Quel 'sin model' dentro di noi

Nella relazione con le persone – ha ricordato Maria Dal Pra Ponticelli – possiamo agire/attivare sostanzialmente tre tipi di modelli interattivi:

quello medico (medical model), fondato sulla logica ‘studio-diagnosi-trattamento’, che rischia di considerare la persona un ‘malato’, un paziente sociale da ‘curare’;

quello della responsabilità o colpa del nostro interlocutore (sin model);

quello della crescita o processuale (growth model) che prevede una interazione attiva ed uno sviluppo positivo della relazione ‘professionista-persona’.

Nel sin model, la persona non accetta il cambiamento. Ha “qualcosa che non va nel modo di pensare” e di agire (Maria Dal Pra Ponticelli, Lineamenti di servizio sociale, Astrolabio, Roma 1987, p. 119). Insomma è responsabile (colpevole) dei suoi errori e delle resistenze che oppone alla nostra azione, finalizzata a migliorare la sua condizione.

Ora affiora, anche nel dibattito che si è sviluppato intorno alla mia riflessione sulla recente aggressione a due colleghi, che questo modello – quasi un archetipo, una struttura mentale – non riguardi solo il soggetto che ha chiesto/chiede l’intervento del professionista/del Servizio.

Ma è dentro di noi e nelle domande: dove ho sbagliato con quelle persone? Qual è la mia colpa? In cosa hanno sbagliato i colleghi aggrediti? Quali responsabilità/colpe hanno?

L’errore è certo possibile, ma non è facile liberarsi della struttura mentale della colpa.

Il primo passo è averne coscienza. Per imparare a ragionare ed agire in termini di crescita e di sviluppo.

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