Le sette vite della scuola
I ragazzi dell'Istituto Marconi di Dalmine e dell'Istituto Maria Ausiliatrice di Lecco, vincitori di Impresa in Azione

Le sette vite della scuola

Un piccolo esperimento, per gradire. Immaginiamo di entrare in una classe – decidete voi ordine e grado – di una scuola d’inizio Novecento. Ebbene, fatto salvo qualche particolare, tra banchi, seggiole e cattedra rialzata non troverete particolari differenze con una classe odierna e parallela. Certo, all’occhio più attento non sfuggirà l’invaso dell’inchiostro, la stufa, magari l’abbecedario alle pareti: tutti reperti ormai scomparsi, d’accordo, ma il tono generale è quello. A ben vedere, gira e rigira, anche le materie quelle sono, con l’aggiunta di qualche tecnologico furore. Tutto uguale, dunque? Niente affatto. Perché la scuola ha sette vite come un gatto, e se in apparenza nulla cambia e tutto perdura, sotto sotto il mutamento s’indovina, eccome. E' il caso di quel che mi è capitato di sperimentare qualche giorno fa a Milano alle finali nazionali di Green Jobs e a quelle lombardo-venete di Impresa in Azione. In entrambi i casi si tratta dei progetti che Junior Achievement porta avanti da anni per diffondere la cultura d'impresa tra i ragazzi e nelle scuole. Bene, lasciando stare la partecipazione oceanica e l'entusiasmo che si tagliava a fette, le tante mini imprese che ho incontrato tra gli stand sono realtà consolidate e sorprendenti, tanto che fior di imprenditori sono già in coda a prenotarsi. E' confortante e bello ascoltare ragazzi che con la gioia negli occhi e nel cuore ti raccontano le loro peripezie d'impresa, dalla prima intuizione al prototipo, passando per il business plan e l'analisi di mercato. Intervistando i giovanissimi studenti - alcuni hanno sedici anni, non so se mi spiego - salta fuori la piena consapevolezza nei propri mezzi, lo spirito di squadra, l'orgoglio di aver reso vera e concreta un'idea, la meraviglia per i riconoscimenti, il sincero grazie a professori e dream coach. Proposte come quelle di Junior Achievement invitano gli studenti a sperimentarsi in ambiti e comportamenti innovativi, che altrimenti i ragazzi rischierebbero di non incrociare mai, e men che meno di fare propri. A ben vedere, oltre e oltre le nozioni base, un corso di studi degno del nome dovrebbe veicolare opportunità come queste se vuole raggiungere quattro obiettivi, perlomeno: promuovere le competenze morbide, talento sempre più richiesto e decisivo; insegnare una visione prospettica d’insieme, capace di far risuonare il diapason profondo dei ragazzi, quei desideri e passioni che renderanno unica la loro vita; consolidare un solido metodo di studio e lavoro, che consenta di affrontare con la dovuta elasticità le sorprese in cui si inciampa cammin facendo; last but not least, condividere un bel grumo di valori – pensiero critico e attenzione al sociale su tutti – per plasmare il cittadino di domani. Sentieri niente affatto facili, che insegnanti e coach di valore sanno caricarsi sulle spalle, proprio come Atlante faceva con la volta del cielo. E senza uno straccio di Ercole che, anche solo per un attimo, li sostituisca nell’impresa.

MIRIAM CRESTA

TOP100 Unstoppable Women 2016 | CEO e Board Member in Italia di Junior Achievement, la più vasta organizzazione non profit dedicata all'educazione economica, finanziaria e imprenditoriale dei giovani.

5 anni

Grazie claudio calzana per questo punto di vista profondo e originale. È sempre cosi difficile spiegare l’essenza della proposta di Junior Achievement! Ci voleva il pensiero di un filosofo

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