PERCHÉ FARE PUBBLICITÀ?
PERCHÉ FARE PUBBLICITÀ?
Nel panorama aziendale, la pubblicità volte considerata uno spreco di denaro, una delle prime spese da tagliare durante la recessione. Quando il pubblicitario Bruce Barton, uno dei pubblicitari americani più celebri della prima metà del Novecento, diceva " nei momenti buoni, le persone vogliono fare pubblicità, nei momenti difficili DEVONO FARLA", intendeva che la pubblicità dovrebbe far parte dello sforzo costante di costruire relazioni con i clienti esistenti e potenziali.
Il taglio della spesa pubblicitaria è certamente avventato, esistono chiari vantaggi a favore di una PRESENZA CONTINUA SUL MERCATO attraverso la pubblicità costante. Per sopravvivere agli alti e bassi commerciali, un'azienda deve mantenere una presenza costante NELLA MENTE DEL CONSUMATORE.
Pubblicizzare solo quando il mercato è in piena espansione e l'azienda ha il budget per farlo, tagliando invece la spesa quando i margini di profitto si riducono, è un FALSO RISPARMIO. Se un'azienda si ritira dalla pubblicità, rischia di essere dimenticata dai clienti e, una volta ripartita la ripresa, sarà molto difficile riconquistarli. Thomas Barratt, citato a volte come il padre della pubblicità moderna, alla fine del XIX secolo crea una serie di campagne per il produttore di sapone inglese Pears. La pubblicità contribuì a rendere il marchio sinonimo di sapone. Mentre il proprietario Francis Pears era molto prudente degli investimenti pubblicitario il genero Barratt era più incline al rischio; aveva capito l'importanza della presenza pubblica e della valutazione costante dei gusti mutevoli del mercato.
Un esempio eccezionale di costruzione dell'immagine attraverso la pubblicità a lungo termine è Kit Kat della Nestlè. Con ogni probabilità, la maggior parte delle persone nei 100 paesi dove il prodotto viene commercializzato è in grado di completare lo slogan “Have a break - have a Kit Kat”. Una delle ragioni di tale notorietà è che esso è in uso dal 1957, e da allora forma una parte importante della pubblicità e del marketing del marchio.
È possibile perciò che l'azienda che interrompe la pubblicità scompaia dalla coscienza pubblica, soprattutto in un'epoca in cui la maggior parte delle persone è bombardata ogni giorno da informazioni e immagini. Gli studi sulle reazioni degli spettatori agli spot televisivi hanno infatti dimostrato che anche quando i consumatori sono sovraccarichi di informazioni e in apparenza disinteressati o immuni e messaggi pubblicitari, continuano a registrare REAZIONI POSITIVE verso le pubblicità che rafforzano preferenze precedenti di marchi. Ciò sembra avallare il punto di vista di Barton, secondo il quale la pubblicità efficace richiede un impegno duraturo.