I colloqui di selezione.
Da quando nel 1997 ho iniziato a ricoprire ruoli manageriali ho avuto la fortuna di confrontarmi con moltissimi professionisti del settore finanziario e bancario.
Andando oltre alle tematiche tecniche che si affrontano, la cosa che più mi dà soddisfazione è lasciare un segno nelle persone, arrivare al cuore.
Già, perché a prescindere dal buon esito del percorso di selezione ciò che fa la differenza sono le parole, i gesti, le azioni che connotano di umanità ogni occasione di incontro.
La fortuna di condividere con l’interlocutore una parte della sua giornata, il fatto che lui decida di dedicare a me una piccola parte del suo tempo è già un bellissimo traguardo.
Negli ultimi incontri che ho avuto i miei interlocutori hanno dichiarato di aver accettato la proposta di appuntamento perché motivati dalla qualità del mio approccio telefonico e dai miei contenuti pubblicati su LinkedIn.
Riuscire a farsi conoscere ancora prima dell’incontro fisico è veramente un’impresa ardua, specie sul social professionale per eccellenza. Tanti scrivono o pubblicano post, non è semplice essere distintivi.
Nonostante tutto, ciò è successo.
Quando una candidata ti dice che nonostante sia soddisfatta della realtà dove opera è curiosa di conoscerti perché hai un approccio originale e innovativo e vede in te un momento di arricchimento, hai in buona sostanza capito che stai andando nella giusta direzione.
In questo cammino ho avuto modo di conoscere nell’ultimo mese un altro interlocutore, il quale mi ha fornito un altro feedback positivo.
Nel suo caso è rimasto colpito dalla sensibilità dei miei post, specie quelli relativi alla mia vita personale, trattanti anche di momenti di tristezza e sconforto.
Spesso le persone credono che si debba mostrare solo i propri successi per essere vincenti. A mio avviso mostrare umanità e i propri momenti “down”, conferisce una maggiore autenticità, ma soprattutto consente di creare dei legami veri.
Un arricchimento che con la buona volontà delle parti potrà protrarsi nel tempo.