si faccia ciò che dico
  10. potremmo continuare a fare tutto ciò improvvisando, perché la comunicazione è solo creatività

Certo per fare tutte queste cose dovremmo proprio sforzarci ... ma forse neanche tanto!

Nelle nostre aziende queste cose accadono purtroppo spesso e generano inefficienze, confusione, smarrimento e sfiducia.

La comunicazione interna all’organizzazione è una leva necessaria per gestire il nostro business e per dare spinta ed energia al nostro team; per questo abbiamo bisogno di definire regole e attori della comunicazione aziendale, individuando obiettivi, responsabilità, contenuti, linguaggi e strumenti.

Abbiamo cioè bisogno di definire il nostro modello di comunicazione organizzativa.

Non abbiamo la certezza che questo ci possa portare al successo, ma sappiamo che restandone senza avremmo molte più opportunità di sbagliare.

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