Cercando l'azienda giusta: dal passato puoi scappare... oppure imparare qualcosa!
Con il nuovo anno arrivano i buoni propositi, quindi va bene andare oltre il passato, ma dimenticare del tutto no (così, tanto per non ripetere più gli stessi errori). Ecco perché, pensando a quanti di noi rincorrono, o hanno rincorso, il sogno di trovare l'azienda giusta, ho pensato di raccontare questa storia.
Sono cresciuta in una società in cui dovevi avere un nome, un titolo, o dovevi lavorare per un’azienda che avesse una certa fama. Dovevi farlo non per tua soddisfazione personale, e neanche per una tua crescita professionale. Dovevi farlo per poter dire in giro che lavoravi per un certo brand, per rendere fieri e orgogliosi parenti, amici, vicini di casa, medici di famiglia, salumieri, cani, gatti, canarini, e chi più ne ha più ne metta. Non sorprende, quindi, il costante affanno alla ricerca dell’azienda giusta, anche se spinti da motivazioni sbagliate.
Poi c’era chi, come me, desiderava lavorare per un’azienda di una certa rilevanza per puro autocompiacimento: entrare in una realtà grande, conosciuta, magari internazionale, nella quale poter svolgere il lavoro che amavo e per il quale avevo studiato, sarebbe stato gratificante, tanto gratificante. La degna conclusione di un percorso tempestato di gioie, ma anche di difficoltà e sacrifici.
Ed ecco che, uscita fresca fresca dal master in comunicazione per le relazioni internazionali, e dallo stage curricolare in un’organizzazione internazionale, iniziai ad inviare le prime candidature. Spulciando su Linkedin, trovai un annuncio che mi colpì particolarmente non solo per il nome dell’azienda in questione, ma soprattutto per come era formulato: una job description divertente, fresca, giovanile e amichevole, senza tutti quei noiosissimi e spesso interminabili bullet point che sembra che tu debba essere andato anche sulla luna per poterti candidare. L’annuncio si concludeva con la richiesta di rielaborare qualche contenuto, scrivendo una lettera di presentazione per convincere il CEO a prendere in considerazione il tuo profilo.
Mai fatta una application simile, quindi sì, mi misi d’impegno. Scrissi un'email (qui sotto trovate un estratto), sperando che, prima o poi, mi avrebbero contattata.
Non ci credevo quando, tre giorni dopo, ricevetti una risposta. Li avevo colpiti. Mi fu chiesto di rielaborare alcuni dei loro contenuti già prodotti e pubblicati, e di mandare un paio di video in cui presentavo l’azienda e un loro prodotto.
Video? Con la mia faccia? Posso provarci. Studiai la storia dell’azienda, imparai la descrizione dei prodotti, buttai giù gli script e mi ripresi. Ricordo che, per realizzare video che mi piacessero, andai a letto alle due e mezza, quella notte. Inviai tutto il materiale richiesto e incrociai le dita. Avevo fatto davvero del mio meglio per soddisfare le loro richieste. 24 ore dopo, ecco la risposta:
Era fatta, avevo un colloquio con loro. Mi misi a saltellare in giro per casa davanti all’aria interrogativa della mia coinquilina che dalla cucina mi aveva sentita squittire come un topolino molto allegro. Feci come mi aveva chiesto il CEO, contattai via email i referenti per la selezione. E poi arrivò il bello: mai sentiti. Circa una settimana dopo, scrissi una nuova email chiedendo se ci fossero novità sul processo di selezione, e il giorno dopo mi arrivò questa risposta:
Inutile descrivervi la sensazione che provai in quel momento. Mi si accartocciò lo stomaco, mi salì il sangue al cervello, e mi scese anche qualche lacrimuccia. La delusione sa essere cocente, e io mi sentii così, delusa, e anche un po’ stupida per aver creduto di aver messo non dico un piede, ma almeno un alluce in quella realtà. Dopo essermela presa con il destino, l’universo, gli allineamenti planetari e le fasi lunari, raccogliendo tutta la diplomazia possibile e che per fortuna non mi manca, risposi:
Per poi ricevere una nuova, banalissima, risposta:
Ecco, qui finisce la storia. Perché raccontarla? No, non mi interessa svergognare l’azienda in questione, anche per questo non ho fatto alcun accenno ad essa, e ho cercato quanto più possibile di non fornire particolari che riconducessero al nome. Si tratta di un’organizzazione ben vista, in forte espansione, che ci sa certamente fare e che sta raggiungendo dei notevoli traguardi. Sono contenta per loro, sul serio.
Ma da questa brevissima esperienza ho imparato alcune cose:
- Non puoi dare nulla per certo, anche quando tutto ti fa credere che sia così.
- Non è tutto oro quello che luccica: una realtà fighissima sulla carta, può nascondere lati meno piacevoli. Per questo, anche quella che sembra l’azienda giusta può dimostrarsi diversa da come credevi.
- Il fatturato e l’apparente successo passano sempre in secondo piano di fronte alla capacità di gestire adeguatamente le persone. Magari non vi sembrerà oggi, ma un domani vedrete!
- Comunicare è fondamentale, a tutti i livelli aziendali. E quando non è la comunicazione interna il problema, allora ci vuole trasparenza verso l’esterno.
- Ma soprattutto, non è l’azienda a scegliere noi, siamo noi a scegliere l’azienda. Una realtà che ci rispecchi, nella quale possiamo ritrovarci, che condivida i nostri stessi valori, un’azienda che stimoli vero commitment.
Prendiamo coscienza di ciò che siamo e di quello che meritiamo... and fuck the rest!
Rappresentante vendite farmaceutiche presso Zuccari srl
5 anniTi ringrazio....averti letto mi ha incoraggiato. Dopo aver passato gli ultimi 6 mesi del 2018 con un azienda truffaldina con tante promesse fatte e purtroppo da me non ben giudicate..mi sono ritrovata a racimolare le mie polveri alla fine dell'anno, licenziata in tronco ... Oggi ringrazio la fine di un rapporto nato male con un azienda di cui non faccio nome ma tanto chi mi conosce sa di cosa parlo...consiglio solo di fare molta attenzione a chi è alla ricerca di un lavoro di aprire bene orecchie e occhi e sopratutto non stringete rapporti con altre Repubblihe👍
io dalla mia esperienza ho capito più di qualcosa...sarebbe l ideale che lo capissero anche le aziende per migliorare la qualità dei loro dipendenti, altrimenti saranno sempre i migliori ad andarsene
Senior Program Manager Europe and Agile Coach (PO, SM,Leading Safe 6.0, Professional Scrum master, Jira - Confluence - AWS- MS Azure , GCP -Confluent-Kafka )
5 anniQualche volta vinci, tutte le altri impari.