C'era una volta un'azienda/1
C'era una volta un'azienda/1
Il rifiuto indiscriminato del passato è sempre un errore, così succede anche per la gestione di un'azienda. E' chiaro che pensare di gestirne una seguendo le regole di 40/50 anni fa sarebbe un errore colossale, i cambiamenti intervenuti nel mondo degli affari non lo permetterebbero, e si dovrebbe chiuderla in tempi brevissimi.
E' necessario però riscoprire quanto di giusto e di valido c'era nel modo di dirigere l'azienda del buon tempo antico e inserirlo nelle nuove forme di gestione attuali.
Non dimentichiamo ad esempio che Peter Drucker scrisse tanti anni fa che " il business ha due sole funzioni: il marketing e l'innovazione" rivelandosi un anticipatore del pensiero di questi anni, sbandierato come una novità eclatante da molti manager o studiosi rinomati.
E' fondamentale quindi combinare vecchio e nuovo con lo scopo di "vincere".
Cosa significa "vincere" nel campo degli affari? Sicuramente non significa calpestare la concorrenza, ma "fare meglio", meglio delle altre aziende del settore, meglio rispetto alle prestazioni passate, meglio rispetto a quanto sarebbe stato lecito attendersi in presenza delle sfide di mercato.
Il problema è che molti manager si trovano a lavorare in aziende che hanno perso l'abitudine a vincere, ma si limitano a galleggiare forti della loro posizione sul mercato.
Sono organismi vicini alla sopravvivenza!
Basta dare un'occhiata a quali erano le dieci aziende più importanti del mondo venti anni fa e quali sono adesso, praticamente sono cambiate tutte.
Quindi è fondamentale avere qualcosa da fare: avere quindi degli obiettivi, senza di questi il punto d'arrivo sarà determinato dal caso.
Si sono avuti svariati casi di aziende enormi che si sono viste portare via fette di mercato da altre molto più piccole ma dinamiche e con le idee chiare.
I manager devono avere due caratteristiche: endoscopia e esoscopia e cioé la capacità di guardarsi dentro e quella di guardarsi intorno.
L'endoscopia viene applicata raramente perché è molto difficile da effettuare, riguarda infatti l'idea che si ha di se stessi, di ciò che l'azienda fa realmente bene, di come si può migliorare quello che si sta facendo.
L'esoscopia è invece la visione e la comprensione del mondo esterno all'ambito specifico dell'azienda: la sensibilità agli eventi presenti e futuri che cagioneranno il destino dell'azienda.
Nella realtà l'endoscopia richiede un'analisi accurata di quello che si sta facendo in funzione del cliente, perché è il cliente il fulcro che garantisce la sopravvivenza e lo sviluppo (marketing).
L'esoscopia invece deve fornire le informazioni attinte dal mercato su ciò che il cliente desidera per prendere le decisioni ed è proprio qui che si sono verificati i cambiamenti più rilevanti con le tecniche digitali moderne ( social network, blog, content marketing eccc...).
Fermarsi alla conoscenza dei dati interni ed esterni non può mai costituire l'oggetto dell'attività manageriale.
Le idee vanno tradotte in azioni, azione efficace cioè che ottiene risultati soddisfacenti: l'obiettivo deve essere il denaro.
L'impresa che perde denaro o che non riesce a generarne abbastanza da sostituire adeguatamente gli impianti che diventano obsoleti, consuma capitale, divora risorse.
Per non rischiare di impigrirsi i manager devono vedere le cose con occhi nuovi e con la determinazione di riuscire comunque: non esiste dire che è impossibile , ma come posso realizzarlo.
"Non so nulla dell'azienda, ho bisogno che mi si spieghi tutto, non do nulla per scontato".
In questo modo è più facile sfruttare uno spazio di mercato dove vi era l'esigenza di un prodotto o servizio importante e quindi occuparlo fornendoli a un costo inferiore al prezzo che il mercato era disposto a pagare..
Se invece l'azienda è in posizione dominante come fa a resistere agli attacchi esterni di concorrenti che cercano di farsi largo a forza? E' condannato a perdere? No se l'azienda ha appunto capacità di endoscopia e avvia un "dialogo" interno ponendo una tesi, opponendovi un'antitesi e arrivando a una sintesi.
La tesi è costituita da ciò che l'azienda sta facendo e da come lo fa, le attività e i metodi alternativi che può adottare sono l'antitesi.
La sintesi aziendale che si ottiene dalla loro combinazione deve fornire la giusta miscela per progredire.
E' ovvio che il difficile è individuare qual'è l'antitesi, perché l'azienda cercherà sempre la staticità, ma questa non deve essere l'oggetto dell'attività.
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