Poche semplici domande

All'inizio di aprile avevo posto alcune semplici domande al Consiglio Nazionale.

Risposte: nessuna.

Oggi forse un Giudice deciderà.

Un'altra sconfitta per tutta la comunità professionale.

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Poche, semplici domande

Nelle moderne democrazie è diffuso il limite del doppio mandato consecutivo quale strumento regolativo dell’esercizio del potere. Negli Stati Uniti d’America è una regola non scritta che solo Franklin Delano Roosevelt ha infranto nel 1940, mentre in Europa incombeva la minaccia nazista: nel 1939 Hitler aveva già invaso la Polonia, dando inizio alla II Guerra Mondiale.

In Italia questo limite vige per i Sindaci dei Comuni al di sopra di una certa popolazione e per i Presidenti di Regione. E per i consiglieri degli Ordini o Collegi professionali (provinciali, regionali, interregionali e nazionali).

Il senso del limite (concetto semanticamente chiaro) è quello di consentire il ricambio/l’avvicendamento delle leadership politiche e dei gruppi dirigenti, evitando il radicamento di posizioni di vantaggio, consentendo chance a tutti i potenziali candidati.

Nel 2019, la Corte Costituzionale ha ribadito la validità di questo limite, rigettando i rilievi di incostituzionalità sollevati dal Consiglio Nazionale Forense (https://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia...).

Nelle recenti elezioni del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali si è invece verificato che alcuni consiglieri nazionali si siano candidati ad esercitare un terzo mandato. Potevano farlo? E, una volta eletti, possono svolgere quel ruolo, in continuità con i due precedenti mandati?

Vero è che, alcuni anni fa, una norma previde una deroga per i Consigli Regionali ed io stesso ed altri consiglieri in tutta Italia – nel quadriennio 2014-2017 – ho/hanno ricoperto il ruolo di consigliere dell’Ordine regionale per la terza volta.

Vi è stata un’analoga eccezione normativa per il Consiglio Nazionale? Se questa circostanza si è potuta verificare per il Consiglio Nazionale, potrà valere anche per le imminenti votazioni di rinnovo dei Consigli regionali? E, se è lecito l’esercizio di un terzo mandato in continuità, perché non altri (un quarto, un quinto …)?

Per molti l’argomento è tabù. Per altri “ormai è fatta”.

Ma la democrazia è un’altra cosa. È confronto, dibattito, partecipazione, dissenso.

È – fra l’altro – una dialettica fra domande (che tutti hanno la libertà/possibilità ed il dovere/la responsabilità di formulare), e risposte, che qualcuno deve dare.

Se siamo una comunità professionale.

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