La Commissione d’inchiesta sulle banche è realtà
Dalla Camera ok definitivo alle indagini sui crack degli istituti. Ma i tempi sono stretti…
Con 426 sì e 3 astenuti la Camera, nella tarda mattinata odierna, ha dato il via libera definitivo all’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulle banche. Nell’arco di poche ore di votazioni è stato dunque portato a termine l’esame lasciato in sospeso il 22 maggio scorso, quando dopo la discussione sulle linee generali il Ddl era finito in coda all’agenda di Montecitorio.
I deputati hanno dato l’ok al Disegno di legge senza modificare in alcun modo il provvedimento licenziato in aprile dal Senato. Per effetto di questa scelta, a partire da ora la Commissione d’indagine sul sistema creditizio italiano è una realtà, e non più uno strumento usato dalle forze politiche a fini polemici o propagandistici. Da qui a un anno, e in ogni caso entro la fine della Legislatura, venti deputati e venti senatori (nominati dai rispettivi Presidenti di Aula) verificheranno gli effetti che la crisi globale ha avuto sulle banche del Paese e le modalità di gestione degli istituti che siano caduti in dissesto o abbiano ricevuto fondi pubblici. A titolo di esempio, nel raggio d’azione dell’inchiesta parlamentare rientreranno casi che hanno interessato migliaia di risparmiatori, come le vicende di Montepaschi di Siena, Banca Etruria, Antonveneta e Banca Marche.
Sebbene la Camera abbia portato a termine l’iter di un testo da tempo atteso, smentendo in tempi rapidi ogni ipotesi di affossamento, dev’essere tuttavia ricordato che i pochi mesi che ci separano dallo scioglimento delle Camere (anche se si dovesse andare a elezioni nella primavera 2018) rendono molto stretto il sentiero su cui dovrà muoversi la Commissione d’inchiesta per raggiungere i propri obiettivi. Volendo spingersi oltre con le previsioni, si potrebbe dire che è forte il rischio che i quaranta componenti dell’organo, una volta definito il programma delle loro attività, non avranno la possibilità di affrontare nel dettaglio né i crack bancari di alcuni anni fa né i fallimenti più recenti.
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