La salute disuguale: cronache dal festival dell' Economia di Trento


Il festival dell’ Economia di Trento e’ troppo denso per essere riassunto in poche parole, forse posso dare qualche numero: 53 relatori e 220 membri di tavole rotonde e dibattiti si confrontano in un centinaio di eventi a cui partecipano ministri e premi Nobel di molti paesi, in prevalenza europei e Nord Americani.

Sono medici, infermieri, economisti, informatici, politici, giornalisti e amministratori; parlano a un pubblico giovane molto attento, a volte quasi ansioso di cogliere tutti i messaggi e fonderli in qualche sintesi; altre volte attento a prender nota di dettagli altamente specialistici. Ecco un telegrafico resoconto di quel che ho potuto seguire nella prima giornata (mi scuso per tutto quanto ho lasciato fuori):

Il tema della diseguaglianza nella salute e’ profondamente interdisciplinare a partire dalle sue cause, elencate da Francesco Zambon dell’ Organizzazione Mondiale della Sanita’ : 1) stratificazione sociale 2) educazione 3) vulnerbilita’ 4) accesso ai servizi. Tanto che l’ Assessore Trentino alla salute, Luca Zeni, ha lanciato una “Commissione Salute In Tutte Le Politiche” , cui scopo e’ creare in ogni occasione motivazioni per un comportamento salutare. Naturalmente anche inpiegando una “app” .

Di “app” per incentivare buoni comportamenti ce ne sono molte: per bambini e adulti, sani e malati, giovani e vecchi, genitori e badanti.  Dietro alle “app” spuntano pero’ i dati e i Big Players o “Feudatari Digitali” . L’ utilizzo di Big Data e Machine Lerning (ribattezzato Deep Learning da Paolo Traverso, diettore dell’ FBK) serve per trovare relazioni tra fattori compotamentali tra loro assai disparati,  col fine ultimo di generare modelli predittivi e comportamentali per ciascun individuo. Traverso cita l’ esempio di Google Deep Mind, che ha firmato contratti con gli ospedali di Chicago, Stanford e San Francisco per analizzare la totalita’ dei dati dei loro pazienti. A un altro estremo,  il Boston Children Hospital ha stipulato una convenzione con UBER per il trasporto di tutti i suoi pazienti. La realta’ e’ che , almeno nella EU, i dati appartengono al cittadino, che e’ il solo a poterne autorizzare l’ impiego.

Il tema della diseguaglianza e’ strettamente legato al tema del lavoro. L’ intervento piu’ sintomatico e’ di Alan Krueger di Princeton, ex capo dei consulenti economici di Obama. Krueger racconta con dovizia di dettagli statistici il dramma degli operai americani disoccupati e non piu’ occupabili, per via dell’ automazione e della globalizzazione. Invecchiamento, oppiacei legali, malattie mentali e solitudine spiegano 25,000 morti per dipendenza da farmaci leglmente prescritti dal medico di base nel 2015. Due anni prima i morti per overdose da antidolorifici legali erano gia' tre volte piu’ dei morti per overdose di eroina. (cfr. grafico in testa a questo articolo)

Giuseppe Remuzzi, nefrologo, pone il tema della diseguaglianza in termini etici: piu’ precisamente sottolinea la necessita’ di riportare l’ etica nel business della medicina. Con alcuni esempi: dal costo dei farmaci per l’ Epatite C (84,000 dollari per ciclo) allo sfruttamento dei malati nei centri di dialisi “for profit” (Lei non ha bisogno del terzo trattamento settimanale ma la nostra clinica si’ ). Remuzzi pone sul tavolo problemi grandi e scottanti: La sanita’ italiana e’ diventata un brand globale: Possiamo allungare l’ attesa di malati veri, locali e gratuiti solo per dare la precedenza a turisti della salute, che pagano bene?

Scrive il premio Nobel Jean Tyrol: la sanita' e' un bene comune, ma anche l' etica e la morale lo sono.

Alcune definizioni attuali

Empowerment: secondo Alberto Tozzi empowerment consiste nel conoscere i bisogni dei pazienti dai pazienti. Con lo smartphone (ma non solo) i pazienti possono accedere e gestire i loro dati, creando un modello partecipativo documentato e informato. In particolare, i bambini sono digital natives e la digitalizzazione impone, ma anche consente,una cultura della multidisciplianrieta’.

Learning Health System: Seondo Luigi Tavazzi (direttore scientifico dell’ ospedale Maria Cecilia di Cotignola) non esiste ancora ma sappiamo quali caratteristiche dovra’ avere: 1) digitalizzazione diffusa e omogenea del sistema lungo tutto il percorso diagnostico e terapeutico dei malati; 2) estensione come minimo nazionale: tutte le regioni devono usare la medesima nomenclatura, e tutti gli operatori devono ricevere la stessa educazione; 3) hardware affidabile: un sistema interconnesso, sicuro e continuo; 4) il sistema deve includere sia la pratica clinica che la ricerca clinica altrimenti non evolve e non impara; 5) ogni cittadino deve aver accesso al sistema tramite smart phone, indipendentemente dalla sua posizione nel sistema sanitario.

Nuove Tecnologie: Susanna Tarricone , che insegna alla Bocconi, spiega che non tutte le tecnologie sono migliori solo perche’ nuove; la decisione non puo’ essere lasciata allae amminsitrazioni locali. Per questo la minstra Lorenzin ha lanciato un Programma Nazionale di Valutazione delle Tecnologie Sanitarie.

Ospedale Digitale: Luciano Ravera responsabile ICT dell’ espedale Humanitas cita le best practies degli ospedali Intermountain di Salt Lake City (Utah) Samsung a Seoul e del Karolinska a Stoccolma. Ma anche di un comune aeroporto: cosa impedisce a un malato di fare il check-in on line o con una macchina ? Ravera cita anche l’ ennesima app: SALUTILE di Regione Lombardia, che permette di confrontare i tempi di attesa dei pronto soccorso prima di andarci.

Precision Medicine: per Francesca De Michelis consite nel sequenziamento del DNA di ciscuno, e nell’ analisi cellulare. Una tecnica impiegata oggi per creare cocktails antitumorali su misura, domani (quando i dati di tutti saranno online) diventera’ un beneficio sociale a disposizione di ogni medico di base e dei suoi pazienti. 

Pubblico e Privato: secondo il direttore dell’ Azienda Sanitaria Provinciale Trentina Paolo Bordon in un sistema sanitario universalista (cioe’ accessibile a tutti) la regia di chi deve integrare i diversi operatori sara’ inevitabilente pubblica. Il privato innova, ma il pubblico detta le strategie.

Investire nella salute : secondo Giuseppe Remuzzi l’ ospedale pubblico deve lavorare per ridurre il fatturato attraverso la prevenzione. Invece il settore privato punta ad aumentare il fatturato, o quantomeno i margini. E’ indispensabile mantenere la distinzione tra valore del guarire e valore della crescita economica prodotta dal business della sanita’. Investire nella salute porta crescita economica solo se riduce il numero dei malati, aumenta l' efficienza del sistema, e in ultima analisi riduce la spesa sanitaria complessiva. Aumentare il numero dei malati o delle terapie fini a se stesse distrugge valore, non lo crea. Per questo a detta di molti la sanita' privata non puo' che essere regolamentata.

Francesco della Porta, ADhoc, 3 giugno 2017 

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