L'utilizzo del coaching nella consulenza aziendale: una pratica
✔ L’OSTACOLO
I percorsi di change management #agile che comincio nelle aziende manifatturiere si scontrano con la difficoltà, da parte della direzione aziendale, di mantenere una coerenza tra la consapevolezza di cambiamento che le prime linee aziendali (direzione) acquisiscono e la volontà di azione.
Quando inizio i progetti di transizione agile i primi 2 workshop sono dedicati in
primis alle prime linee aziendali e poi ai capi intermedi; il mio obiettivo è introdurre il mindset dell’agilità nello sviluppo del (loro) hardware e far emergere la consapevolezza del cambiamento necessario.
Invito quindi la direzione ad incontrare il gruppo dei capi intermedi per fare un match dei bisogni e delle aspettative e decidere come procedere. Se entrambi i gruppi concordano sulla necessità di una sperimentazione della metodologia Agile procediamo a fare partire dei progetti pilota.
✔ IL PROGETTO PILOTA
Ho verificato che molto spesso questi progetti pilota hanno un percorso difficile.
Questo avviene in particolare nelle aziende manifatturiere perché, le condizioni inizialmente concordate con la direzione e i capi intermedi, sono messe in discussione da altre esigenze aziendali. Spesso al primo ostacolo, le
credenze maturate negli anni e gli atteggiamenti tradizionali prendono il
sopravvento.
✔ VERSO LOBIETTIVO
Per superare questi ostacoli la persuasione non basta e occorre che la direzione
maturi una profonda convinzione e volontà di agire, anche di fronte alle difficoltà che emergono.
👉E' in questa fase che il #coaching ci può venire in aiuto.
Consigliati da LinkedIn
Come?
In questi mesi sto completando il percorso per diventare coach certificato ICF
e alla prima occasione ne ho approfittato subito per applicare alcuni aspetti del processo di coaching durante una consulenza in cui ho avuto le difficoltà descritte sopra.
✔ IL CHANGE MANAGEMENT E IL COACHING
In questa azienda, che sto seguendo con altri colleghi #agilecoach, ho impiegato l’approccio GROW (Goal-Reality-Option-Will: c’è molto materiale in rete, ma il testo di riferimento è “Coaching” di John Whitmore).
➡ Il primo passo è stato selezionare con la direzione aziendale il ristretto gruppo di persone interessate a sostenere la transizione agile.
Quindi abbiamo proseguito con questi step:
1. Goal - La sperimentazione agile è stata circoscritta allo sviluppo di nuovi prodotti coinvolgendo, oltre al reparto di Ricerca e Sviluppo, altri reparti o funzioni aziendali interessati.
2. Reality - L’analisi della situazione aziendale attuale e le riflessioni sulle azioni già fatte sono stati elementi importanti. In particolare hanno fatto emergere
credenze aziendali e ostacoli da superare.
3. Options - Sono state valutate diverse opzioni possibili. Ad esempio le evoluzioni di alcuni ruoli aziendali, l’ambito più dettagliato del campo di intervento, i possibili ostacoli e i possibili atteggiamenti da tenere.
4. Will - Sono state individuate le prime azioni da intraprendere, le prime verifiche da fare. Abbiamo concordato che questo processo sia esso stesso agile per piccoli passi con incrementi e modifiche.
👉 Più che di coaching si è trattato di un approccio da coach, che è stato molto utile perché il cliente sentisse pienamente sua la scelta di proseguire. Il coaching è stato decisivo per costruire la "ownership" della decisone e per ritagliarla su misura.
Agile and Transformative Coach
1 annoGrande 👉Claudio Saurin, mi piace molto questo tuo approccio. Passare da un approccio “metodologico” ad uno di mindset è lo switch ideale per poter avere successo nelle trasformazioni agili.