Miracoli nel coaching
Dato che un partecipante stava solo chiedendo come funziona il "processo del miracolo" nel coaching Solution Focused, ho pensato di condividere alcune riflessioni sulla MQ, così come è normalmente abbreviata nel Solution Focus.
La tradizionale domanda del miracolo è questa:
• Supponiamo che dopo questa conversazione tu faccia tutto ciò che hai da fare oggi e poi, stanco, alla fine ella giornata, ti prepari e vai a letto ... e ti addormenti velocemente ...
• ...e mentre dormi, accade un miracolo ....
• ...e il miracolo è che tutto ciò di cui abbiamo parlato oggi sia risolto, semplicemente così ....
• Ma dal momento che stai dormendo, non potrai sapere che il miracolo è accaduto ...
• Quindi, quale sarà la prima cosa domani mattina che ti farà dire: "Wow, ci deve essere stato un miracolo?"
• Cosa potresti iniziare a fare allora?
• Chi altro noterà che c'è stato un miracolo?
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• Cosa noteranno di te?
• Come risponderanno? Come risponderai alla loro risposta...
È chiaro che è un invito al cliente a fare una descrizione molto dettagliata del futuro preferito. Ciò che rende la descrizione "ricca" sono i dettagli delle risposte. Quando il cliente descrive chi noterebbe, cosa potrebbero notare gli altri, come gli altri risponderebbero e come egli stesso rispondere a sua volta, i clienti riempiono la storia con un numero sempre maggiore di dettagli. Gale Miller e Mark McKergow lo formulano in questo modo in "Solution Focused Brief Therapy" (Miller G & McKergow M (2012), From Wittgenstein, Complexity, and Narrative Emergence: Discourse and Solution-Focused Brief Therapy (in A. Lock e T. Strong, eds Discursive Perspectives in Therapeutic Practice. (Oxford: Oxford University Press) pp 163-183):
"Le interazioni di Solution-focused Brief Therapy (terapia breve focalizzata alla soluzione) sono progettate per facilitare il cambiamento aiutando i clienti a chiarire come vorrebbero che le loro vite fossero diverse, invitandoli a creare nuove descrizioni di ciò che è possibile nella propria vita e identificando le risorse che essi stessi potrebbero utilizzare per cambiare le loro vite. C'è un senso, quindi, quando si parla di cambiamento in essere" (Heritage 1984a) nelle interazioni di "Solution-focused Brief Therapy". Questo non vuol dire che il cambiamento sia un'illusione o una finzione che non è correlata agli eventi pratici e alle relazioni della vita dei clienti. È, piuttosto, dire che le interazioni di "Solution-focused Brief Therapy" forniscono ai clienti risorse per vedere e agire sulle possibilità di cambiamento che sono, in una certa misura, già presenti nelle loro vite. Il cambiamento nella Solution-focused Brief Therapy è una co-costruzione che coinvolge clienti, terapisti e altri soggetti nella vita dei clienti. In altre parole, il cambiamento avviene nelle interazioni sociali che si verificano all'interno delle sessioni di terapia e nella vita non terapeutica dei clienti. È una costruzione sociale perché il cambiamento implica la formulazione e l'applicazione di nuovi orientamenti a se stessi, agli altri e al futuro.
Quando viene posta la domanda del miracolo, il cliente è portato a descrivere un mondo diverso nel comportamento osservabile (chi fa cosa). Ciò lo aiuta a riconoscere questi comportamenti che già accadono nel mondo reale. E una domanda successiva alla domanda del miracolo è spesso la domanda sui segni di questo miracolo che stanno già accadendo. Quando i clienti sono in grado di vedere "il miracolo" già accadere, la loro fiducia aumenta, sanno cosa cercare e molto spesso intuiscono anche cosa vorrebbero fare di più. Il mondo in cui potrebbero essere rimasti bloccati prima si trasforma in un mondo con molte più possibilità.
Mentre i clienti riempiono il loro video mentale del giorno dopo il miracolo con i loro ricordi, stanno difatti creando una "memoria prospettica". La tecnica mentale di visualizzare una storia come se ne facessi parte, è ben nota in molte tradizioni religiose; ad esempio in alcune meditazioni cattoliche romane si immaginano scene bibliche come se si fossa presente in esse (ad esempio "essere Giuseppe" o "l'asino" ... scusa, sto scherzando!). Questa tecnica rende vivi questi testi e aiuta i credenti a rafforzare l'esperienza della loro fede.
Invece di un testo sacro, le persone che rispondono alla domanda del miracolo stanno rispondendo al proprio "testo" di una descrizione, un video mentale del loro futuro preferito. Stanno riempiendo le loro descrizioni con ricordi di interazioni che hanno avuto (solo nella loro forma preferita) - in questo modo, il futuro preferito prende vita - il cliente ora ne ha un "ricordo". Ogni volta che accade qualcosa che è "come il miracolo" diventa quasi un "deja-vu", qualcosa che il cliente ha già visto.
Se desideri provare la domanda del miracolo, sapere di più su come la utilizziamo anche in ambienti professionali o semplicemente frequentare coach che si confrontano, vieni a uno dei nostri Free Coaching Meetup o se vuoi possiamo vederci qui!