9 Influencer su 10 sono Americane
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9 Influencer su 10 sono Americane

Che cos'è un influencer?

Una cretina che va in giro per alberghi di lusso e ristoranti indossando bei vestiti?

No, basta andare sul dizionario e cercarne la traduzione: una persona in grado di influenzare l’opinione altrui (in pratica dei suoi follower nel caso dei social influencer) e soprattutto il loro comportamento d'acquisto.

Il Financial Times ha anticipato la lista delle 10 donne più “influencer” del pianeta (a questo link).

La posizione n.1 è ovviamente di Kylie Jenner, creatrice del brand (da 1 miliardo di dollari) Kylie Cosmetics. Nelle 48 ore successive aver postato il mini vestito rosa del compleanno, le ricerche su web di quel vestito di Peter Dundas sono aumentate del 109%.

n.2 Kim Kardashian, 1 milione di gente in più della sorella, ma meno influente. Si fa per dire. Posta una foto con una tuta monogram Fendi, le ricerche del brand Fendi nel mese successivo crescono del 16%

n.3 La duchessa del Sussex, Meghan Markle, moglie del principe Harry (ormai ha oscurato completamente la cognata ed è lei la vera principessa d'Inghilterra). Mediamente le ricerche su web crescono del 200% nei 7 giorni successivi aver postato un suo outfit.

Fuori dal podio, tra le top 10, c’è un’attrice, Blake LIvely (n.6), le popstar Cardi B (n.4), Beyoncè (n.5), Rihanna (n.9).

Ariana Grande al n.10 e il suo amore per le felpe oversize, le ha fatte diventare di gran moda facendo schizzare del 130% in un anno le vendite di quel tipo di capo (a Milano ormai vedo solo felpe e maglioni oversize).

Unica sportiva Serena Williams che ha fatto aumentare del 108% le ricerche dei suoi ormai famosissimi completino neri da tennis post gravidanza.

9 influencer su 10 sono americane.

1 sola è Europea. E' italiana.

La ragazzina di provincia senza laurea, Chiara Ferragni.

Nella posizione n.7, la settimana dopo aver indossato il suo abito di matrimonio ha fatto schizzare del 110% le ricerche del brand Dior.

Ora per l’invidiosa donna media italiana ancora non si capisce che lavoro faccia, quel che ha fatto lo ha fatto grazie ai soldi di papà e alla bravura del primo fidanzato, ha i follower falsi, le tette piccole e piedi osceni, tira i panettoni addosso al marito al supermercato, non ha gusto e ne capisce molto poco di moda, i baci e gli abbracci che da al figlio sono figli di un grande progetto cinematografico. Talmente ignorante che si fa i selfie mentre legge i libri al contrario, ricordate….

Ma mi chiedo "ma non la seguite perché vi fa schifo, ma poi sapete tutto di lei? ...e vi prendete anche la briga di andarle a dire sul suo profilo le cose?"

Per voi, la storia di Chiara Ferragni, rimane la storia della vita di una scema.

Ma in questo momento lei è sul Financial Times, mentre chi la critica è coi capelli arruffati a cercare, con 10 filtri Instagram, di far venire decente selfie da postare.

In Italia tutti vogliono veder cadere tutti, perché l'invidia è l'ulcera dell'anima. Voglio vederti come un'incapace per sentirmi meglio. Perché se tu fallisci io mi sento migliore.

“Vedi? non sono io che sono incapace, è lei che ha avuto successo anche se è una scema".

L'invidia si annida in fondo al cuore della frustrata come una vipera nella sua tana.

Sull'invidia nessuno può costruire il proprio futuro. Perché l’invidia è la religione dei mediocri ecco perché è una esplicita confessione di inferiorità.

Provateci voi a fare Chiara Ferragni se è cosi facile... Ma se non ne siete capaci, per favore tacete.

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