Cafè Europa - Più Europa, meno Europa, quale Europa - Nr. 27

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L’editoriale: Più Europa, meno Europa, quale Europa

Slovacchia, Kiev, Strasburgo, Granada, Italia, Germania. Non, non è una lista casuale di Paesi e città europee, ma i luoghi in cui la settimana scorsa si è dipanata l’Europa. In alcuni posti di più, in altri meno, in altri con forme diverse. Ma andiamo con ordine.

La classica sessione Plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo non ha regalato particolari sussulti. Qualcosa si è mosso nell’approvazione del nuovo Commissario europeo olandese Wopke Hoekstra e di quella di Maroš Šefčovic come responsabile del Green Deal. Il voto non ha, alla fine, regalato sorprese, ma sia Popolari che Socialisti hanno provato a speziare il dibattito con attese sulle conferme dei rispettivi Commissari provando ad aspettare le reciproche conferme. Per questo finale di stagione del Berlaymont, non ci saranno ulteriori scossoni. I Socialisti hanno ottenuto che uno dei loro guidasse il green deal e i Popolari hanno aggiunto un Commissario in più allo loro squadra. In Germania, il dibattito sulle pompe a calore che dovrebbero sostituire i sistemi di riscaldamento a gas nelle abitazioni, sta aiutando il partito di ultra-destra AfD a risalire nei sondaggi e porsi come forza politica primaria anche in vista delle prossime elezioni europee. Le misure prese nell’ambito della transizione ecologica europea – di cui le pompe a calore fanno parte – non potrà prescindere da come queste misure verranno percepite a livello nazionale e locale e da come i partiti anti-europeisti potrebbero sfruttarle a loro vantaggio. Un aspetto che anche i nuovi Commissari appena nominati dovranno tenere bene in mente. Ed è proprio in Germania che l’attenzione si è spostata in settimana sul tema immigrazione, con lo scontro tra Italia e Germania per l’approvazione del nuovo pacchetto di misure per contrastare l’immigrazione illegale. Prima Berlino, poi Roma hanno fatto un momentaneo dietro-front sull’approvazione del testo. I Ministri dei due Paesi si sono affrontati a colpi di dichiarazioni a mezzo stampa. La “crisi” diplomatica è stata sfiorata e poi rientrata quando il Governo Meloni ha dato il proprio via libera al testo che ha rivisto il lessico sulle ONG e il ruolo che giocano sul salvataggio delle vite in mare. Si tratta dell’ennesimo accordo, da capire se avrà soltanto l’effetto di una toppa su un buco oppure, invece, rappresenta un momento di svolta di coordinazione europea nella gestione di uno dei temi più scottanti a livello europeo.

La scorsa settimana poi, e ci spostiamo a Bratislava, i Socialisti hanno potuto festeggiare (?) l’aggiunta di un nuovo Capo di Governo alle proprie fila. Si tratta del controverso Robert Fico, filo-russo e che è tornato sulla scena politica slovacca anni dopo essere stato travolto da diversi scandali. La sua campagna elettorale è stata improntata a messaggi filo-russi con chiari segnali di voler interrompere l’approvvigionamento di armi inviate a Kiev. È proseguita con un latente sentimento nazionalista e anti-europeista. Una vittoria, quella di Fico, che ha quasi messo in difficoltà il Commissario Šefčovic durante la sua audizione al Parlamento europeo. Il nuovo Commissario per il green deal è dello stesso Paese di Fico ma ha dovuto specificare di provenire da un altro partito, seppur alleato a quello del nuovo Primo Ministro. Il nuovo governo slovacco che si appresta ad essere formato, sarà un ulteriore grattacapo per la Von der Leyen e il Consiglio europeo. Si aggiungerà alla schiera dei Paesi dell’Est che sono molto ambigui nelle loro posizioni sul conflitto in Ucraina e nei confronti dell’Europa in generale.

Dalla Slovacchia a Granda, Spagna, dove si è riunita la Comunità Politica europea voluta dal Presidente Macron. Ancora una volta assente il Presidente turco Erdogan, assente anche il leader azero. Qualsiasi pretesa di poter rappresentare una piattaforma in cui discutere di allargamento dell’Unione e dirimere controversie euro-asiatiche, sembra essersi persa nella foschia di un soggetto politico il cui mandato non è chiaro né ben definito. Macron continua a sostenere la sua creatura e a Granada seguiranno altri incontri. Le defezioni, però, continuano ad esserci ed anche importanti. I richiami ad non uscire dai confini dalle istituzioni già presenti e deputate a includere i Paesi non-Ue continuano. L’Unione sta già discutendo dell’avvio dei negoziati di inclusione dell’Ucraina. Non si capisce, dunque, cosa la CPE di Macron possa aggiungere ai castelli e alle strutture di cui il Vecchio Continente è già dotato. Le defezioni dei leader a questa nuova formazione politica sono d’altronde il segno che senza un obiettivo chiaro la creatura di Macron è destinata a dissolversi presto.


Lavori in corso – L’agenda della settimana europea

9 – Consiglio ministeriale Lavoro, Politiche Sociali, Salute dei consumatori

9-13 Commissioni parlamentari del Parlamento europeo

Monday – Lunghe letture per una lunga giornata

NGOs, Commission, and money: What is going on with child sexual abuse regulation? Nuova proposta UE: le piattaforme digitali sono obbligate a individuare e segnalare il materiale di abusi sessuali su minori. Oggetto però di dibattito a causa delle implicazioni sulla sicurezza informatica e i diritti digitali.

GDPR harmonisation could be key to unleashing health data’s potential: Approfondimento di Euractiv circa il dibattito in corso riguardo l'impiego secondario dei dati sanitari raccolti nel database comune europeo, concentrandosi sulle scelte tra opt-in e opt-out. L'equilibrio tra una condivisione efficace dei dati sanitari e la tutela della privacy dei pazienti rappresenta la principale sfida in discussione.

Why Western democracy faces a nightmare made online: Nel 2024 si prevedono elezioni cruciali destinate a ridefinire la leadership del mondo occidentale, con Regno Unito, Unione europea e America al voto. Timori riguardo la diffusione sempre più ramificata dei social media che accentuano la polarizzazione politica e alimentano la divisione tra fazioni. L'analisi di POLITICO.

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