Allenare l'intelligenza emotiva per diventare un collaboratore e manager migliore

Allenare l'intelligenza emotiva per diventare un collaboratore e manager migliore

Il Covid ha stravolto la vita di tutti noi in lungo e in largo, tra i mille cambiamenti cui siamo stati sottoposti, tuttavia, una costante resta: abbiamo e avremo sempre più bisogno gli uni degli altri.

Paradossale no? Sempre più lontani, ma sempre più vicini. Necessitiamo di maggiore empatia, connessione e supporto reciproco. Dobbiamo allenare le nostre competenze umane, prima tra tutte la nostra intelligenza emotiva.

Ma cos'è l'intelligenza emotiva?

È la capacità di riconoscere le tue emozioni e quelle degli altri, ma non solo: riguarda anche il saperle gestire e saper cogliere i segnali che le emozioni suggeriscono all’interno delle relazioni che instauri con gli altri.

Essere emotivamente intelligenti ti fa apprezzare di più sul lavoro, soffrire meno nelle relazioni interpersonali, raggiungere prima i tuoi obiettivi e vivere una vita più serena. Insomma, non traguardi da poco.

Come aumentare dunque la tua intelligenza emotiva?

Le aree sulle quali lavorare sono diverse, il punto di partenza riguarda la capacità di saper identificare le emozioni e quelle degli altri. Uno strumento molto utile per questo scopo è la Ruota delle Emozioni.

No alt text provided for this image


Questo strumento aiuta ad ampliare il proprio vocabolario emotivo. Questo ad alcuni potrebbe sembrare un vezzo da intellettuali, ma in realtà è una chiave fondamentale verso il benessere: le ricerche dicono che più parole hai a tua disposizione per etichettare la tua esperienza interiore, e meno sarai propenso a sviluppare stress negativo, aggressività e malessere.

La ruota delle emozioni è uno strumento pratico che ti aiuta proprio in questo: offrirti un ventaglio di emozioni tra le quali interrogarti per trovare quella che stai vivendo in questo preciso momento. E più diventerai bravo a leggerti dentro, più riuscirai a riconoscerle anche sul volto del tuo interlocutore.

Ecco 3 step per usare al meglio questo piccolo ma potentissimo strumento:

  1. Accortezze d’uso

Per prima cosa devi sapere che qui non ci sono tutti i possibili sentimenti ed emozioni del mondo, è un’ottima guida e punto di partenza per riflettere e descrivere le tue esperienze emotive. Poi ti consiglio, nei primi tempi almeno, di usare questo strumento nel PRESENTE. Cosa provi ora, in questo momento? Eviterei i riferimenti a esperienze passate per non incorrere in distorsioni della memoria o rappresentazioni cognitive inaccurate del passato.

Altra cosa da sapere è che è possibile sperimentare diverse emozioni allo stesso tempo. Le emozioni e i sentimenti nella ruota non si escludono a vicenda, ma possono esistere in molte combinazioni, anche piacevoli e spiacevoli allo stesso tempo.

Un ultimo disclaimer è che la ruota non va usata per sostituire delle emozioni con altre o per evitare con maggiore cura quelle che ci fanno soffrire. Cioè non è che mi scopro “impaurito” o “deluso”, allora mi devo attivare per cercare di essere più “ispirato” o “speranzoso”. Al contrario la ruota vuole farti prendere consapevolezza di alcune sfumature emotive che magari tendi a non vedere, perché tu poi possa dare loro il giusto spazio e attenzione. Se ti scopri “triste”, ad esempio, è meglio permettere alla tristezza di essere presente invece che farle la guerra o sostituirla con pensieri gioiosi. 

Combattere le tue emozioni, per quanto ingombranti siano, significa combattere una parte di te. Non dobbiamo contrastare questi nostri vissuti, ma connetterci a loro. E veniamo dunque al secondo punto di questo video e vediamo in pratica come usare la ruota delle emozioni. 

2. La ruota delle emozioni nella pratica

La ruota si struttura in 72 sentimenti in una specie di torta, e li suddivide in 6 gruppi: triste, spaventato, arrabbiato, felice, sorpreso e disgustato.

Quello che devi fare quando vivi una emozione è guardarla e cercare di collocarti al suo interno. L’idea è che non puoi guarire da ciò che non riesci a sentire. E puoi sintonizzarti con più attenzione e precisione se dai il giusto nome a quello che provi.

Come puoi affrontare qualcosa, se non sai cosa sia quella cosa? O se pensi che sia qualcosa di diverso da ciò che in realtà è? 

Esempio pratico: sei nervoso. ottimo, ma nervoso come? Nervoso perché sei arrabbiato? O nervoso perché qualcosa ti spaventa? O magari entrambe le cose? Perché se capisci che qualcosa ti spaventa e capisci cosa, puoi provare ad agire. Se invece capisci che ti senti arrabbiato, allora puoi riflettere sulla tua rabbia, capire da dove arriva e cosa l'ha scatenata.

Quindi io la uso così. Parto dal cerchio interno e mi dico: come mi sento? triste. Ottimo. Poi esploro le fasce esterne della ruota della tristezza per capire quale tipo specifico di tristezza sto provando. E mi accorgo che mi sento ignorato. Magari mi sento ignorato dal mio gruppo di lavoro o dalla società. Quindi affronto chi mi ignora o cerco di fare qualcosa per attirare l’attenzione di chi mi ignora. Oppure ogni tanto mi funziona l’opposto: parto dall’esterno e mi riconosco nell’essere stato magari inadeguato in una riunione importante, e da lì comprendo che questa mia inadeguatezza affonda le radici a un livello più profondo nell’insicurezza e nell’essere spaventato, quindi nel mondo della paura. Quindi è la paura che devo affrontare e risolvere.

3. 3 modalità di uso della ruota delle emozioni 

La prima riguarda le RIFLESSIONI IN DIRETTA. Dopo una bella conversazione con il tuo team di lavoro senti uno stato di gioia generale. Prendi la ruota e ti chiedi “che tipo di gioia sto vivendo in questo momento?” E ti rendi conto che questa sensazione può essere meglio descritta come eccitazione, creatività, allegria ecc.

Seconda modalità è il suo uso A FINE GIORNATA. Ti prendi un momento per contemplare e guardare la ruota e ti chiedi “Cosa ho sperimentato oggi?” 

Forse ti sei sentito colpevole. Quando trovi "colpevole" sulla fascia centrale della ruota, puoi vedere che il sentimento centrale associato (più vicino al centro) è "triste", e il sentimento più specifico (sulla fascia esterna) è "pentito". Questi sono ottimi spunti per scavare nel tuo vissuto e dettagliarlo sempre di più. Perché sono pentito? Forse per aver dimenticato qualcosa che avevo promesso al mio collega? Cosa posso fare adesso per rimediare alla cosa? 

Una terza modalità di uso della ruota riguarda la riflessione A LUNGO TERMINE. Per esempio, forse vi siete sentiti spaventati negli ultimi mesi, da quando avete perso il lavoro. Andando al nucleo del sentimento "paura" sulla fascia interna della ruota nella sezione spaventato, puoi guardare le due fasce esterne per i sentimenti associati e cercare di svelare le emozioni più dettagliate e sfumate che stai vivendo. Potresti concludere che ti sentite più precisamente umiliato. Oppure insignificante. O magari tutti e due. Capire questo è un ottimo punto di partenza per intraprendere di conseguenza azioni specifiche più efficaci.

Saper dare un nome alle emozioni e allenare così la tua intelligenza emotiva aiuta a rendere le emozioni tue alleate e non tue nemiche. L'intelligenza emotiva, oggi, in quella che io chiamo Era del Cuore, è la componente differenziante nel mondo del lavoro e non solo.

Ottimo strumento di lavoro! Lo utilizzerò con i miei ragazzi con disabilità, spesso hanno dentro qualcosa… che non riescono ad esprimere, a nominare. Sarà una bella sfida trovare il nome giusto per il giusto mal di pancia ma anche per la grande euforia💞

A causa del Covid il 16 di Ottobre del 2020 mia moglie che ho accompagnato presso il pronto soccorso del civile di Brescia per problemi alla pancia non è stata visitata come si doveva ma praticamente l'hanno cacciata via perché avevano la precedenza quelli con il covid così dopo una serie di tentativi a Marzo del 2021 al pronto soccorso dell'ospedale di Iseo le hanno fatto la TAC e così è risultato che aveva un tumore alle ovaie con metastasi al fegato, è morta Is 4 Marzo di quest'anno all'Hospice di Pisogne dove era ricoverata da solo 6 giorni.

Paola Paleni

Istruttore amministrativo addetta ai Servizi Demografici

2 anni

È davvero utile, la userò anche insieme a mia figlia per vedere se le è d'aiuto. Se posso fare un'osservazione, mi è saltata subito agli occhi l'assenza di uno degli stati d'animo più ricorrenti nei momenti "giù" non solo miei, ma di molte amiche: la stanchezza. È voluto? Si tratta di tradurre questo stato d'animo in un'emozione diversa? Parlo naturalmente di una stanchezza dell'animo, non fisica, una prostrazione dello spirito, per così dire.

Stefania Carbone

Psicologa | Tutor formativo | Formatore esperto in processi di apprendimento

2 anni

Una gran bella idea, voglio provare!

Antonella Fusco

MD, medical pharmacologist, pharmacovigilance physician, PV Clinical Expert

2 anni

Ho trovato utilissimo questo strumento!

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Luca Mazzucchelli

Altre pagine consultate