Chi era mio padre
Papà ci hai insegnato ad andare in bicicletta tenendoci il sellino da dietro, aiutandoci a non cadere, ma soprattutto facendoci comprendere che nella vita ci vuole equilibrio.
Eri un uomo alto e quando da piccoli ci prendevi sulle tue spalle il mondo ci sembrava più bello; giocavamo a soldatini insieme, ma noi amavamo soprattutto vestirci da supereroi, ma i tuoi vestiti ci stavano larghi. Eri il nostro eroe.
Non eri un uomo di molte parole, non ci dicevi come vivere, vivevi e lasciavi che noi ti guardassimo vivere, così abbiamo compreso cosa fosse il buon esempio.
Insistevi che arrivassimo in orario, a pranzo e cena, ma comprendemmo solo dopo che non era perché volevi che fossimo puntuali, ma per insegnarci il rispetto verso chi ti sta aspettando.
Hai ricevuto una medaglia d’oro, non per un’azione straordinaria al lavoro, ma per esserti distinto facendo in modo straordinario il tuo lavoro ordinario, così facendo abbiamo imparato che la soddisfazione per un lavoro ben fatto è semplicemente averlo fatto bene.
Amavamo quando, mano nella mano, ci portavi ai giardini a giocare, in montagna a cercare i funghi, al fiume a pescare, ora ti portiamo nel cuore, perché per mano non possiamo più farlo.
Crescendo abbiamo scoperto oltre ai tuoi pregi, i tuoi difetti, ma questo non ha fatto altro che renderti un po’ meno perfetto ai nostri occhi e farti amare di più, perché eri un po’ più vicino a questi tuoi figli imperfetti, eravamo ancora più simili.
Più crescevamo e più imparavamo!
Da ragazzi ci dicevi di fare attenzione che diventare padre era facile, ma che essere padre era il difficile, ci dicevi che dovevamo sforzarci di essere i migliori, ma mai credere di esserlo. Di non prenderci troppo sul serio, pur facendo le cose seriamente.
Eri un uomo onesto, anche se talvolta esserlo comportava una solitudine nel mondo in cui vivevi, ma il tempo ti ha dato ragione attraverso la stima dei colleghi e amici.
Così facendo abbiamo imparato che l’integrità morale costa sacrificio, ma ti rende libero dai condizionamenti.
Ci mancherai, quando torneremo da quei viaggi che ti cambiano la vita, quando realizzeremo uno dei nostri sogni e ci verrà voglia di raccontartelo e dovremo guardare il Cielo. Sappi che ovunque tu sarai noi sapremo amare fino a lì.
Tu e mamma ci avete insegnato tutto, tranne a vivere senza di voi, grazie perché se oggi siamo quel che siamo è soprattutto merito vostro e stai sereno che avremo la forza per superare e vivere anche questo momento con gioia e felicità, perché sappiamo che ormai sei con il Signore…ma se un domani ci chiedessero cosa vorremmo per i nostri compleanni, non biasimarci se ognuno di noi risponderà: il mio papà seduto a tavola accanto a me. Grazie papà.
Auguri papà, Roberto e Marco.
Member Of The Management Board presso GE Communication Company
5 anniCredo che ogni papà, desidererebbe ricevere una lettera con questi contenuti! Credo che equivalga al semplice, ma per niente scontato e semplice, REALIZZARE la propria vita! Allo stesso tempo, ogni figlio desidererebbe avere un padre così! Con un solo prerequisito: aderire e facendo propri gli stessi VALORI! Immergerli, poi, nel mondo del lavoro con altrettanta forza, determinazione e DIGNITÀ.........Insomma, tanta, tantissima roba! Complimenti e GRAZIE.