Perché sono ottimista per Alitalia

Controcorrente. So di essere controcorrente quando vedo la luce in fondo al tunnel, anche perché potrebbe essere il faro della locomotiva che mi sta venendo incontro. Quello che ho scritto sull'Italia nel post "Perché sono ottimista" vale anche per la ex compagnia di bandiera. Tutti possono vedere perché non funziona. Pochi riescono a cogliere elementi di speranza, ragionando a partire da ciò che invece funziona.

Quando Alex Zanardi, campione sportivo e di vita, si svegliò in ospedale e constatò di aver subito l'amputazione delle gambe, non pensò a quello che aveva perso, ma a quello che ancora aveva. Dopo qualche anno è diventato campione paraolimpico di ciclismo, ma soprattutto una delle persone più ammirate, amate e considerate di questo Paese.

L'Alitalia ha debiti, perdite, sprechi. Ma proprio perché si sa che ci sono si possono sistemare. Cosa ha a disposizione invece la compagnia che le potrebbe permettere di ripartire e renderla competitiva sul mercato?

Anzitutto, il know-how e di conseguenza la sicurezza; che non è proprio un dettaglio quando parliamo di trasporto aereo.

Settanta anni di storia aeronautica non si comprano al supermercato. Il sistema addestrativo è uno dei migliori al mondo, che rende l'Alitalia una delle compagnie più sicure al mondo. E non a caso l'Italia, secondo l'ICAO, è il secondo Paese al mondo come sicurezza aerea.

Il problema della sicurezza però è che quando c'è non si vede. Quindi, si dà per scontata. Chiedete però a un francese qual è il record di sicurezza di Air France. O ai cinesi, che pagano così tanto i piloti poiché possono pagare meno il premio assicurativo. Quindi noi paghiamo relativamente poco di assicurazione perché abbiamo un bonus malus di tutto rispetto.

Dentro una cabina di pilotaggio Alitalia ci sono mediamente 25000 ore di volo. Comandanti e piloti hanno intorno a cinquant'anni, il compromesso migliore tra reattività ed esperienza. Una compagnia low cost ha mediamente 5000 ore di volo, cioè un quinto dell'esperienza di un equipaggio Alitalia.

Il logo. La A stilizzata dell’Alitalia resiste da oltre cinquant’anni ed è uno dei marchi italiani più riconoscibili nel mondo. Ci sono aziende che darebbero qualsiasi cosa per trovare un logo così riconoscibile, bello e significativo. Qual è il logo di FIAT? Sapreste disegnare su due piedi il logo della TAP (la compagnia portoghese)?

La manutenzione. I tecnici dell’Alitalia sono internazionalmente riconosciuti tra i migliori al mondo. A Fiumicino hanno brevettato dei sistemi manutentivi che sono stati poi venduti ad altre compagnie aeree, che non a caso mandavano da noi i propri aerei per le revisioni importanti.

I clienti. Nonostante l’Alitalia sia la compagnia aerea che gli italiani amino odiare, vi sono 23 milioni di persone che ogni anno prendono i nostri aerei, con una fidelizzazione enorme, soprattutto per i disservizi che hanno dovuto subire nel tempo. Ci sono sessanta milioni di persone in Italia, sessanta milioni di italiani all’estero, milioni di turisti che vengono nel Belpaese, che da parte sua detiene il 70% del patrimonio dell’UNESCO, il Papa vola con Alitalia portando il brand dappertutto.

Che altro serve per fare business?

Una compagnia fallisce quando non ha clienti, non quando i costi sono alti o quando ci sono sprechi che si possono aggredire.

Ecco, forse sono ottimista solo per quest'ultima affermazione. Per il resto sono realista.


Max Pallone

Cpt-SFI/TRI 777/ B787 B737 LTC , LCC .

7 anni

Caro Antonio , tutto vero ....ma la collettività italiana non può piu Pagare i conti in Rosso di altri . O vi mettete al tavolo e lo fate quadrare sti conti o dovete chiudere . I lavoratori facciano la loro parte come e soprattutto i Super managers smettano di diventare miglionari con soldi pubblici e riducendo compagnie strategiche per il paese sull orlo del fallimento . Dovete dire basta a tutto questo . E via quei sindacalisti che non hanno fatto niente per impedire quello che e accaduto .Anpac sono decenni che sbaglia strategia sindacale ma i soliti capetti sono sempre li !

Condivido in pieno la tua analisi Antonio. Per questo sono anch'io ottimista, anzi lo siamo in tanti in azienda. I numeri ci sono, la storia, il brand, il know how, e non ultimo i passeggeri non mancano. Come direbbe qualcuno "yes we can". Ma allora cosa manca? Beh è abbastanza chiaro direi, una dirigenza con l'obiettivo giusto. Fino ad ora abbiamo visto solo fantasiosi tentativi di make up, ovvero la volontà era creare un "vasetto" che nascondeva ben altri obiettivi che ora stanno venendo tragicamente a galla. Per fortuna i commissari, sganciati da certe logiche, potranno facilmente aggredire e finalmente fermare sprechi e scelte scellerate. Ecco perché sono ottimista anche se altri sacrifici saranno inevitabili. Dopo aver toccato il fondo non si può che risalire.

Lachlan Probyn

Senior Content Editor & Digital Marketing Specialist

7 anni

Analisi lucida e intelligente che rafforza la mia stima per chi l'ha scritta

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