Il futuro della Democrazia

Il futuro della Democrazia

Dal mio punto di vista la Democrazia è il sistema migliore che esista per governare le società per la semplice ragione empirica che i paesi più ricchi del mondo a livello pro-capite, i cosiddetti, G7 sono democrazie.

Per quanto riguarda la nostra Democrazia specifica, in Italia, che spesso è stata ritenuta come governata da una classe politica inadeguata, può essere sicuramente criticata ma alla fine esiste forse qualcuno che preferirebbe lasciarla per vivere in altri Stati che non siano quantomeno Democrazie simili alla nostra?

Ciò non toglie tuttavia che la Democrazia in generale stia dimostrando tutte le sue storture,  soprattutto in una società dell’informazione dove si fa prima a raccogliere voti puntando sulla sensibilità popolare che su concetti ben strutturati.

Inoltre, nelle dinamiche attuali, sta venendo sempre più a galla quanto in verità sia il fattore economico il più importante di tutti. La Russia, ad esempio, si combatte anche con le sanzioni.

Per fare un semplice esempio, se abitassimo in un comune in una provincia italiana, saremmo più interessati a vedere il bilancio in positivo o quantomeno non negativo, in modo che si possano fare, con i soldi a disposizione, cose concrete o preferiamo che ci sia il politico di turno, di una parte o dall’altra che parla ora di quello ed ora di quell’altro, per poi alla fine non saper gestire le finanze in maniera appropriata, lasciando dei debiti esorbitanti?

Per cui la Democrazia si dovrebbe trasformare in una, per usare un neologismo, Demo-Tecnocrazia Economica, dove chi governa conosce, ha esperienza e ha ottenuto risultati in ambito economico-finanziari. Citare Draghi in questo momento è fin troppo facile, ma i tecnici alla fine ci hanno sempre salvato in Italia dalla nefandezza della politica.

Tuttavia, questi economisti dovrebbero essere comunque eletti, per cui le forme base della Democrazia sarebbero mantenute.

Naturalmente questo cambiamento non potrà che avvenire che lentamente quando l’evoluzione culturale delle società avrà raggiunto certi livelli, e solo una minima parte delle persone andrà a votare basandosi sull’istinto del momento o sul riconoscimento elettorale acritico verso un partito.

Eventualmente i candidati tecnici dovrebbero poi esclusivamente dividersi fra chi segua una certa teoria economica e chi un’altra, anche se nella pratica questo farebbe poca differenza perché i cittadini dovrebbero confermarli solo per i risultati economico-finanziari ottenuti come se fossero alla guida di aziende.

Ad esempio, un tema caldo come quello dell’immigrazione dovrebbe essere così riposto:

-         Quante persone possiamo accogliere in modo da inserirle nel sistema produttivo in modo che producano ricchezza per sé e per lo Stato in cui sono?

-         Quelle persone che non possiamo inserire, possiamo aiutarle con redditi di sostegno, in modo che indirettamente, tramite il consumo possano aiutare l’economia?

-         Che supporto concreto potremmo dare per aiutare le nazioni da cui le persone vengono in modo da costruire delle partnership economiche che facciano bene al nostro Pil?

Bisogna cioè ragionare sempre più in termini economici-incrementali che politici-assolutistici. Solo così si raggiungono i risultati.

Io posso benissimo non essere contro o a favore dell’immigrazione al 100% ma credere che un % di persone possa essere inserita mentre un’altra parte no.

Sarebbe cioè valutare le cose non più ideologicamente ma scientificamente, quello che spesso poi facciamo nella vita di tutti i giorni, ad esempio quando facciamo la spesa. Avete sentito mai dire a qualcuno che è contro ai formaggi in generale o lo avete piuttosto sentito ragionare della bontà dell’uno rispetto ad un altro.

Infine ricordiamo che è stato il Capitalismo, un sistema sociale che si basa sul primato dell’economia, in quanto mette al centro di tutto l’impresa, che è riuscito a fare cose che ideologicamente invece si pensava che il Comunismo, che si basa invece sul primato della politica, in quanto mette al centro di tutto l’apparato statale, potesse fare, quale aumentare il tenore di vita medio della popolazione.

Ma non bisogna guardare le dichiarazioni di intenti ma i risultati concreti che si ottengono. Purtroppo, i risultati sono solo economici, dato che in una società ricca potremmo creare benessere per il numero maggiore di persone possibili con tutto quello che ne consegue

 Bibliografia

1) La Cultura Aziendale. Una Prospettiva Pratica (https://amzn.to/2zc26bd)

2) Pratiche Manageriali. Pensare l'Azienda e Costruirne una Vincente (https://amzn.to/30wZSO7)

3) Il Metodo GMBA: Golden Mindsets, Golden Behaviours and Golden Assets (https://amzn.to/3ImArDu)

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