“Sig. Pisano, guardi che se non funziona, la vengo a cercare”

Il 17 dicembre del 2017 c’è la terza tappa dei Seminari “17 passi di Consapevolezza” (Neuroscienze nella formazione, punto di incontro tra strategie di apprendimento e metodologia di insegnamento) dedicato agli studenti della quinta superiore. Tra i partecipanti c’è uno studente che era già stato ripetente 2 volte negli anni precedenti. Me lo ricordo benissimo perché entrò in sala con il primo gruppo e si posizionò immediatamente nell’ultima fila. Felpa e cappuccio in testa e sguardo abbassato. Nella prima mezz’ora non segue neanche una parola di quello dico, poi, come per miracolo, si alzò e venne in prima fila che, come capita spesso con i ragazzi, viene lasciata vuota. Come nel romanzo di Kafka avviene una metamorfosi e da quel momento entra in uno stato di trance e non si disconnette da me neanche per un minuto. Termina il seminario e tutti vanno via, tranne lui. Capisco che mi vuol fare qualche domanda ma non ha il coraggio e pertanto va via.

8 mesi dopo ricevo una telefonata. Era il padre. La sera stessa si presenta in ufficio da me con il figlio dopo aver percorso quasi 100 km. “Mio figlio mi ha detto che vuole andare all’università e che può laurearsi in tre anni”.

“Guardi, sig Pisano, ho altri 2 figli che hanno la licenza media e dopo due anni di superiori si sono ritirati e Marco (nome di fantasia) mi ha sempre detto che al diploma si sarebbe fermato e che voleva venire a lavorare nell’Azienda Agricola dove lavoriamo tutti. Io non so se mio figlio sniffa qualcosa ma mi sembra drogato”.

Il mese dopo (agosto 2018) il figlio inizia un percorso di Learning Coaching e si iscrive all’Università. Ogni volta lo accompagna il padre che, per oltre 2 ore, aspetta in salone. A fine sessione mi paga e ricorda al figlio che quei soldi li ha trattenuti dal suo lavoro nei campi.

Il percorso di coaching dura un paio di mesi, giusto il periodo per estrarre e metabolizzare le proprie strategie di apprendimento e non solo.

A dicembre, a ridosso di Natale, svolgiamo l’ultima sessione di coaching ed il padre dopo avermi regolarmente pagato, mi saluta con un sorriso e mi dice: “Sig. Pisano, guardi che se non funziona, la vengo a cercare”.

Ovviamente, come è facile intuire, il percorso universitario del figlio va alla grande, con una media vicino ai 29.

L’altro giorno squilla il telefono. “Sig. Giorgio, mio figlio a luglio si laurea. Posso prenotare il biglietto aereo anche per Lei?

“Certo, verrò con piacere”, rispondo.

Mi ero dimenticato di dire che si era iscritto in una Università del Nord Italia e che a Novembre e Dicembre del 2018 rientrava in Sardegna quando era prevista la sessione di coaching.

Infine devo aggiungere l’aspetto di cui vado meno fiero. Ho sempre avuto la percezione di non essermi guadagnato i compensi delle sessioni di coaching, perché il vero ed unico grande cambiamento lo aveva realizzato il figlio il giorno in cui decise, autonomamente, di alzarsi, uscire dalle retrovie e sedersi in prima fila.

 

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