La ricerca selettiva di comportamenti coerenti con le impressioni
Per la maggior parte siamo persone alquanto incoerenti nei nostri comportamenti; possiamo, per esempio, essere timidi in alcune occasioni ed estroversi in altre. Che cosa succederebbe se qualcuno si aspettasse di trovarvi estroversi e cercasse di verificare questa sua convinzione? Potrebbe porvi domande tendenziose riguardo a occasioni in cui vi siete dimostrati estroversi; per esempio, quando eravate al centro dell’attenzione in quella grande festa o quando vi siete particolarmente divertiti in una qualche occasione sociale (Snyder e Swann, 1978). Mentre riferite di tali esempi, l’ipotesi iniziale della persona che vi pone le domande sembrerebbe confermata. Ma lo è veramente? Se le domande si focalizzassero sulle occasioni in cui vi siete sentiti intimiditi e avete evitato il contatto con gli altri, sareste in grado di riferirne con altrettanta prontezza. Probabilmente si potrebbe confermare qualunque ipotesi su una persona se quell’ipotesi venisse verificata in questo modo.
A dire il vero le persone non sempre pongono delle domande tendenziose per verificare le loro convinzioni sugli altri. Se possono scegliere, spesso preferiscono domande diagnostiche, ossia domande le cui risposte forniranno informazioni sulla veridicità o falsità dell’ipotesi (Trope, Bassok e Alon, 1984). Per esempio, una domanda diagnostica per valutare se qualcuno è estroverso potrebbe assumere la seguente forma: “Preferiresti andare a una grande festa o trascorrere una tranquilla serata con un paio di amici?”. Diversamente dall’esempio precedente, questa domanda non produrrebbe necessariamente la falsa conferma di un’ipotesi iniziale. Tuttavia spesso è difficile formulare domande adeguatamente diagnostiche, a meno che la persona che interroga consapevole delle alternative all’ipotesi data (Higgins e Bargh, 1987; Hodgins e Zuckerman, 1993).
Come abbiamo già visto, una strategia volta a “prendere in considerazione l’opposto”
– valutando, per esempio, la possibilità che la persona sia tranquilla e riservata anziché estroversa – può ridurre il margine di errore (Trope e Mackie, 1987).