PENSIERO LATERALE
Il pensiero laterale, o pensiero orizzontale, è una teoria, elaborata nel 1967 dallo psicologo E.De Bono, che aiuta ad affrontare i problemi guardandoli da diverse ed inusuali prospettive; facendoci aiutare dal dizionario di Oxford, il pensiero laterale è definibile come “un modo di pensare consistente nel cercare la soluzione a problemi di difficile risoluzione adoperando metodi non ortodossi o elementi che verrebbero scartati dal pensiero logico”
Riassumendo, potremmo dire il pensiero laterale sia un mezzo per fuoriuscire dalla rigidità dei modelli mentali e quindi “pensare fuori dagli schemi”, abilità tanto utile quanto preziosa in tempi difficili come quelli odierni.
De Bono sottolinea che non si debba ritenere il pensiero laterale come un metodo alternativo rispetto al pensiero tradizionale, o verticale, bensì come complementare a questo, infatti solo grazie ad una loro combinazione potremmo beneficiare di soluzioni efficaci e creative.
Ed il presupposto che sta alla base di questo assunto riposa nella rappresentazioni delle due fasi in cui pensa il nostro cervello, ossia:
1) FASE DI PERCEZIONE: in cui il cervello contestualizza i dati in suo possesso ed inquadra il problema in un certo schema;
2) FASE “APPLICATIVA”: in cui il cervello usa quel modello per trovare la soluzione.
Se nella prima fase il cervello è incappato in errori o bias cognitivi, indipendentemente da quanto sarà stato efficace il ragionamento durante la seconda fase, non potremmo mai correggere gli assunti iniziali sbagliati o fuorvianti.
Per queste motivazioni De Bono, suggerisce, per un miglior inquadramento iniziale del problema da affrontare, che sia opportuno far coesistere le due forme di ragionamento perché in mancanza del pensiero laterale, il pensiero verticale fornirebbe una visione troppo ristretta, senza il pensiero verticale il pensiero laterale avanzerebbe un florilegio di soluzioni, ma nessun piano concreto per renderle operative massimizzandone l’effetto.
Quindi, tale mix servirà da un lato ad identificare i problemi, dall’alto a generare soluzioni diverse ed inusuali.
De Bono definisce il pensiero laterale come un “pensare a pensare” in modo non emotivo, per poter contare su una nuova forma mentis e lo ricollega a tre elementi: intuizione, creatività ed umorismo, il che apre la strada ad un metodo propositivo.
E’ importante sottolineare che l’autore evidenzi che il pensiero laterale sia contiguo al pensiero creativo, nel senso che possa in parte fare parte del processo creativo, ma non ne sarà perfettamente sovrapponibile.
TECNICHE PER SVILUPPARE IL PENSIERO LATERALE
1) ROLESTORMING
Significa adottare qualcosa o qualcuno con caratteristiche utili ad uscire dal vicolo cieco in cui ci si trovi e fare in modo che ciò sia la nostra fonte di ispirazione su cui costruire, identificandoci, la soluzione.
2) PENSIERO INVERSO
Ossia concentrarsi sulla risposta sbagliata, sull’unica cosa da non farsi per affrontare una data difficoltà.
E’ utile per mettere in discussione l’approccio tradizionale riguardo la linea d’azione razionale/condivisibile perché ragionando in maniera controintuitiva, potremo favorire una nuova visione prospettica su ciò che sia opportuno da fare.
3) ALTERAZIONE
Ordinariamente per affrontare un problema, a livello strategico, optiamo fare più cose in tempistiche molto ristrette, ma ciò potrebbe condurre ad un impatto non incisivo ed ad una dispersione inutile di risorse.
Con questa tecnica facciamo un’alterazione deliberata delle opzioni che abbiamo sul piatto che ci potrà portare:
- fare l’opposto di ciò che abbiamo sempre fatto con raziocinio;
- scomporre lo schema in tanti frammenti.
Il chiedersi, ad es. “cosa succederebbe se smettessimo di…?” potrà portare a nuovi spunti ed a nuovi strumenti su cui costruire la relazione.
4) CAMBIARE LA NARRAZIONE
Con ciò si intende il rifuggire da trame stereotipate, percorsi battuti ad oltranza ed invece guardare al problema/progetto da affrontare incanalandolo dentro un nuovo modus operandi.
5) INSERIMENTO CASUALE
Davanti ad un problema, il pensiero verticale ci porta ad usare la concentrazione, escludendo tutti gli elementi esterni non pianificati, ma sono proprio questi che ci consentono di interrompere il nostro dipendere da strutture imperfette e radicate in noi.
Il pensiero laterale è utile perché, al contrario, lascia la mente libera di vagare e ci permette così di avere nuove intuizioni.
Si ritiene che il pensiero laterale sia skill indispensabile per chi operi nel MKTG, nel design, in ambiti creativi, ed è vero, ma il panorama in cui lo stesso sia utile è più vasto perché, in realtà, non conta a che lavoro si sia preposti, ciò che conta è che ognuno di noi, grazie al pensiero laterale possa dare un contributo concreto e far evolvere il processo in cui si sia inseriti, il che è ancora più utile in tempi di cambiamento e crisi -come quelli odierni-, per cui l’adattamento anche creativo è indispensabile.
Mettiti alla prova, QUIZ:
a) Sei chiuso in una stanza che ha due sole porte per uscire, tieni conto che:
- Varcando la prima sarai immediatamente polverizzato da una gigantesca lente che
è in grado di farlo concentrando i raggi solari.
- Varcando la seconda porta sarai investito dalle fiamme di un colossale drago.
Quale porta scegli per uscire?
S O L U Z I O N E
La prima perché basterà attendere che cali il sole per andartene indenne!
b) In una stanza chiusa c’è una lampadina, in un’altra stanza, non visibile dalla prima, ci sono tre interruttori e solo uno di questi accende la lampadina.
Potendo azionare i tre interruttori a piacimento e potendo recarti solo una volta nella stanza in cui si trova la lampadina per verificarne lo stato, come si può capire quale interruttore l’accenda?
Le condizioni iniziali sono:
1. Lampadina spenta;
2. Tutti gli interruttori su off.
S O L U Z I O N E
Si metton due interruttori (Es. n°1 e n°2) su "on", si attende qualche minuto e ne spegni uno (es. n°1), si va a controllare la lampadina.
Se è accesa, l’interruttore che l’accende è il n° 2.
Se è spenta, ma calda, l’interruttore giusto per accenderla è il n° 1.
Se è spenta, ma fredda, l’interruttore giusto è il n° 3.
c) Un cavallo senza cavaliere va sopra una torre ed atterra su un uomo che sparisce. Come si spiega?
S O L U Z I O N E
E’ una mossa degli scacchi in cui il cavallo “mangia” un pedone.