La Transumanza di San Michele
Si torna “A Val” dall’alpeggio del Preit
Rispettata la tradizione. Dopo oltre tre mesi le mucche lasciano l’altopiano della Gardetta
Chissà se nel veder spuntare da Rocca la Meja la grande luna di ieri, le mucche di Michele e Francesca e avranno capito che era ora di tornar giù 'a Val' e che oggi si sarebbero sorbite uno scomodo viaggio, centrifugate nel mix di curve della SP422.
Sono scese ordinate, dal Colle del Preit, ogni tanto una breve sosta, il tempo di mangiucchiare un farinello o un’ortica o una fogliolina di sambuco.
Un bel gruppone, non c’è che dire. Quasi 400 Belle Piemontesine, 8 Tori, 60 Vitelli agili e scattanti.
“Accompagnate da 4 cani inutili, più che altro impegnati a giocare fra di loro” ride Francesca Lingua che gestisce, proprio sul colle l'Agriturismo 'La Meja'.
Erano salite a San Giovanni e rispettando la tradizione, scendono a San Michele.
Per tutta l’estate hanno brucato tarassaci e verbene sull’altopiano della Gardetta, spingendosi fin quasi al passo, tra i 2000 e i 2500 metri, con lo spettacolare scenario naturale di uno dei luoghi più belli delle nostre Alpi Cozie, dormendo sotto le stelle, pascolando e ruminando placide, osservando camminatori e bikers andare e venire, perplesse di tanto fermento.
Si domanderanno perché mai gli uomini siano sempre così agitati?
Loro no. Un giorno, senza preavviso, le fanno salire, qualche tempo dopo, le incamminano in discesa: nessuna protesta, se è da fare, si fa.
Non è un gran periodo per le aziende agricole come quella di Michele Colombero, ci sono problemi di ogni tipo, tirare avanti non è semplice, ma per le Belle Piemontesine la vita ha una sua semplicità di fondo. C’è un periodo in cui si respira l’aria fresca del Preit, poi un autunno e una primavera fra Caraglio e Passatore, ancora all’aperto, poi un trimestre in stalla, che è un po’ noioso, non si può starsene in pace sotto un larice a riflettere, la coda della vicina è un supplizio. Ma tant’è … poi torna l’estate e l’idea di rivedere Rocca la Meja e riveder le stelle alpine è una consolazione.
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Oggi faranno l’ultimo tratto di strada, da Preit a Ponte Marmora. In discesa. E comunque bisogna star in campana, una storta può capitare anche lì.
Lasceranno sull’asfalto qualche segno del loro passaggio, il pudore è roba umana.
Non sanno di essere mortali. Questo le aiuta.
Non credono il contrario, come dimenticano spesso quegl’altri.
Silvano Bertaina