Non voglio ma siamo uguali
Ci sono caratteristiche di noi che non ci piacciono, che non vogliamo nemmeno ammettere che siano nostre e che, se non riconosciamo, ci portano a vivere infelicemente le situazioni e le relazioni con gli altri.
Sono la nostra ombra.
Quella che non ci lascia mai perché se accadesse non ci sentiremmo più noi, come Peter Pan.
Indagare e scoprire da che cosa è formata la nostra ombra è fondamentale per poterla poi integrare e viverla con consapevolezza. Quando non lo facciamo essa si presenta con modalità che non ci piacciono e ancor peggio senza controllo.
Per iniziare l’integrazione dell’ombra ci sono domande fondamentali a cui rispondere con coraggio perché questa azione significa guardare in faccia anche quella parte di noi che non ci piace e rifiutiamo ci appartenga.
La prima è: quali caratteristiche non sopporti degli altri?
Qualsiasi siano le caratteristiche che non ci piacciono negli altri esse sono nostre. Semplicemente non lo riconosciamo, eppure tutti noi distinguiamo qualcosa perché in qualche modo ci appartiene sia essa che il suo contrario.
Io riconosco l’ira perché so che cosa è la pacatezza e viceversa e le ho vissute entrambe. Se accetto che entrambe mi appartengono consento loro di non sopraffarmi e di poterle esprimere e gestire.
Qualsiasi cosa biasimiamo negli altri la biasimiamo in noi e lo facciamo perché ne abbiamo paura. Questo crea squilibrio nel nostro modo di comportarci e nelle convinzioni che sostengono questi comportamenti.
Riconoscere e integrare questi tratti può consentirci di guarire le nostre disarmonie, risanare i rapporti e relazioni.
Le persone che ci irritano sono i nostri migliori alleati per la nostra crescita.
Cosa proprio non sopportate?