Una nuova mentalità
L’empirismo ,l’intuito, lo spirito d’iniziativa non sono più sufficienti per condurre un’impresa: occorrono informazioni sempre più copiose, più attendibili, più tempestive. Molti insuccessi aziendali sono dovuti alla mancanza o all’insufficienza di adeguati sistemi di informazione e di controllo. Dovrebbe ormai essere assodato che il successo nel campo degli affari è pressochè impossibile, in un’economia di mercato progredita, se non si organizza, programma e controlla razionalmente l’attività aziendale. Non basta che l’azienda conosca il mercato: essa deve conoscere a fondo anche se stessa.
L’aumento delle dimensioni delle aziende, determinato dal progressivo ampliamento dei mercati e dell’incessante evoluzione tecnologica, ha fatto sorgere rilevanti problemi anche sul piano dell’organizzazione interna. La Direzione non potendo più seguire la gestione nei suoi molteplici aspetti e nella sua incessante evoluzione, ha dovuto decentrare alcune funzioni, con conseguente delega di autorità e di responsabilità. Ma, affinchè la Direzione potesse continuare a svolgere le funzioni di coordinazione e di controllo, nonostante tale decentramento, occorreva creare adeguati strumenti che consentissero di bilanciare gli effetti negativi della più ampia autonomia concessa alle varie unità aziendali. Questi moderni strumenti di programmazione e di controllo sono rappresentati dai budgets e dalla Contabilità Industriale, o dalla Contabilità Analitica, o Contabilità dei Costi.
Purtroppo non tutti gli imprenditori e non tutti gli amministrativi si sono resi pienamente conto delle necessità e dell’utilità delle nuove tecniche; soprattutto, molti di essi non ne hanno penetrato lo spirito, non ne hanno valutato i pregi e i limiti. Per strumenti nuovi occorre una mentalità nuova. La classe dirigente amministrativa italiana ha una preparazione a sfondo più giuridico-contabile che economico-statistico. Gli imprenditori e i dirigenti non sono sempre propensi a delegare alle unità organizzative loro sottoposte una sufficiente autonomia, senza la quale non ha senso parlare di controllo