Europa: armi in esaurimento - si pensa all'arsenale comune

Europa: armi in esaurimento - si pensa all'arsenale comune

Lunedì 5 settembre il capo della politica estera dell'UE Josep Borrell ha avvertito che le scorte di armi dei paesi dell'UE, sulla scia dell'invio costante di armi in Ucraina,  sono gravemente in esaurimento. Durante un dibattito con i legislatori dell'UE, il principale diplomatico dell'UE, ha esortato gli Stati membri a ricostituire i loro arsenali, dicendo che il modo migliore per farlo è "insieme", perché sarebbe più economico.

I rapidi progressi sul campo di battaglia in Ucraina stanno costringendo i governi europei a confrontarsi ancora una volta con una domanda scomoda: adesso aumenteranno ancora le consegne di armi da parte dei Paesi membri?

È un argomento delicato in molte capitali europee, dove la crisi energetica e i problemi del costo della vita hanno capitalizzato l'attenzione dell'opinione pubblica nelle ultime settimane, provocando avvertimenti di stanchezza da guerra. Ma la controffensiva dell'Ucraina contro la Russia negli ultimi giorni ha cambiato la narrazione - almeno per il momento - dando una nuova apertura a coloro che vogliono che i governi europei intensifichino le loro consegne di armi.

Il primo tra questi è lo stesso governo ucraino che chiede un sostegno militare più ingente affinché possa finire la guerra più velocemente "Questo è il motivo per cui l'Ucraina invita i suoi partner a concentrarsi sul programma: le rapide forniture di ciò di cui l'esercito ucraino ha bisogno avvicineranno la vittoria e la pace" ha dichiarato un portavoce del governo.

Ma molti Paesi europei, attualmente stanno cercando di cambiare rotta, limitando progressivamente l'invio di armi in favore di un migliore addestramento delle truppe ucraine da parte di esperti militari occidentali. L'avanzata ucraina nel nord est del Paese non indica infatti, necessariamente, una fine imminente della guerra e, logisticamente parlando, molti governi europei sono a corto di forniture, così come anticipato da Josep Borell.

Ad esempio, nazioni come la Francia e la Germania, sembrano riluttanti ad aumentare significativamente l'invio di armi, come confermato dal ministro della Difesa tedesco Christine Lambrecht, che ha sottolineato come le forniture tedesche siano in fase di esaurimento a causa di anni di sotto investimento nel comparto bellico. Berlino nel breve periodo non potrà più inviare armi in quanto dovrà garantire la propria capacità di difesa.

Per quanto riguarda la Francia, invece, la pressione avvertita in Germania, ha risparmiato, almeno per adesso, il presidente francese Emmanuel Macron. Il dibattito pubblico si è concentrato altrove, nonostante le classifiche internazionali mostrino la Francia in ritardo rispetto al Regno Unito, alla Germania, alla Polonia, all'Estonia e alla Danimarca sul sostegno militare all'Ucraina.

In un incontro con i giornalisti Macron ha dichiarato di essere soddisfatto del feedback che aveva ottenuto dagli ucraini sulle consegne di armi e ha sostenuto che la Francia non dovrebbe competere in nessuna classifica con altri paesi.

Ha sostenuto inoltre che la Francia dovrebbe concentrarsi sull'evitare l'escalation, proiettando come nazione che abbia potere di bilanciamento e non allinearsi con quei Paesi (come l'Italia) che intendono essere falchi in questa situazione di drammatica crisi, in quanto, questo rischierebbe di estendere il conflitto e chiudere le linee di comunicazione".

La Nato, per mezzo di Stoltenberg ha preferito lanciare due moniti agli alleati.

Il primo: "Accogliamo con favore il sostegno senza precedenti, chiediamo ancora più sostegno e li esortiamo a scavare più a fondo negli inventari". Il secondo, ha aggiunto, "è ovviamente quello di produrre di più". Le osservazioni del segretario generale sono state interpretate a Berlino come una critica silenziosa.

NURRA PIETRO

Leonardo Aircraft Customer Support,Service & Training IFTS Decimomannu

2 anni

Solo un piccolo problema il lead time per produzione armi occidentali difficilmente e' inferiore ai 12 mesi più spesso e' 24-36 mesi

Arianna Cardelli

Business Development @DZE / MSc in International and Diplomatic Affairs (UniBo) - Master’s course in Diplomatic Studies (SIOI)

2 anni

Ottimo spunto! 👏🏼

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate