Scrivere o farsi scrivere un libro?

Scrivere o farsi scrivere un libro?


Pubblicare un libro è utile? Sì, sempre di più.

Per un professionista, un imprenditore scrivere un libro può essere davvero uno step importante e capace di apportare sviluppo, diffusione del brand e della propria professionalità.

Però non si deve cadere nella trappola che il libro professionale possa anche concedersi una certa libertà da regole e tecniche. Non si deve correre il rischio del pressapochismo e del "va bene così, mica vai al premio Strega". La poca cura sia del testo che della confezione di un libro non sono mai un buon biglietto da visita.

La prima domanda che viene da farsi è questa: scrivere in modo autonomo e poi far correggere il testo o affidarsi ad un editor o ad un ghost writer?

Mi sono confrontata - e mi confronto ogni giorno - con entrambe le casistiche.

Se si ha dimestichezza anche minima con la scrittura può essere utile che il professionista faccia la prima stesura. In questo caso sono inferiori i costi e viene delineata un’idea chiara di che cosa si voglia davvero ottenere con la pubblicazione. In caso contrario, se non si è abituati a scrivere, non si ha idea di come impostare un testo meglio affidarsi ad un editor che non si occupi solo di revisione ma che svolga anche l'attività, come dicevamo, di ghost writer, lo scrittore fantasma in poche parole: c'è ma non si vede.

Qual è la soluzione migliore?

Devo dire che molte volte preferisco raccogliere indicazioni, documentazione e scrivere il testo ex novo, questo permette di dare un’impostazione determinata fin dall'inizio e spesso l’operazione si rivela più veloce rispetto alla revisione e alla ristrutturazione di un testo già scritto. In tanti altri casi mi trovo di fronte a testi abbastanza completi e anche ben fatti che necessitano solo di correzioni mirate a perfezionare la sintassi e l’espressività.

Quello che davvero conta è far emergere la voce e gli obiettivi del professionista.

L’imprenditore e il professionista da  parte sua può partecipare in modo attivo ai lavori oppure dimenticarsi che qualcuno sita scrivendo il libro fino a lavori ultimati: dipende sempre dagli accordi. A mio avviso un’interazione - se non costante ma almeno periodica - migliora il lavoro, diventa un progetto condiviso, si possono aggiustare vari aspetti in corso d'opera, darsi suggerimenti a vicenda.

Molti mi chiedono: ma come fai a scrivere un testo non tuo? A rendere la voce dell' "autore"? E come vivi il fatto che ci sarà poi un altro nome in copertina?

Questo è un aspetto del mio lavoro che amo. Sono affascinata dall'apprendimento costante: sono ormai molti anni che mi dedico all'editing ma anche alla stesura di testi come ghost writer e sono venuta in contatto con tante realtà, materie, mondi da cui ho imparato, che hanno accresciuto il mio bagaglio culturale e professionale. Ho consultato esperti là dove c’erano dei dubbi ed è come studiare in continuazione. Inoltre, ho conosciuto persone e ancora di più storie di vita che hanno tanto da insegnare. Trovo che sia un'attività incredibile, che ti metta sempre alla prova con nuove sfide espressive, con linguaggi differenti da interpretare e rendere nel modo migliore.

Se sei un professionista o un imprenditore può essere utile la scelta di scrivere o far scrivere un libro, non c'è dubbio; qualunque sia la scelta, l'importante è avere ben chiari gli obiettivi, conoscere i propri limiti di tempo e di risorse da dedicare alla scrittura e, più di tutto, dare al libro la dignità e la qualità che merita.

Claudio Mondelli

"Hope is not a strategy".

5 anni

Io avrei bisogno di qualcuno che me lo scrivesse Silvia Gomirato 😎

Giuliano Perotti

Libero professionista arti e mestieri.

5 anni

Ci sono molte variabili da considerare ,secondo me ,la risposta può essere anche una via di mezzo .

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