L'aeroporto di Baiyun somiglia ad uno scarafaggio?
L’architettura degli aeroporti è stata da sempre un argomento d’interesse e non soltanto per ingegneri e architetti. Nel tempo gli aeroporti si sono trasformati diventando sempre di più dei grandi centri commerciali attorniati da una o più piste di volo.
Negli aeroporti perfino i percorsi di transito verso i cancelli d’imbarco risentono di una pressante attività di marketing indirizzata non soltanto ai passeggeri, ma anche ai bisogni di quelle imprese che costituiscono il ramo non-aviation di un aeroporto. I prezzi di uno spazio pubblicitario, di un’area di promozione o vendita di prodotti e servizi, oscillano tra minimi e massimi ragguardevoli proprio in funzione di dove si trovano. Un’attività di marketing che trova la sua massima espressione nella diversità tra aree di arrivo e di partenza.
Nel primo caso, infatti, il passeggero non vede l’ora di raggiungere casa o qualunque sia la sua destinazione e nelle aree di recupero bagagli, corridoi di transito, varchi d’immigrazione non si trova altro che qualche tabellone pubblicitario e talvolta neanche un bar dove bere un bicchiere d’acqua. Quando si deve partire è tutto il contrario. Negozi griffati, bar, enoteche, supermercati, ristoranti che sono lì in tutta la loro magnificenza per aiutare il consumatore aeroportuale a superare la terribile noia che lo separa dalla partenza del volo.
Il passeggero ha ormai capito che non può arrivare all’ultimo momento in aeroporto ed ha cambiato le abitudini. Non si attarda più in interminabili abbracci nelle aree di partenze. Al contrario, non vede l’ora di oltrepassare le file ai controlli di security per individuare il cancello d’imbarco del suo volo. A quel punto il problema si riduce a come trascorrere i circa sessanta minuti che lo separano dalla partenza. Cosa c'è di meglio di un giro per negozi?
Tuttavia, non è solo l’interno di un terminal ad interessare i progettisti aeroportuali. Le scelte operate nell’ area di movimento possono facilitare o impedire ritardi in arrivo e in partenza degli aerei, conflitti di traffico tra aerei e veicoli, circolazione al suolo caotica, consumo immotivato di carburante nelle attese, stress agli operatori aeroportuali e agli equipaggi degli aerei, inquinamento acustico, ambientale, elettromagnetico e molto altro ancora.
Ci sono progetti che suscitano ammirazione e altri dei quali non si capirà mai se siano stati fondati sull’ignoranza o sul malaffare. Ma ci sono anche quelli che balzano in primo piano e suscitano milioni di commenti divertiti, come capitato al Guangzhou Baiyun International, assimilato per la sua configurazione ad un enorme scarafaggio. Il gestore di Baiyun non se l’è presa più di tanto ed ha condiviso a sua volta con spirito il post che aveva scatenato l’ilarità di milioni di viaggiatori.
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Può darsi che i due terminals e le attuali tre piste dell’aeroporto di Baiyun ( ne ha in programma altre due) somiglino ad un enorme scarafaggio, ma in tempi pre-COVID l’aeroporto ha assicurato il trasporto di oltre 70 milioni di passeggeri (2019) che hanno viaggiato a bordo di 500 mila voli di 80 compagnie aeree diverse e di quasi due milioni di tonnellate di merci, con incrementi annui dell’8%, ciò che lo colloca tra i tre grandi hubs a disposizione della Cina.
Ma potrebbe darsi che l’associazione aeroporto di Baiyun-scarafaggio sia dipesa dal ritrovamento nel 2017, proprio nell’aeroporto di Baiyun, di 200 scarafaggi vivi, gelosamente custoditi nella borsa di una signora che effettuava i controlli di security prima della partenza. Secondo i media locali, la signora, un po' avanti con l’età, ha spiegato agli addetti alla security che tutti quei grandi scarafaggi vivi che roteavano all’interno di una busta di plastica le erano necessari per eseguire un trattamento della pelle. Sicuramente un trattamento di salute o di bellezza.
Certo è che il progetto di un aeroporto passa sempre alla Storia o per l’inefficienza e l’insicurezza che produce, talvolta nell’ignavia di chi dovrebbe provvedere, oppure per le soluzioni ingegneristiche e procedurali che lasciano a bocca aperta per una circolazione a terra e in volo sicura e senza immotivati ritardi, come non manca di ricordare l’allegato 9 alla sempreverde Convenzione di Chicago.
Del resto, il trasporto aereo si basa proprio sui due principi di sicurezza e speditezza, altrimenti perché mai si dovrebbe scegliere un aereo per i propri spostamenti.